Ti trovi in Home  » Politici  » Rita BERNARDINI  » Rom: censimento e riconoscimento di minoranza etnico-linguistica, per arginare il degrado e favorire l'integrazione

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Rita BERNARDINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD)  - Assessore Provincia Avellino (Partito: Radicali italiani) 


 

Rom: censimento e riconoscimento di minoranza etnico-linguistica, per arginare il degrado e favorire l'integrazione

  • (20 maggio 2008) - fonte: Radicali.it - inserita il 21 maggio 2008 da 31

    Rita Bernardini, ospite di Radio3 Mondo per parlare di immigrazione e xenofobia, ha testimoniato lo stato di degrado in cui versano i campi rom visitati nei giorni scorsi.
    “Nello scorso fine settimana io e gli altri deputati radicali abbiamo accompagnato l’eurodeputata liberale Viktoria Mohacsi, ungherese di origine rom, in visita nei campi nomadi di Roma e Napoli.
    Napoli, è apparsa ai nostri occhi come un immenso campo rom: i cumuli di spazzatura sparsi ovunque, infatti, restituiscono l’immagine di una città ormai al collasso. All’interno di questo grande immondezzaio, abbiamo visitato un campo che si trova nel quartiere di Poggioreale, alle spalle del cimitero da cui prende acqua ed elettricità. Questo campo è sorto in una vera e propria discarica: su un terreno formato da spazzatura compattata ricoperta di terra, e delimitato da un muro di cinta fatto interamente di rifiuti. Vi risiedono soprattutto nomadi di origine rumena - tra cui anche alcuni rifugiati dei campi dati alle fiamme nei giorni scorsi - che vivono in condizioni spaventose, basti pensare che gli unici servizi igienici consistono in una buca coperta da una tavola di legno.
    I bambini, che rappresentano il 60% degli abitanti del campo, non vanno a scuola perchè i loro genitori temono rappresaglie nei loro confronti.
    La logica cinica con cui viene affrontata la questione dei rom ha scatenato una guerra tra poveri, che ha messo gli uni contro gli altri i più disagiati tra gli italiani e i nomadi. Io sono convinta che gli italiani non siano xenofobi, tuttavia si sono create le condizioni per far emergere sentimenti di forte ostilità.
    Ritengo che buona parte della responsabilità di questo clima di allarme sia da attribuire al sistema dell’informazione, con i dati raccolti dal Centro d’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva, abbiamo documentato che dal 2003 ad oggi è letteralmente raddoppiata all’interno dei telegiornali la cosiddetta informazione sui fatti di violenza. Questo non vuol dire che siano raddoppiati gli episodi di violenza, ma senza dubbio indica che c’è chi soffia sul fuoco della divisione, e non da adesso.
    Per capire come si è arrivati a questo punto, bisognerebbe fare un’indagine approfondita e seguire il flusso del denaro. Non è vero infatti che le istituzioni pubbliche non abbiano stanziato dei soldi per l’integrazione dei rom nella comunità italiana. Il problema è che con quei soldi ci hanno mangiato in molti, come dimostra il risultato lampante di un’integrazione mai avvenuta anche per coloro che vivono in Italia da tre o quattro generazioni”.
    Alla vigilia del Consiglio dei Ministri, che presenterà le proposte in materia di sicurezza e ordine pubblico, Bernardini ha poi ribadito la propria contrarietà all’eventuale introduzione del reato di clandestinità e ha suggerito alcune risposte per far fronte al problema dei rom, senza alimentare tensioni:
    “Un primo passo, ma fondamentale, verso l’integrazione è il censimento dei rom in Italia. Non si può pensare, infatti, di poter individuare una soluzione efficace, che garantisca a questa popolazione condizioni di vita accettabili nel rispetto della legalità, che favorisca la scolarizzazione e l’occupazione, e dunque risani i rapporti con gli italiani, senza prima appurare quanti siano e dove vivano i rom nel nostro Paese.
    Un secondo punto fondamentale è il riconoscimento al popolo rom dello status di minoranza etnico-linguistica, status già riconosciuto dalla legge n.482 del 1999 per altre minoranze residenti in Italia, derogando – ovviamente – al principio della territorialità, in quanto la popolazione rom è distribuita sul territorio nazionale in modo pressoché uniforme. I rom, infatti, hanno una propria cultura, una propria lingua e tradizioni che si tramandano da generazioni. L’integrazione non può e non deve essere un colpo di spugna su tutto questo”.

    Fonte: Radicali.it | vai alla pagina
    Argomenti: rom, napoli, clandestinità, radicali al Parlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato