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Dichiarazione di Flavio ZANONATO
Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Padova (PD) (Partito: DS)
«Quella moschea s'ha da fare»
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(23 maggio 2008) - fonte: Il Gazzettino.it - Padova - inserita il 23 maggio 2008 da 31
Anche ieri il sindaco ha ribadito di non avere il benchè minimo dubbio sul fatto che si debba realizzare in via Longhin.
Flavio Zanonato non lascia trasparire il benché minimo dubbio. Lui ha già deciso. E, conoscendolo, è difficile che qualcuno o qualcosa, fosse anche l'esito di un referendum, possa fargli cambiare idea.
Il sindaco, quindi, è più che mai convinto che sia giusto, e quindi da mettere in pratica al più presto, il suo progetto di realizzare una moschea in via Longhin, all'interno dell'ex Fattoria, uno stabile di proprietà comunale, che intende affittare agli islamici.
Anche ieri mattina ha ripetuto le sue riflessioni sull'argomento, che lasciano poche speranze all'opposizione che si sta mobilitando per indire una consultazione popolare finalizzata ad appurare che cosa pensino i padovani.
La discussione è in programma nella prossima seduta del consiglio comunale fissata per lunedì, nel quale verrà presentata una mozione firmata da Gianni Berno e Umberto Zampieri del Pd. Alla luce di questo, comunque, è facile ipotizzare che, nel momento in cui il centrodestra metterà sul tavolo le firme necessarie a raggiungere il quorum che serve per dare il via al referendum, il primo cittadino potrebbe facilmente aggirare l'ostacolo, modificando la delibera che bloccherebbe automaticamente la consultazione popolare. «Da parte nostra - ha sottolineato il sindaco - c'è la volontà determinata di realizzare una struttura che garantisce per i prossimi anni una convivenza tranquilla tra i padovani e gli islamici.
Tra questi ultimi ci deve essere un rapporto tranquillo, di buon vicinato. Solo partendo da questi presupposti si può governare il fenomeno». Zanonato ha poi rincarato la dose per dimostrare la bontà della sua scelta. «Tanti si lamentano per la presenza di numerose botteghe etniche, una a fianco dell'altra. Io non ho strumenti per contrastare questa situazione. Forse me ne saranno attribuiti alcuni con il pacchetto sicurezza preannunciato dal governo. Invece, divampano le polemiche nel momento in cui annuncio di voler fare qualcosa, come appunto il luogo di culto di via Longhin, per governare un fenomeno epocale come questo. Ripeto per l'ennesima volta che quando dico di volere la moschea, penso innanzitutto alla sicurezza dei padovani. Che mi interessa sia in questo momento, sia in prospettiva».
«Comunque - ha aggiunto - sarà il consiglio comunale a indicarmi che cosa si deve fare. Certo è che se si cambia la delibera, non si fa il referendum. Fino a oggi io non ho ricevuto proposte alternative dal centro destra su dove devono andare a pregare gli islamici che vivono a Padova. Mi pare che finora l'unica iniziativa su questo tema sia stata quella di portare un maialae a passeggiare dove dovrà sorgere la moschea...
Io comunque non ho problemi: non ho paura del referendum e di nessun'altra iniziativa. Sono convinto che questa sia un'idea positiva e che moltissimi padovani siano d'accordo con me. A Padova ci sono sei mila musulmani che hanno il diritto di esercitare la libertà di culto, che peraltro è sancita anche dalla Costituzione. Non facciamo nessun regalo a chi frequenterà la moschea, perché il posto rimarrà nostro, come gli immobili che abbiamo affittato all'Università, o quelli che abbiamo dato alla Padovanuoto».
Ieri intanto, c'è stata la riunione tra il sindaco e i capigruppo. Zoccali (Intesa veneta) e Aurora D'Agostino (Verdi) hanno domandato se siano state fatte le verifiche, anche con le categorie, sulla possibilità di individuare altri luoghi, e poi hanno chiesto lumi sul processo partecipativo. Zan (Gruppo Misto), invece, ha chiesto se «una chiesa (la Curia) possa dare il via libera alla costruzione di un'altra chiesa». Dall'opposizione si è levata la voce di Foresta (Pdl) che ha invitato il sindaco a rispondere a vari quesiti: se c'era effettivamente l'urgenza di assegnare quest'area, se il piano regolatore è compatibile con la richiesta dell'associazione, quanto dura la concessione, a quanto ammonta il canone, che tipo di scuola è prevista, come sia possibile contemplare spazi diversi per le donne e perchè non si sia fatta un'iniziativa analoga con ebrei, induisti, ortodossi e buddisti. Zanonato, dal canto suo, ha replicato sottolineando più volte quanto recita la Costituzione in materia di libertà culto.Nicoletta Cozza.
Fonte: Il Gazzettino.it - Padova | vai alla pagina » Segnala errori / abusi