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Dichiarazione di Eugenia Maria ROCCELLA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Sottosegretario  Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL) 


 

«Combattiamo la ‘pulizia etnica’ dell’embrione». - Intervista

  • (26 maggio 2008) - fonte: GIORNO/RESTO/NAZIONE - Massimo Pandolfi - inserita il 26 maggio 2008 da 31

    «Attraverso le utopie dell’autodeterminazione e della libertà di scelta stiamo andando verso il totalitarismo genetico. Guardate l’Inghilterra: stanno ‘costruendo’ un bambino senza padre. Ormai non nascono più bimbi down, scegliamo noi che figlio avere. In certi Paesi sta iniziando un’operazione di pulizia etnica che neanche il nazismo è riuscito a fare».

    Una volta Eugenia Roccella era radicale e guidava i cortei delle femministe. Nella vita si cambia e ora, 30 anni dopo, riceve le standing ovation delle platee cattoliche: è successo anche l’altra sera a Forlì.

    Onorevole (Pdl) e sottosegretario (ai temi etici): che impegni si assume?
    «Farò di tutto, faremo di tutto, per mettere al centro dell’azione del governo la famiglia e la maternità. E mi ispirerò a ciò che ha detto in tv una badante nigeriana».
    Cosa ha detto?
    «Che a noi occidentali, a noi italiani, a volte non ci capisce. Corriamo, corriamo, e poi affidiamo ad altri, spesso a degli estranei, le persone più care che abbiamo: i figli, i nostri vecchi. Un po’ ha ragione...»
    Lei parla spesso di autodeterminazione...
    «Va tanto di moda quando si discute di inizio o fine vita. E’ una balla: noi non nasciamo autodeterminati, dipendiamo sempre dagli altri. Cresciamo nel corpo di un altro, in totale dipendenza da un altro».
    Ok, però poi si nasce, si diventa grandicelli e…
    «E se lei domattina va da solo in Giappone e non conosce le lingue è come un disabile: ha bisogno dell’aiuto di qualcuno, altrimenti si sente perso o no? E’ la prova che non siamo autodeterminati».
    L’altra utopia che lei combatte è la libertà di scelta.
    «Le faccio un esempio: si parla tanto della libertà di scelta sull’embrione. Beh, è una libertà di scelta su un altro, non su di noi».
    Con la storia della pulizia etnica di stile nazista va giù pesante...
    «Prenda la diagnosi pre-impianto, quella cioè che vuole scegliere gli embrioni sani ed eliminare quelli malati. E’ eugenetica questa, antidemocratica e razzista.
    Non capisco perché una buona parte della Sinistra la difenda e non capisco perché l’ex ministro Turco ha scritto prima dell’addio quelle nuove linee guida sulla legge 40».
    Avanti così finirà a torte in faccia con i suoi vecchi amici radicali & company...
    «E’ quello che non voglio».
    E cosa vuole?
    «Un dibattito sui fatti. Non ideologico. Se si discute sulle cose, si può arrivare alla condivisione.
    D’altra parte l’uomo non è solo biologia, è un intreccio di relazioni. Sottolineo la parola relazione, che ci rende umani e in fondo uguali nei nostri desideri».
    Desideri che sarebbero?
    «Di felicità. Di ‘amore per sempre’. Noi figli abbiamo sperimentato 1"amore per sempre’ dei nostri genitori e a nostra volta vogliamo donarlo ad altri questo amore.
    Ma l’amore non è dovuto, non si compra e non si vende. Non nasce in laboratorio».
    Beh, in America si può ordinare un embrione prefabbricato...
    «Appunto. E si possono avere addirittura sei genitori, due sociali e 4 biologici. E si va nei forum su internet nella famiglia del ‘donatore 476’, con il padre che diventa solo una traccia biologica. Non le sembra tutto ciò disumano, non le sembra questo il suicidio dell’uomo?».
    Parliamo dei temi caldi italiani: la legge 194 sull’aborto che ha appena compiuto 30 anni. Va confermata rivista o cancellata?
    «Va fatto il tagliando».
    Cioè?
    «Va verificato che sia applicata anche nella sua parte preventiva.
    E visto che la 194 vieta l’aborto se il feto ha possibilità di sopravvivenza, e non indica scadenze, bisogna rendersi conto che la scienza ha fatto progressi e che il limite, oggi di 24 settimane, va abbassato, a livello nazionale».
    Lei ha scritto un libro contro la pillola abortiva, la discussa Ru486...
    «L’Aifa (azienda del farmaco) dovrà presto prendere una decisione al riguardo.
    Ricordiamoci però che la legge 194 stabilisce che non si può abortire fuori dalle strutture pubbliche e la Ru486 non dà garanzie al proposito.
    E ricordo anche che una Finanziaria del centrosinistra ha vietato l’uso di farmaci ‘off label’, cioè fuori dalle indicazioni previste dall’Aifa.
    Il secondo farmaco utilizzato con la Ru486 è off label».
    Il testamento biologico?
    «Ne discuterà il Parlamento».
    Ma lei che ne pensa?
    «Se ne può anche parlare, ma non mi sembra una priorità. E’ un tema che riguarda più l’umanità che il Diritto».
    Lei, laica, parla come una super cattolica. Consente una domanda personale?
    «Prego».
    Non sarà diventata credente?
    «Non glielo dirò mai».
    Beh, detto così sembra un sì...
    «Ognuno ha il suo percorso, a volte anche tortuoso e difficile, e non è necessario mettere tutto in pasto al pubblico».

    Fonte: GIORNO/RESTO/NAZIONE - Massimo Pandolfi | vai alla pagina
    Argomenti: legge 194, etica, legge 40, pdl, testamento biologico, pillola del giorno dopo Ru486, Governo Berlusconi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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