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Dichiarazione di Marco PERDUCA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Iran: vorrei firmare l’appello del Riformista ma non posso.

  • (28 maggio 2008) - fonte: Radicali.it - inserita il 28 maggio 2008 da 31

    • Dichiarazione di Marco Perduca, eletto al Senato nelle liste del PD.
    Niente di più necessario e urgente che opporsi al regime fondamentalista islamico di Ahmadinejad come nelle intenzioni dell’appello del Riformista, oppure di passare a una politica estera italiana alternativa alla ricerca di quel quieto vivere che troppo spesso ha caratterizzato le relazioni italiane con decine di paesi detentori di fonti energetiche, ma sottoscrivere l’appello del Riformista risulta alquanto difficile.

    Per i Radicali, e non da ieri, la possibile soluzione del cosiddetto conflitto israelo-palestinese passa per l’ampliamento anche a quella regione del Mediterraneo delle norme e trattati che hanno consentito oltre mezzo secolo fa la nascita della Comunità europea e che hanno progressivamente ridotto la sovranità nazionale assoluta degli stati coinvolti nel processo di “unione” promovendo pace, libertà e prosperità.
    Il primo punto dell’appello del Riformista invece fonda la ricerca della pace tra israeliani e palestinesi sul principio del “due popoli due stati” cancellando quanto, dal Manifesto di Ventotene in poi, ha invece costituito l’elemento qualificante delle relazioni civili, politiche ed economiche di una regione del mondo che in pochi anni aveva lanciato due guerre mondiali.
    Quale è l’analisi politica che porta gli amici del Riformista a riconoscere, ancora una volta, questo potere salvifico allo stato nazione piuttosto che auspicare il progresso verso, almeno, il “due popoli una democrazia”?

    Non capisco poi come si possano far convivere i punti 2 e 3 dell’appello in cui si afferma il sostegno alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu con il rispetto per la sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran.
    Con quali strumenti si impone una decisione delle Nazioni unite se non forzando la sovranità di un membro?
    Infine, occorre ampliare ulteriormente la denuncia delle politiche del regime iraniano, un regime che, oltre che perseguire gruppi politici e religiosi fonda la propria esistenza sull’apartheid - mai ricordata da nessuno - di una minoranza di persiani nei confronti degli azeri, assiri, ahwazi, baluci, ebrei, kurdi e turcomanni che costituiscono oltre il 50% della popolazione di quel paese.

    Arricchire la critica potrebbe aiutarci a individuare una proposta di governo di una situazione esplosiva.
    Quindi, NO al benvenuto ad Ahmadinejad, ma anche NO a vecchi e fallimentari schemi che ci fanno solo correre il rischio di perpetrare l’approccio “sovranista” da realpolitik che ha concorso a produrre ciò contro cui oggi dobbiamo invece schierarci agendo per rispetto dello stato di diritto a livello transnazionale.

    Fonte: Radicali.it | vai alla pagina
    Argomenti: politica estera, medio oriente, onu, radicali al Parlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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