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Dichiarazione di Donatella PORETTI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Senato/Sicurezza. Con la Bossi-Fini la clandestinità è necessità, non reato. L'Italia ha bisogno di lavoratori stranieri. Prostituzione legale contro criminalità internazionale.

  • (12 giugno 2008) - fonte: radicali.it - inserita il 12 giugno 2008 da 31

    Sintesi dell'intervento in Aula, in sede di discussione sulla conversione in legge del decreto sicurezza, della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico

    In questo dibattito sul decreto sicurezza, gran parte del tempo lo stiamo impegnando per parlare di immigrazione.
    Io do' per scontato che la condizione di clandestino, per un immigrato, non abbia un rilievo penale.
    La realtà è che il nostro Paese ha bisogno dei lavoratori stranieri, e la domanda e' sicuramente superiore al numero di ingressi regolari programmati dal Governo, tant'e' che sono centinaia di migliaia gli stranieri che vivono e lavorano in Italia senza permesso di soggiorno, non per loro scelta, ma per impossibilita' a regolarizzarsi.
    Il meccanismo dei flussi e' inadeguato e solo prevedendo un flusso continuo si abbatterebbe quasi completamente la clandestinita' di chi lavora, e non delinque. Una misura che favorirebbe anche un aumento degli introiti fiscali (tasse, contributi previdenziali, ecc).
    Emanare una sanatoria ogni 4 o 5 anni e' inutile, senza la riforma del sistema dei flussi, e perfino dannosa, poiche' -giustamente- ingenera la convinzione che "conviene venire in Italia da clandestini, tanto prima o poi ci sara' una sanatoria".

    Quando uno Stato non interviene disciplinando e amministrando quelli che sono fenomeni sociali, e non emergenze limitate nel tempo e nello spazio, si crea una situazione caotica in cui vige la legge del piu' forte.
    Invece che lo Stato di diritto si ha la legge della giungla, e la criminalità da una tale situazione non ha che da trarre profitto.

    Come avviene oggi anche col fenomeno della prostituzione. A 50 anni dalla legge Merlin, a gestire la prostituzione sono le mafie internazionali, per un giro d'affari di oltre un miliardo di euro l'anno.
    Se vogliamo interrompere questo flusso di denaro nelle casse della criminalita' e concentrare le forze dell'ordine sulla lotta alla prostituzione coatta ed allo sfruttamento anche di minorenni, dovremmo seguire l'esempio di molti altri Paesi europei, legalizzando la prostituzione e riconoscendo questa attivita' come una professione, da esercitarsi sotto forma di lavoro dipendente, indipendente o cooperativo, con i diritti e doveri che ne conseguono, compresi quelli relativi all'assicurazione previdenziale e di tassazione.

    E' con questa convinzione e queste proposte che, con i senatori radicali del gruppo Partito Democratico Emma Bonino e Marco Perduca, abbiamo predisposto un ordine del giorno, e ci auguriamo che il Governo lo valuti e lo faccia proprio.

    Qui il testo completo dell'intervento:
    http://blog.donatellaporetti.it/?p=101
    Qui il testo dell'Ordine del giorno:
    http://blog.donatellaporetti.it/?p=100

    Fonte: radicali.it | vai alla pagina
    Argomenti: immigrati, prostituzione, pd, bossi fini, clandestinità, radicali al Parlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 12 giugno 2008 da 31
    Mi auguro che il Governo faccia proprio l'ordine del giorno sulla prostituzione legalizzata, sull'esempio di molti Paesi europei, che hanno legalizzato bel altro, consci che il proibizionismo crea solo malessere sociale e criminalità. Mi auguro che venga recepito anche da tutti coloro che confondono il fare politica per la civiltà, con il disfare la civiltà in nome del proprio culto personale. La legge Merlin è uno dei tanti risultati devastanti, esempio di quando la propria religione viene scambiata per politica sociale.

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