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Dichiarazione di Giancarlo GALAN

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: FI)  - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: FI) 


 

«Non desidero più fare parte del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale».

  • (14 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco - inserita il 14 giugno 2008 da 31

    Venezia - «Non desidero più fare parte del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, sino a quando ci sarà l'attuale capogruppo».
    Giancarlo Galan è tornato e, con la guardia alta, va all'attacco di chi è in dissonanza con la sua gestione politica del partito.
    E conta poco che ad essere sulla rotta di collisione sia quel Remo Sernagiotto «amico fraterno» (lo dice l'interessato) di due pezzi da novanta di Forza Italia, Renato Brunetta e Maurizio Sacconi, che hanno superato quel calibro con la nomina a ministri della Repubblica.
    Brunetta e Sacconi, con i quali molte volte il governatore del Veneto ha avuto modo di polemizzare, non fosse altro perché Sacconi, fino alla partenza per Roma, era indicato come possibile successore al soglio regionale.
    «Mai detto qualcosa contro la chiamata di Renato e Maurizio da parte di Berlusconi» s'è affrettato a precisare Galan.
    Però, non a caso, in più occasioni i due sono finiti nel mirino galaniano per essere stati ospiti fissi al settembrino convegno di Cortina, siglato Fi ma organizzato da Sernagiotto e da dove critiche a Galan sono rotolate a valle.

    Ora, accasati al governo Brunetta e Sacconi, è arrivata l'ora della resa dei conti se è vero che, parole del governatore, il «Nordest sono io» (titolo del suo libro), e sono "io" ad avere ipotizzato Popolo della Libertà del Veneto.
    Quindi, "io" sono il partito. E via tutti quelli che si mettono di traverso.
    La "bomba" teleguidata lanciata da Galan, arriva dopo la decisione del Consiglio regionale (all'unanimità) di regolarizzare una cinquantina di precari (portaborse) con contratto a tempo indeterminato in servizio nei gruppi dei partiti e negli assessorati.
    Il passaggio non era gradito al presidente regionale, tanto che la Giunta ha predisposto una delibera in cui non c'é menzione di una parte di quella cinquantina di lavoratori.

    L'assemblea, giovedì, con una votazione, ha invece riconosciuto il diritto dei "portaborse" facendo andare su tutte le furie Galan.
    «Da un bene, questa volta è venuto un male, anzi peggio» attacca il governatore
    Che definisce come «una discreta pagina nera» quella vissuta dal Consiglio «a seguito di iniziative legislative già adottate e che riguardavano la giusta stabilizzazione dei precari in sanità e in alcuni uffici regionali».
    Certo, però, «qui è scattata una trappola che ritengo indecorosa».
    A cosa si riferisce? «All'emendamento votato dalla totalità dei consiglieri presenti e grazie al quale viene stabilizzato tutto il personale alle dipendenze di assessori e gruppi consiliari, persone che si ritroveranno assunte senza aver superato alcuna prova selettiva».

    Trovando «sbalorditivo» quanto accaduto, il governatore si augura «che una simile disposizione legislativa venga impugnata dal governo».
    Infine l'annuncio-minaccia: «Desidero affrontare l'intera vicenda al più presto con tutti i consiglieri regionali
    Nel frattempo «non desidero far più parte del gruppo sino a quando ci sarà l'attuale capogruppo».
    Il dado è tratto: Sernagiotto ha le ore contate? Niccolò Ghedini, deputato, avvocato di fiducia di Berlusconi e coordinatore regionale di Fi è introvabile
    Idem Tiziano Zigiotto, galaniano dalla testa ai piedi.
    Stessa storia per Leonardo Padrin, consigliere investito da Galan del ruolo di "plenipotenziario", collegamento tra Giunta- e gruppo di Fi, dato come papabile a sostituire «l'attuale capogruppo».

    Dunque, non resta che lui. Sernagiotto, ore contate? «Non ho intenzione di dimettermi.
    Come faccio ogni mese, ho convocato i 15 consiglieri per martedì prossimo: se otto mi sfiduciano... torno a fare il consigliere semplice».
    Galan... «Lui esce? Vorrà dire che non avremo un presidente nel nostro gruppo.
    Assurdo, Galan avrebbe dovuto leggersi la finanziaria prima di parlare.
    E sa che le dico? Le responsabilità sono proporzionali al potere, e siccome il nostro presidente detiene il 90\% del potere, faccia le sue deduzioni».

    E poi, il capogruppo, dice la sua sui "precari" con qualche tocco di ironia: «Il provvedimento è stato votato all'unanimità, da tutti i partiti (Galan chieda le dimissioni anche degli altri capigruppo), come spiegazione della finanziaria regionale 2008 dove si parla di stabilizzazione dei precari in Consiglio e negli assessorati, particolare che la Giunta, nella sua delibera, s'era "dimenticata" di menzionare.

    Abbiamo agito in piena sintonia con la Legge Biagi che sana quanti, per anni e anni, hanno lavorato senza un contratto».
    Se poi «il nostro presidente trova un pretesto per condannare quelle che lui definisce cattive compagnie che frequento (Brunetta e Sacconi, ndr.) sappia che continuerò a frequentarle».
    Lo guerra è dichiarata. A fare da arbitro si troverà Denis Verini neo coordinatore nazionale di Fi (ha sostituito Bondi) che sabato prossimo sarà a Padova per presiedere il consiglio regionale del partito.
    In platea ci saranno deputati, sindaci, presidenti di provincia, consiglieri regionali.
    Ovviamente Galan.
    Sono aperte le scommesse sul capogruppo (lo sarà ancora?)

    Fonte: Il Gazzettino - Giorgio Gasco | vai alla pagina
    Argomenti: legge Biagi, forza italia, precari, veneto, regione veneto, consiglio regionale, governatore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 14 giugno 2008 da 31
    Dei precari, come del maiale, non si butta via niente.

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