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Dichiarazione di Giancarlo GALAN

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: FI)  - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: FI) 


 

«Portaborse, quella sanatoria è una vergogna»

  • (15 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 15 giugno 2008 da 31

    Febbrili consultazioni in vista della riunione di martedì in cui si deciderà il destino del capogruppo Remo Sernagiotto dopo il diktat del presidente «O lui, o io»

    Il governatore insiste nell’attacco al suo gruppo in Consiglio regionale: «Nessun motivo politico, quella sanatoria è una vergogna»
    I telefoni scottano, dalle parti del consiglio regionale del Veneto. Telefonate infiammate tra consiglieri di Forza Italia per cercare una via d'uscita tra le macerie provocate dal bombardamento al quale il governatore Giancarlo Galan ha sottoposto il suo gruppo e in particolare il capo, Remo Sernagiotto.
    «Finché c'è lui, io resto fuori», è il diktat galaniano pronunciato dopo il voto che ha sancito all'unanimità la sanatoria dei portaborse e di altri "precari" in Regione.
    Provvedimento votato da tutti i partiti ma che il Governatore ha bollato come «una pagina nera».
    Quanti consiglieri credono che obbiettivo di tanta rabbia sia davvero il provvedimento in questione? Si è no l'uno per cento. Quanti credono che l'obbiettivo sia il capogruppo Remo Sernagiotto? Sempre in un'ipotetica percentuale, forse tre.
    Tutti gli altri sono d'accordo nel ritenere che Galan abbia in realtà dato il via alla "resa dei conti" all'interno di Forza Italia, per vedere chi sta con lui (magari in un'ottica di "nuovo partito federato", quel Popolo veneto delle Libertà per il quale ha ottenuto l'avallo da Berlusconi) e chi invece sta con gli amati nemici Renato Brunetta e Maurizio Sacconi: ingombranti finché erano semplici leader locali, figuriamoci adesso che sono diventati ministri.
    E così, via alle telefonate per capire chi sta con chi, in attesa della resa dei conti fissata per martedì nella riunione del gruppo alla quale parteciperà anche Galan: quindici consiglieri chiamati a decidere se Sernagiotto, amico di Sacconi e Brunetta, dovrà ancora guidarli.
    Ma il Governatore ride all'ipotesi che dietro al suo attacco ci siano motivi più o meno nascosti: «Chiedete a Sacconi e Brunetta se sulla vergogna della sanatoria per i portaborse sono d'accordo con me o con i consiglieri regionali. La mia è una denuncia sul merito, non un attacco politico. Si è formato il partito unico della sanatoria: dov'è la Lega moralista? Possibile che mi debba indignare solo io? Ci sono centinaia di precari della sanità, lavoratori indispensabili per mandare avanti centri come il reparto di Oncologia pediatrica di Padova, che aspettano da anni: e per loro alzano mille difficoltà. Poi di nascosto infilano i portaborse. Sono andati a chiedere al segretario della Regione Adriano Rasi se quell'emendamento era fattibile, e lui aveva dato parere negativo. Lo hanno ignorato, e ci hanno provato lo stesso. Sono anni che denuncio il malcostume di Regioni come la Sicilia o la Campania, che hanno dieci volte il numero di dipendenti del Veneto, e questi fanno la stessa cosa. Vergogna».
    Già, ma il disegno politico dietro il suo sfogo? Galan lo ignora: «Io contesto il modo di lavorare e le priorità del Consiglio. Che si occupino dello Statuto, piuttosto. E se non sbaglio, alle elezioni si è candidato il Pdl, mentre qui ci sono ancora i gruppi distinti di Fi a An. Perché non fanno un intergruppo, o un gruppo unico, così magari comincia ad esserci un po' di ricambio?».

    Ma Sernagiotto non ha alcuna intenzione di mollare, convinto che Galan non avrà la strada spianata; anzi, troverà un gruppo deciso a dirgli che non accetta più un comportamento che un consigliere ieri ha definito «da padre padrone».
    «So che Galan sta facendo una serie di telefonate per assicurarsi l'appoggio della maggioranza dei consiglieri - sibila Sernagiotto - ma io non lo seguo su questa strada. Perché se la questione riguarda la norma sui precari, deve sapere che noi l'abbiamo approvata alla presenza del suo assessore Silvestrin, con il quale ci abbiamo lavorato sopra per due mesi. Non lo sapeva? Non sapeva quel che stava preparando la sua giunta? Allora il problema non è nel gruppo di Forza Italia, ma altrove.
    Se invece la questione è politica, il problema non è tra me e Galan, semmai tra il gruppo e Galan.
    All'inizio della settimana il gruppo di Forza Italia mi ha incaricato di scrivergli una lettera, alla quale lui non ha risposto, che in sostanza poneva un quesito: siamo una banda di deficienti o siamo quelli che vanno a raccogliere di voti?
    Se il problema fosse tra me e lui, io mi sarei già fatto da parte. Ma se riguarda altri, è lui che lo deve dire».

    Linea dura, dunque. E si andrà alla conta. Ma quando ci si conta, le sorprese sono sempre dietro l'angolo: come è accaduto ieri mattina quando si è riunita la Consulta regionale di Forza Italia, l'organismo ideato da Niccolò Ghedini per dare un ruolo alle rappresentanze territoriali.
    I ventuno membri (tre per ogni provincia) hanno bocciato all'unanimità un documento proposto dello stesso Ghedini che chiedeva ai membri veneti del governo di dimettersi dall'incarico di parlamentari come previsto prima delle elezioni.
    Un modo per far entrare in parlamento alcuni tra i "primi dei non eletti" che guarda caso sono tutti fedelissimi di Galan.
    Una bocciatura vista da qualche consigliere, anche tra quelli vicini a Galan, come un segnale che conferma le fibrillazioni nei confronti del Governatore.
    Le telefonate di queste ore dovrebbero servire anche a capire fino a che punto la corda potrà essere tirata, anche se Galan ostenta sicurezza.
    La sua risposta all'ipotesi che il gruppo confermi la fiducia a Sernagiotto? «Chissenefrega».

    Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: forza italia, precari, veneto, regione veneto, governatore, galan | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 15 giugno 2008 da 31
    Se si vuol sapere dove sono e cosa fanno i precari, bidogna chiederlo in Regione. I sindacati ormai sono come i pompieri. Si muovono solo su chiamata. E gli iscritti pagano...

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