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Dichiarazione di Michele VIANELLO

Alla data della dichiarazione: Vicesindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: PD) 


 

Di continuare a vendere borse per le strade della città non se ne parla.

  • (20 giugno 2008) - fonte: Il Gazzettino - Venezia-Mestre - Michele Fullin - inserita il 21 giugno 2008 da 861

    Di continuare a vendere borse (taroccate o meno non ha importanza) per le strade della città non se ne parla nemmeno.
    Il vicesindaco Michele Vianello è stato molto chiaro all'incontro di ieri con una delegazione di venditori itineranti africani: «Con chi intende lavorare normalmente e integrarsi nel tessuto sociale della città noi daremo loro una mano, ma non pensino che questa volta il Comune farà un passo indietro.
    La strada per l'integrazione consiste anche in graduale percorso di inserimento nel mondo del lavoro e in questo pensiamo di poter fare qualcosa di tangibile. Per non lasciare adito a dubbi, la mia proposta sarà messa per iscritto e pretendo che la risposta sia nella stessa forma».
    Un dialogo tra amministrazione comunale e i venditori che intendono abbandonare il lavoro di strada sembra essersi dunque aperto.
    All'orizzonte c'è la possibilità di reperire spazi commerciali ad hoc e, per non più di quattro o cinque persone, la possibilità di lavorare in campo alberghiero.
    La giornata, però, non si era aperta con i migliori auspici. Alle 9 e qualche minuto la delegazione di venditori si è presentata accompagnata dall'avvocato Angelo Pozzan, che tra l'altro è stato difensore civico per il Comune.
    Alla sua vista, il vicesindaco è sbottato rifiutandosi di parlare con il legale: «L'ho mandato via - spiega Vianello - perché l'ordinanza che vieta il trasporto di merci in sacchi voluminosi non è e non sarà in discussione».
    Così, una mezz'ora dopo la delegazione si è ricomposta - questa volta senza avvocato - ed è salita a Ca' Farsetti.
    Assieme al vicesindaco c'erano il comandante della polizia municipale Marco Agostini e i suoi funzionari direttivi, che hanno spiegato la situazione attuale e l'intenzione del Comune di mettere fine al bazar mediorientale che era diventata questa città.
    «È finita l'epoca - continua il vicesindaco - in cui questa amministrazione prendeva in giro i venditori itineranti consentendo loro di fare ciò che volevano e lasciandoli quindi ai margini della società. Vendere per le strade della città non è più possibile e a chi è in regola offriamo la possibilità di integrarsi con una serie di azioni che mi impegno per iscritto a fare.
    Primo: se vogliono continuare a fare i commercianti si devono organizzare, costituendo un'impresa e uscendo dal commercio itinerante.
    Chiederemo aiuto alla cooperazione affinché si arrivi alla costituzione di una cooperativa e poi si potrà anche pensare a trovare uno spazio idoneo per l'esercizio del commercio.
    Saranno loro ovviamente a scegliere la tipologie della merce».

    Il secondo passo riguarda la predisposizione di corsi di formazione e inserimento in attività lavorative diverse da quelle del commercio.
    «Ho a disposizione - prosegue Vianello - cifre importanti da parte di associazioni imprenditoriali per l'organizzazione di corsi finalizzati ad aprire nuove attività e ad apprendere un mestiere.
    Infine, rimane valida la possibilità per pochi soggetti, non più di quattro o cinque, di essere inseriti in qualche attività alberghiera.
    Non sono abituato alle chiacchiere: queste cose le metto per iscritto e chi aderirà dovrà fare altrettanto, in modo che non ci siano più equivoci».
    Dopo un'ora abbondante di confronto a porte chiuse, le delegazioni si sono lasciate con l'auspicio di vedersi presto e proseguire il dialogo.

    «Non possiamo dare una risposta - hanno detto sbrigativamente i venditori della delegazione all'uscita - dobbiamo parlare prima con gli altri». L'impostazione di questo nuovo dialogo sembra comunque positiva, se non altro perché non sono solo più i divieti a tenere campo, ma esistono anche proposte operative precise. In questi primi giorni di validità dell'ordinanza, alcuni venditori continuano comunque a vendere, contando anche sul fatto che per la durata del Jammin' Festival, molti agenti della polizia municipale saranno impegnati altrove.

    «Dalla settimana prossima - conclude Vianello - non si scherzerà più e chi entrerà in città con il borsone sarà sanzionato. Nessuno ha detto che non si possano vendere borse e cinture altrove: chi non vuole cambiare strada è libero di continuare, ma da un'altra parte».

    Fonte: Il Gazzettino - Venezia-Mestre - Michele Fullin | vai alla pagina
    Argomenti: immigrati, integrazione, veneto, venezia, comune venezia mestre | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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