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Dichiarazione di Valter VELTRONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Correnti e fondazioni indeboliscono il partito.

  • (25 giugno 2008) - fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 25 giugno 2008 da 31

    La sfuriata di Veltroni: «Tutti chiedono che si rilanci il partito ma così lo si indebolisce... è inutile avere cautele se poi Massimo rimette ogni giorno in discussione le scelte fatte».
    Nel vertice della segreteria Pd, alle nove e mezza del mattino, Walter Veltroni si sfoga contro l’iniziativa di Massimo D’Alema, l’associazione di un centinaio di parlamentari battezzata Red, acronimo per "Riformisti e democratici" che suggerisce battaglie di sinistra e popolari.
    Giorgio Tonini, veltroniano della prima ora, è ancora più tagliente: «Una cosa è una Fondazione come "Italianieuropei", altra questa specie di conta su una piattaforma politica che si vuole alternativa.
    C’è una certa ipocrisia...». Lui, Tonini ha consigliato di nuovo «a Walter» di non farsi logorare, e «l’unico modo di uscirne democraticamente è il congresso».
    Quindi, Goffredo Bettini sente al telefono D’Alema e gli chiede segnali di pace.

    La rassicurazione di D’Alema arriva dal palco del teatro Farnese, dove l’associazione viene presentata: «Red è una risorsa, non voglio rompere le scatole a Veltroni, non è un’iniziativa che mira a destabilizzare il partito».
    Tutto il resto? Stupidaggini. E pigrizia mentale da parte di chi parla di «corrente». Ovvero, tutti coloro che, per dirla con una battuta del responsabile dell’organizzazione, l’ex Popolare Beppe Fioroni, «si sono iscritti al fan club dalemiano come fosse il fan club dell’Inter».
    Chiarimenti evidentemente non sufficienti, dal momento che la bufera delle correnti continua. Veltroni è preoccupato, il partito rischia di apparire nel caos.
    Marina Sereni la vice capogruppo di Montecitorio, scrive una lettera di fuoco sul suo blog («Fondazioni, correnti, associazioni, ora si esagera») e la fa arrivare a deputati e senatori piddì.
    Giovanna Melandri riunisce i parlamentari «contro-correnti» per discutere proprio della crisi che sta attraversando il partito.
    Giuliano Amato che prende parte al dibattito"Pd, lavori incorso costruiamo tutti insieme un partito aperto e partecipato", avverte: «Nulla di male nell’avere militato nei Ds o nella Margherita ma se continuiamo con i dosaggi si muore».

    Un universo in fibrillazione è il Pd di Veltroni. Antonello Soro bacchetta duramente chi, come Arturo Parisi, ha chiesto la testa del segretario: «La richiesta di una nuova leadership è un atto di slealtà», e a proposito del rinnovamento di cui parla Gianni Cuperlo: «E’ un giovane di grande talento che ha un’età non molto distante da quella di Veltroni...».
    A Dario Franceschini tocca gettare acqua sul fuoco, salvo sfogarsi a sua volta: Al peso specifico di Parisi? Una piuma». Fioroni poi, ci si mette d’impegno a disfare le voci di un avvicinamento di Franco Marini, leader degli ex Ppi, a D’Alema: «Franco non c’entra nulla...non è uno che idolatri il proprio "ego", era ed è per il patto generazionale che si è realizzato nell’attuale segreteria».
    A luglio, la parola passa alla prima riunione della direzione. Con Pierluigi Bersani, nel board di Red e nella segreteria veltroniana, c’è una certa tensione.
    Il ministro-ombra dell’Economia non indietreggia di un passo:«Il Pd è in un passaggio molto delicato».

    Fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina
    Argomenti: veltroni, pd, D'Alema, governo ombra, fondazioni, Red, corrente | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 25 giugno 2008 da 2292
    Questo stato delle cose è il frutto avvelenato della nascita di un nuovo partito, nato con scarsa democrazia sostanziale, che continua ad essere guidato dalle solite persone che in tutti questi anni sono stati bravi solo nel collezionare molti insuccessi, nonostante i limiti abissali degli avversari. Occorre ricominciare da capo. Con una democrazia partecipata dal basso, senza candidati precostituiti.

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