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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

La mia love story un gioco per denunciare i mali del gossip. - Intervista

  • (26 giugno 2008) - fonte: La Repubblica - Filippo Ceccarelli - inserita il 26 giugno 2008 da 31

    Contrordine: Emma Bonino non è innamorata. Era uno scherzo quanto confidato al settimanale Diva e donna a proposito di un misterioso fidanzato: «Si tratta di una bufala, dovuta ad un dato di irritazione, oltre che da una riflessione che faccio da tempo sugli stereotipi al femminile» ha spiegato ieri in una telefonata a Radio Radicale, dopo aver visto gli effetti della sua confessione pseudo-amorosa.
    Secondo l’esponente radicale, già ministro e oggi vicepresidente del Senato, il rotocalco le aveva chiesto un’intervista alla vigilia del vertice Fao sui temi della nutrizione, dell’energia e della povertà; ma poi le ha anche chiesto di fare un servizio fotografico a casa sua e insieme con la giornalista sono arrivate le «inesorabili» domande su vita personale, rinunce esistenziali e rapporti con Pannella.
    A questo punto «mi sono detta: o mi invento una lite con Pannella o mi invento un fidanzato». E ha scelto - significativamente, si può forse notare - l’opzione del fidanzato inventato. A questo solo dovrebbe essere limitata la bufala, il servizio essendo di quattro pagine. Il giorno dopo, comunque, Emma Bonino è rimasta sorpresa e contrariata dal rilievo e dalle modalità con cui le agenzie e i quotidiani, tra cui Repubblica, avevano accolto la storia del suo finto amore. Per concludere: «È un bel test sul giornalismo italiano, credo». Ce n’era quanto basta per qualche domanda e qualche risposta. Scritte, purtroppo.

    Ma non è che pure stavolta s’inventa qualcosa per poi poter dire che era una bufala?
    «Guardi, sono così poco pratica in bufale che non sono riuscita a reggere il gioco per più di 24 ore! Anche se mi sarebbe piaciuto: sono sicura che qualche contenitore Rai avrebbe imbastito qualche dotto dibattito sull’«amore a 60 anni» con tanto di invito come testimonianza di vita vissuta, nella migliore tradizione di presenza femminile stereotipata. Basta verificare i dati del centro d’ascolto radicale per scoprire che è esattamente così».
    Non pensa che i politici, nei confronti dell’informazione, tirano il sasso e nascondono la mano?
    «Non capisco la domanda se rivolta a una radicale: come si sa abbiamo fatto e continuiamo a fare della questione «informazione», Rai e non solo, uno dei punti salienti della nostra lotta politica per la democrazia nel nostro paese a partire dal principio base del «conoscere per deliberare». Altri patteggiano o lottizzano in modo spesso poco limpido. Noi ne abbiamo "guadagnato" una vera e propria «conventio ad excludendum» , in più accusati di essere ripetitivi e di fare i vittimisti. Nel corso degli anni ci siamo imbavagliati in video, abbiamo digiunato, ci siamo autodenunciati... Per "dare corpo alla politica", come direbbe Pannella, e per far sì che le varie opinioni, comprese le nostre, su vari argomenti avessero pari dignità di spazio e informazione, o che temi sociali "vietati" trovassero inserimento nell’agenda politica di volta in volta distratta: è stato vero per il divorzio, l’aborto clandestino, lo sterminio per fame nel mondo, "la giustizia giusta" e potrei continuare».
    Secondo lei, è una notizia che il vicepresidente del Senato dichiari o comunque ammetta di essere innamorato?
    «Mi consulterò con i miei colleghi vicepresidenti del Senato, Vannino Chiti e Domenico Nania, per sapere se, anche a loro, è capitato di essere sottoposti a domande sui propri affetti, con tanto di analoghi ragionamenti più o meno imbastiti».
    Esiste oggi una netta linea di demarcazione tra sfera pubblica e sfera privata? E se sì, chi la stabilisce?
    «Ma io non ho posto per niente questo problema che peraltro non mi appassiona. Ho posto il problema che una donna "impegnata" in qualunque campo inesorabilmente si chiede sempre qualcosa che ha a che fare con la vita sentimentale, o familiare o privata. E come le concilia, e a cosa ha dovuto rinunciare evia stereotipando. Ma ho visto rivolgere le stesse domande a un politico maschio».
    Le viene mai il sospetto che alla lunga la conquista dell’attenzione, con le sue tecniche, finisca per scappare di mano ai personaggi pubblici?
    «Ho già risposto sopra».
    Al netto dell’irritazione: davvero lei pensava che un rotocalco come Diva e donna volesse farle un’intervista alla vigilia del vertice Fao, lei dice, sui temi della nutrizione, dell’energia e della povertà?
    «Scusi se insisto ma il problema non è tanto Diva e donna, quanto che un giornale come La Repubblica dedichi una mezza pagina (mezza pagina!) con tanto di ricerche di archivio e approfondimenti socio-politici ad una vicenda relativa a una persona che nel frattempo è intervenuta su Alitalia, immigrazione, sicurezza, giustizia, è andata fino in Egitto per seguire un prevertice sulla "nuova" fame nel mondo" e potrei continuare, senza che lo stesso giornale trovasse mai né "lo spazio" né l’interesse per nessuna di queste "inutili" o appunto poco sexy attività».

    Fonte: La Repubblica - Filippo Ceccarelli | vai alla pagina
    Argomenti: informazione, senatrici, radicali al Parlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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