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Dichiarazione di Emanuele FIANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

A rischio una pezzo della storia d'Italia

  • (02 luglio 2008) - fonte: Sito web del Partito Democratico - inserita il 03 luglio 2008 da 2761

    “Il Parlamento intervenga al più presto per scongiurare la vergognosa chiusura del museo storico della liberazione di Roma in Via Tasso". Così Emanuele Fiano, deputato del PD, intervenendo in aula alla Camera sulla vicenda riguardante il noto museo romano dedicato alla storia della Liberazione italiana. "Si tratta di un pericolo - ha spiegato Fiano - che spero tutta l'Assemblea voglia condannare sollecitando interventi per garantire la continuità dell’attività del museo”.

    Il segretario del Pd Walter Veltroni, ed ex sindaco di Roma, ha infatti presentato un’interrogazione parlamentare, proprio per trovare una soluzione a questa chiusura, in cui chiede al governo di rivedere urgentemente le misure previste in materia nel decreto legge 112 dello scorso 25 giugno, che all'articolo 26 nella cosidetta norma taglia enti, prevede appunto la soppressione degli enti pubblici non economici con una dotazione organica inferiore alle 50 unità.

    “Lo scioglimento dell’ente che gestisce il Museo di via Tasso, con la sua articolazione pluralista e rappresentativa, sarebbe un affronto inaccettabile ed inqualificabile nei confronti della nostra memoria collettiva e di tutti quegli italiani che hanno pagato con la loro vita il prezzo della nostra libertà” ha dichiarato Walter Veltroni: “Sono certo che il governo saprà riconoscere la fondamentale peculiarità di questa struttura e saprà restituirle l’autonomia che le ha permesso di diventare un punto di riferimento, anche a livello internazionale, tra i luoghi del ricordo e della coscienza”.

    L’allarme della chiusura era stato lanciato dal direttore dello stesso museo Antonio Parisella ai microfoni di Radio Popolare Roma. Nel suo appello Parisiella, direttore del museo dal 2001, ha ventilato la sorte del museo: “I suoi beni, le sue attività, e le sue risorse finanziarie andrebbero ad un ufficio dell’amministrazione dei Beni Culturali che lo trasformerebbero in un qualsiasi museo gestito come un ufficio pubblico, togliendogli gran parte del suo significato che sta proprio nell’essere un’istituzione che è anche parte della società civile”.

    Queste le possibili soluzioni che intravede Parisiella: “Una è che durante la durante la discussione per la conversione del decreto si creino degli spazi per riuscire sopravvivere come soggetti autonomi; l’altra è che alcuni enti vengano ripescati come con decreto del ministro”.

    Il museo riconosciuto nel 1957, in realtà fu inaugurato 4 giugno 1955 dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. All'epoca si decise di ubicarlo nei locali che negli anni dell’occupazione nazista di Roma vennero usati come carcere del comando della polizia di sicurezza sotto il comando di Herbert Keppler.

    Per via Tasso passarono circa duemila persone, sia uomini che donne, per essere sottoposti a interrogatori, torture ed altre violenze. Non solo militari clandestini e partigiani, chiunque poteva finirci senza alcun motivo per poi essere condotto perfino al tribunale di guerra o a Regina Coeli. L’obiettivo dei nazisti, in particolare della polizia di sicurezza tedesca, allora guidata dal tenente colonnello Herbert Kappler, consisteva nell'ottenere informazioni sulle mosse delle organizzazioni di Resistenza.


    Fonte: Sito web del Partito Democratico | vai alla pagina
    Argomenti: Museo storico della Liberazione di Roma, Radio Popolare Roma, Gronchi Giovanni - Presidente della Repubblica, Kappler Herbert | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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