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Dichiarazione di Massimo CALEARO CIMAN

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PT già IR) 


 

A Veltroni dico: “Troppe chiacchiere”. E il federalismo fiscale è una priorità. - Intervista

  • (15 luglio 2008) - fonte: L'Opinione delle Libertà - Aldo Torchiaro - inserita il 15 luglio 2008 da 31

    Massimo Calearo, vicentino, già presidente di Federmeccanica, è un dirigente d’azienda prestato alla politica, a cui chiederà comunque – in nome collettivo – tutti gli interessi. Eletto alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico, tra qualche se e non pochi ma, chiede attenzione per il suo Veneto ma soprattutto nessuna ipocrisia a Veltroni, quando si parla di lotta alla burocrazia e di detassare le imprese. E punta l’indice contro un parlamentarismo dissociato dalla vita reale del Paese.

    Malgrado la sua candidatura, Calearo, il Pd nel Nord Est proprio non prende voti…
    Il Pd fa molta fatica al Nord Est, anche perché non viene capito dalla gente. La Lega è stato l’unico partito che è riuscito a parlare davvero alla gente, dobbiamo dirlo. E’ stato l’unico partito che ha saputo andare nei bar, frequentare dall’interno il mondo reale. Spiegando le cose che non andavano. E io dico oggi al Pd di fare l’inverso: parlare non alla pancia della gente, ma al cuore per arrivare alla testa.
    Cosa bisogna dire alla gente?
    Ci sono alcuni fattori molto sentiti dalla gente del Nord. Uno è la sicurezza: non possiamo continuare a dire che è più sentita che reale, perché l’allarme è reale e serio. E c’è troppa burocrazia, la gente vuole tempi veloci e non vede come sia possibile al giorno d’oggi fare i conti con uno Stato lento e ingessato.
    Su tutto c’è la priorità del federalismo fiscale.
    Il federalismo fiscale è molto sentito, ma non si risolve dicendo che tutti nel Nord Est vogliono tenere tutto quel che producono. E’ sparita l’idea che i vicentini pensano a Vicenza e i veneziani a Venezia: noi tutti pensiamo che l’Italia deve emergere tutta insieme, o non emergerà affatto. Il sistema Italia però si aiuta così, dando competitività e non sostegni statali a vuoto.
    Il modello Nord Est non è esportabile?
    Intanto però non facciamone un mito. Nel Nord Est l’impresa è competitiva fino al cancello della propria impresa. Poi dal cancello in poi qualche volta la strada non va da nessuna parte: il problema delle infrastrutture è serio anche da noi. E’ un grosso problema proprio perché il Nord Est è molto produttivo ed è la porta dell’Est, abbiamo come sbocco la nuova Europa allargata, fatta di 500 milioni di clienti. E le strade per raggiungerli? E la tav, dov’è?
    Mi racconta come è nata la sua candidatura? Mi sembra che anche il Pdl l’aveva corteggiata…
    La mia idea era quella di tornare in azienda e al limite impegnarmi con la Confindustria, che è una cosa che ben conoscevo. Alla politica non pensavo assolutamente soprattutto con l’idea di avere a che fare con 23 gruppi in parlamento non mi avrebbe mai allettato. Sono stato contattato in parte dal centrodestra, in parte dalla Lega. Poi una sera, era un venerdì, il capogruppo del Pd in Veneto Michele Giarretta mi ha chiamato a casa per dirmi che Veltroni mi voleva, e mi ha proposto di fare il numero uno del Pd nel collegio Veneto Uno. Ho guardato il telefono mentre mi parlava e gli ho risposto: Giarretta, vuoi un no subito o te lo posso dire lunedì? Mi ha detto che potevo pensarci.
    E poi?
    Sono andato a parlare con una persona di cui mi fido, Montezemolo. Gli ho chiesto un consiglio e lui mi ha suggerito di parlare direttamente con Veltroni per capire quale era la proposta concreta.
    C’è andato?
    Si, due giorni dopo. Ho incontrato Veltroni e gli ho chiesto cosa mi proponeva. Lui: “di fare il capolista”. Gli ho risposto che non bastava, e lui mi ha guardato come se fossi pazzo.
    Cosa gli ha chiesto?
    Se vinciamo, il Veneto deve avere almeno un ministro. Non devo essere io, ma ci deve essere almeno un ministro. Veltroni mi ha detto che non ci aveva pensato, ma che forse era possibile garantirmelo. E la cosa è rimbalzata sui giornali eil centrodestra ha ripreso il tema, c’è stato un rincorrersi nei duelli televisivi. La Lega ha rilanciato: Berlusconi faccia cinque ministri veneti! Ecco, oggi se il Veneto ha tre ministri nel governo Berlusconi forse una parte della “colpa” ce l’ho anch’io.
    L’agenda politica è occupata da altri temi, oggi. La giustizia su tutti…
    Mi sto rendendo conto di una cosa, probabilmente sbagliando: la politica parla di se stessa come se fosse il vero centro del mondo. Ma la gente normale vive una vita totalmente diversa.
    E lei come vive il rapporto con la politica?
    A una certa ora, esco da Montecitorio e cerco di tagliare i ponti con i parlamentari, i quali invece si frequentano sempre e solo tra di loro. Vado a cena con i miei clienti e fornitori, rientro nei miei panni di imprenditore e tutto sommato di normale cittadino. Lì mi rendo conto di quanto coesistano due mondi diversi: uno parlamentare e uno reale, e che questi due mondi faticano a parlarsi e a capirsi.
    Deluso anche da chi l’ha eletto?
    La politica vende gelati in Alaska, anche grazie al sistema dei media nazionale. Si continuano a vendere bellissime idee e promesse che comunque non vengono messe in pratica e alla fine non si realizzano. Ma non so per quanto tempo la politica, di destra e di sinistra, potrà andare avanti senza occuparsi dei problemi reali.
    Dei quali si occupano ministri veneti come Brunetta e Sacconi, ad esempio. Se lei fosse al governo cosa farebbe?
    Per fortuna non ci sono. E alla Camera parlo solo di cose che so: il costo del lavoro, per esempio. Ho introdotto uno stile di attività parlamentare mio: mi sono imposto di non votare leggi che non conosco, e ne voglio approvare il meno possibile, per ogni nuova legge ne voglio abolire cinque.

    Fonte: L'Opinione delle Libertà - Aldo Torchiaro | vai alla pagina
    Argomenti: federalismo fiscale, pd, veneto, problematiche sociali, confindustria, parlamentari | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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