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Dichiarazione di Ottaviano DEL TURCO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Abruzzo (Partito: Unione)  - Consigliere Regione Abruzzo (Lista di elezione: SDI) 


 

«Così mi cade il mondo addosso»

  • (15 luglio 2008) - fonte: Corriere della Sera- Francesco Alberti - inserita il 15 luglio 2008 da 31

    Sapeva di essere sotto la lente dai pm: «Sono atti dovuti, tutto si chiarirà»

    PESCARA — «Mi cade il mondo addosso. Ma che sta succedendo?».
    L'hanno rinchiuso in una cella del carcere di Sulmona. Penitenziario di massima sicurezza. Lontano da tutto e da tutti, irraggiungibile. «Isolamento di tre giorni» ha detto il procuratore di Pescara, Nicola Trifuoggi.
    Neanche i suoi legali può incontrare. Figuriamoci i familiari. Le guardie non lo perdono d'occhio. L'ultima immagine è delle 15 e 50 di ieri. Un'Alfa 156 grigia che entra nel cortile del carcere di Sulmona. Si intuisce la stazza robusta di Ottaviano Del Turco, il filo di barba coltivato ad arte. È seduto tra due militari delle Fiamme gialle. Sguardo dritto davanti a sé. Aria assente, lontana. O forse no, è solo concentrato sull'abisso che gli si sta spalancando di fronte. Ottaviano, chiamato così perché ultimo di otto figli, padre bracciante, lui autodidatta. Ultimo segretario del Psi quando già Craxi era ad Hammamet, costruì la sua carriera politica sulla ricostruzione post-tangenti.
    E ora, su una tangente che definire extralarge è poco (così dice l'accusa), rischia un volo terribile.
    «Ma che sta succedendo? Qui è tutto in ordine».
    Ieri mattina, quando alle 5 e 20 gli uomini della Finanza hanno bussato alla palazzina di via Vico IV, il «governatore» ha capito subito tutto. E nello stesso tempo non ha capito niente. Ha visto la profondità del burrone.

    Ma ha faticato a comprendere, così racconta l'amico e consigliere regionale Angelo Pisegna Orlando, cosa cercavano quegli uomini in divisa tra i suoi libri, i suoi quadri. «Per Ottaviano è stato un fulmine a ciel sereno. La sera prima abbiamo preso insieme l'aperitivo e i suoi pensieri erano tutti per l'incontro a Roma sulla sanità».
    Un'ossessione questa storia della sanità abruzzese. Del Turco era convinto di avercela fatta a ripianare la voragine del debito e di poter evitare il commissariamento: «Abbiamo chiuso con il far west — diceva —, la Destra ha sgovernato per anni».

    Sapeva di avere gli occhi della magistratura addosso: «Ma sono atti dovuti, tutto si chiarirà».
    Non sapeva, però, che nelle 442 pagine dell'accusa si parla di tutto: di valigie piene di soldi, di spartizioni davanti ad un piatto di capretto, di fiumi di denaro. Ora Del Turco, l'ex presidente Antimafia che era contrario alla proiezione del film La Piovra perché «rischia di mitizzare la mafia», è in cella. Nemmeno il figlio Guido ha potuto avvicinarlo: «Mio padre un tangentaro? Fantascienza, ma l'avete vista la nostra casa di Collelongo?». E il sindaco del paese Angelo Salucci: «Sono sconvolto, l'arresto è esagerato, non penso che avrebbe nascosto le prove».

    Fonte: Corriere della Sera- Francesco Alberti | vai alla pagina
    Argomenti: corruzione, tangenti, sanità, magistratura, Del Turco, regione abruzzo, guardia di finanza, carcere, governatore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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