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Dichiarazione di Romano COLOZZI

Alla data della dichiarazione: Assessore Regione Lombardia


 

TICKET SANITARI, PER EVITARLI SPUNTA IL "LODO COLOZZI"

  • (16 luglio 2008) - fonte: Da: "Il Revisore" - inserita il 30 luglio 2008 da 3046
    Sull’eliminazione del “superticket” di 10 euro sulle visite specialistiche introdotta dal Governo Prodi e, più in generale, sulla quantificazione del fabbisogno sanitario per gli anni 2010 - 2011 si rischia di giungere allo scontro frontale fra livelli istituzionali, come non era mai accaduto nella recente storia del nostro Paese. La vicenda assume contorni inspiegabili dal momento che le Regioni, di fronte a una severissima manovra Finanziaria, invece di protestare a gran voce, come è sempre successo in passato, hanno dichiarato la propria disponibilità ad un taglio di ben 7,8 miliardi di euro sul patto di stabilità nel triennio. Ciò che però le Regioni dichiarano come assolutamente inaccettabile è la violazione del Patto della salute che si configurerebbe in questo modo: da una parte non coprirebbe integralmente gli 834 milioni di euro necessari ad eliminare il ticket per il 2009; dall’altra, comporterebbe il sotto dimensionamento del Fondo sanitario per il 2010 e 2011, deciso unilateralmente dal Governo, in spregio alla logica pattizia ormai consolidatasi, con il conseguente sotto finanziamento, stimabile intorno a 9 miliardi di euro, rispetto alla crescita attesa della spesa sanitaria. Io ritengo che il nostro Paese, con tutte le criticità già presenti nell’attuale contesto economico e sociale, non possa permettersi un conflitto su un tema cosi sensibile come quello della sanità, che tocca direttamente ogni cittadino. Non mi sfugge la logica con cui il Governo è intervenuto: come più volte sostenuto dal Ministro Sacconi, si ritiene infatti non più compatibile con la situazione finanziaria del nostro paese il tendenziale di crescita della sanità, che è pur diminuito di circa 8 punti nel giro di sette anni. Ciò che pare assolutamente astratto è il ritenere che un freno così drastico alla dinamica di aumento del Fondo sanitario possa essere ottenuto esclusivamente intervenendo ancora su diseconomie e sprechi. In altri termini, se quelli indicati nel manovra finanziaria sono limiti invalicabili per lo Stato, si tratta di operare contemporaneamente una attenta analisi del nostro sistema sanitario, non dimenticando che proprio nelle sue ultime settimane di vita il precedente Governo aveva approvato una revisione dei livelli essenziali di assistenza che porteranno ad una aumento oggettivo della spesa. Non si può pensare allora di gestire interventi strutturali sul sistema sanitario giocando la questione finanziaria su un tavolo separato; dal momento che l’Economia ha detto che si occupa solo di saldi, ad altri tavoli sarebbe delegato il compito di stabilire le garanzie da assicurare ai nostri cittadini. Questo è stato l’errore di metodo fino ad oggi compiuto. La mia proposta tende ad evitare un conflitto istituzionale così dirompente: essa è basata sull’impossibilità, dichiarata dal Governo, di recuperare ulteriori risorse in questa fase, e proponeva quindi di usare i 400 milioni di euro messi a disposizione per congelare il ticket sanitario fino al 30 giugno 2009 ed aprire un’immediata fase di confronto per giungere ad una definizione condivisa in termini qualitativi, quantitativi e finanziari di un nuovo Patto per la salute. Tale proposta mi sembrerebbe ancora più opportuna nella prospettiva, dichiarata dall’attuale Governo, di approvare entro il 31 dicembre di quest’anno la riforma attuativa dell’articolo 119 della Costituzione: il cosiddetto federalismo fiscale, che cambierebbe radicalmente i termini anche del problema di cui ci stiamo occupando. In questo contesto, perché dunque andare allo scontro su una questione che manifesterebbe i suoi effetti concreti non prima di 17 mesi e i cui termini, molto probabilmente, verranno totalmente modificati con la legge sul federalismo fiscale? Sarebbe quantomeno ingiustificato, a meno che non ci sia il retropensiero che la riforma non possa entrare in vigore prima di questo lasso di tempo. Tra l’altro, proseguire ostinatamente su questa strada, porterebbe inevitabilmente le Regioni, anche le più virtuose, a dover dichiarare un disavanzo, col risultato di offrire un alibi comodissimo a quelle Regioni che virtuose non sono state, regalando anche a queste ultime il pretesto per non onorare il piano di rientro basato su impegni dello Stato, che verrebbero unilateralmente cambiati. E così, dopo il danno di decine di miliardi sprecati, la beffa di una sostanziale impunità.
    Fonte: Da: "Il Revisore" | vai alla pagina
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