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Dichiarazione di Marco PANNELLA

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

«Nessuno tocchi Tareq Aziz, la Rai non censuri questa battaglia» - Intervista

  • (18 luglio 2008) - fonte: L'Unità - Umberto De Giovannangeli - inserita il 18 luglio 2008 da 31

    «Con il probabile assassinio di Stato di Tareq Aziz tutta una storia di atrocità e di complicità connesse che segnarono sino agli ultimi giorni del regime di Saddam Hussein, potrebbero restare per sempre sepolte». Dodici giorni di sciopero della fame, non intaccano la lucidità intellettuale e la passione civile di Marco Pannella: l’europarlamentare radicale è impegnato in una battaglia di civiltà, e di verità, per impedire l’esecuzione capitale dell’ex ministro degli Esteri e vicepremier iracheno. Una battaglia oscurata dai mass media, «malgrado che ad ora 385 parlamentari italiani ed europei, fra i quali i 3 ex presidenti della Repubblica viventi - Cossiga, Scalfaro e Ciampi con gli altri 4 senatori a vita e nel Parlamento europeo tutti i presidenti dei gruppi parlamentari, abbiano fatto proprio l’obiettivo di questa lotta» . Pannella lancia un duro j’accuse: «Io accuso la Rai Tv in particolare di oscurare deliberatamente questa vicenda e di essere da sempre la principale responsabile di delitti come questo che si annuncia per Tareq Aziz. La conventio ad excludendum non è più solo nei confronti di noi Radicali ma di chiunque, per illustre che sia, che si impegni come e con noi su fondamentali battaglie per i diritti umani e per la pace».
    Di nuovo una battaglia per bloccare il boia di Stato in Iraq.
    «Vorrei citare un episodio che è illuminante della situazione di oggi: noi, con Nessuno tocchi Caino, prim’ancora della conclusione del "processo" (si fa per dire) di primo grado, demmo vita alla campagna "Nessuno tocchi Saddam" che registrò molte adesioni a livello internazionale e anche nelle istituzioni italiane. Quando Saddam fu condannato a morte, ci facemmo promotori di iniziative non violente (non solo scioperi della fame ma financo della sete) in vista del processo di appello e della sicura conferma della condanna a morte e dell’esecuzione che ne sarebbe scaturita. Allora i compagni iracheni del Partito radicale, quasi tutta la resistenza antisaddamita, la popolazione e le istituzioni curde, non si sentirono di sostenere la nostra lotta. Risultato: è stata mozzata una testa per tappare una bocca...Ora questo rischia di ripetersi con Tareq Aziz...».
    Con quale risultato?
    «Con il risultato che tutte le ignominie, le infamie di decenni di regime ai loro danni non saranno più sottoposte alla pubblicità di un processo. e alla conoscenza del mondo. Questo dimostra, in modo particolarmente evidente e scandaloso, cosa si celi, comunque, dietro ad ogni condanna a morte, anche per l’ultima delle persone, la più misera e non solo miserabile».
    Negli Usa va avanti la richiesta di impeachment di George W.Bush per crimini di guerra, avanzata dal parlamentare Dennis Kucinich...
    «Direi che quanto agli Stati Uniti essi, e non noi, sono direttamente responsabili di quasi tutto il bene (semmai ci fosse) e del male di questa vicenda "irachena", che sappiamo essersi rivelata costosissima per la causa delle democrazie della pace nel mondo, in primo luogo per la stessa immagine degli Usa. Comunque sia, negli Stati Uniti esiste ormai una letteratura sterminata che imputa al presidente Bush una serie grave e numerosa di fatti, anzi di misfatti. D’altra parte, proprio questa richiesta di impeachment da tempo riproposta dal membro della Camera Dennis Kucinich, è approdata a poco o a nulla, tranne la novità che la speaker della Camera Nancy Pelosi ha accettato che la Commissione giustizia discuta, ma solo in parte, le imputazioni avanzate da Kucinich. C’è da aggiungere che al Congresso e al Senato americani restano in realtà poche settimane di lavoro prima della chiusura per le elezioni presidenziali del 5 novembre».
    Cosa è possibile fare per evitare questo «assassinio di Stato»?
    «Noi Radicali, nonviolenti gandhiani e non "pacifisti", abbiamo per intanto di già, incardinato un prestigioso schieramento di compagni di lotta per questo obiettivo. Purtroppo l’opinione pubblica lo ignora. Ora il problema principale è questo: come uscire dalla "clandestinità mediatica" questa battaglia di civiltà che è anche contro il tempo, perché la vita di Tareq Aziz può essere stroncata anche fra poche settimane. A misfatto compiuto le responsabilità del peggio, non solo del passato ma anche quelle presenti, risulterebbero incontrollate e incontrollabili. Oltre che non sanzionate e sconfitte.
    Appare sempre di più letteralmente terrorizzante la responsabilità dei media.
    Io accuso la Rai Tv in particolare di esser già stata la principale responsabile del compiersi di una guerra evitabile. con Saddam ormai pronto all’esilio. Infatti Bush arrivò addirittura ad anticipare al 10 Marzo la guerra annunciata perché era ormai maturata la piena disponibilità di Saddam ad accettare l’esilio, e quindi ad avere per l’Iraq un passaggio alla democrazia senza spargere una sola goccia di sangue. Se la Rai Tv non avesse fatto ignorare, seppellendola, questa possibilità, pur assunta dal Parlamento e dal governo italiani, l’Italia sarebbe stata, come lo scorso anno per la proclamazione della moratoria universale sulla pena di morte, la nazione cui avrebbe potuto essere attribuito il primato di una grande vittoria della pace e della democrazia, contro la guerra».

    Fonte: L'Unità - Umberto De Giovannangeli | vai alla pagina
    Argomenti: usa, iraq, pena di morte, moratoria, democrazia, radicali, Rai, pannella, Bush, diritti umani, non violenza, televisione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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