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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

Basta con i soldi dati a tutti: li prenderà solo chi li merita

  • (19 luglio 2008) - fonte: La Repubblica.it - inserita il 19 luglio 2008 da 2528
    Intervista di Repubblica a Renato Brunetta. Brunetta è appena arrivato alla prefettura di Napoli per il Consiglio dei ministri e conferma la sua linea: "Napoli è pulita. Quanti giorni sono passati? Meno di sessanta. Questo successo lo si deve all'intelligenza e alla tenacia di Silvio Berlusconi. Viva Berlusconi!", dice. Ma non sono soldi sprecati anche quelli che avete speso per trasferirvi tutti a Napoli? Le sembra un esempio di amministrazione oculata? "Ma no, siamo arrivati tutti insieme con un aereo di Stato e, come in una gita scolastica, siamo stati trasferiti dall'aeroporto alla prefettura con un pullman, anche un po' scassato, dell'esercito". Intanto lei ha deciso di decurtare lo stipendio dei dipendenti pubblici che resteranno a casa malati anche se solo per alcuni giorni. Scatterà subito la visita fiscale. Ma di quanti medici avrà bisogno? Non rischia di fare un buco nell'acqua? "È un deterrente. Non ci sarà più quella franchigia di uno, due, tre giorni senza alcun controllo. Basta con i medici compiacenti, con i dirigenti che non si curano di accertare le assenze dei propri dipendenti, con i lavoratori che abusano di una situazione tutto sommato di privilegio. La pubblica amministrazione, invece, deve avere le stesse regole del privato". Cosa vuol dire in concreto? "Vuol dire che bisogna costruire una convergenza tra settore pubblico e privato perché non possono più essere due mondi separati. Non è più accettabile che nel pubblico impiego ci sia il doppio di assenteismo rispetto al privato, che non ci sia produttività, che non ci sia trasparenza nei bilanci e nei comportamenti, che non si misuri la soddisfazione dei consumatori-cittadini". Ministro, si parla di questo da oltre dieci anni. All'inizio degli anni Novanta al suo posto c'era Cirino Pomicino che diceva le stesse cose. Non è cambiato quasi nulla. Perché ora dovrebbe accadere? "Nel frattempo è successo che l'Italia è entrata a far parte dei paesi dell'euro, non ha più a disposizione la svalutazione competitiva, non può più nascondere la polvere sotto il tappeto. Allora si poteva dire: "La pubblica amministrazione non è efficiente? Chissenefrega, tanto abbiamo la svalutazione". Si tornava così a galleggiare con una crescita economica drogata e un'inflazione più alta degli altri. Saggiamente abbiamo aderito alla moneta unica, però non abbiamo fatto le riforme strutturali, tra queste quella della pubblica amministrazione. E così cresciamo meno degli altri. Io ritengo che almeno un terzo del nostro differenziale negativo di crescita sia dovuto all'inefficienza della pubblica amministrazione. Il mio, quindi, non è un accanimento terapeutico nei confronti del pubblico impiego. La mia è una battaglia per avere negli uffici pubblici la stessa efficienza della Ferrari, della Brembo o di Versace. Come? È molto semplice: costruire nella pubblica amministrazione delle regole simili a quelle del privato. Ci vuole un padrone vero perché i policy maker o i dirigenti sono padroni finti, il loro obiettivo non è quello di massimizzare il benessere dei cittadini". D'accordo, come si raggiunge questo obiettivo? "Con l'introduzione dal primo gennaio della class-action anche per i servizi della pubblica amministrazione si darà voce oltre che al cittadino-elettore, che vota, al cittadino-consumatore che potrà rivalersi se il servizio offertogli non sarà all'altezza. Sarà licenziato il dirigente responsabile del servizio. Il fiato dei cittadini sul collo della pubblica amministrazione è una grandissima novità". Come si fa a misurare la produttività nel pubblico impiego. "Nel privato la produttività la misura il mercato: se non sei efficiente salti. Così dovrà essere anche nel pubblico. La class action porterà con sé delle indicazioni di standard relativi ai tempi e alla qualità di erogazione dei servizi. Bene, l'introduzione di standard implica l'individuazione dei responsabili. Chi non raggiungerà gli obiettivi se ne andrà, gli altri saranno premiati". Di chi è la colpa della scarsa produttività? "Il pesce puzza dalla testa. Quindi la colpa è del datore di lavoro, dei dirigenti e di una sorte di cogestione tra cattivo datore di lavoro e un sindacato non più meramente portatore di interessi bensì cogestore del lavoro pubblico". Pensa di motivare i lavoratori con un aumento contrattuale di 60 euro? "Ma non è così! I dati oggettivi dicono che negli ultimi sette anni i dipendenti pubblici hanno ricevuto incrementi doppi rispetto all'inflazione effettiva, mentre nel privato gli aumenti sono stati di poco superiori all'inflazione. Nel pubblico la contrattazione di secondo livello riguarda tutti con incrementi a pioggia". Per questo ha azzerato il fondo per la contrattazione integrativa? A Repubblica sono arrivate decine di lettere di lavoratori che denunciato un taglio del 30 per cento dello stipendio. "Non è vero, è falso. La Finanziaria, da una parte, taglia il fondo per la contrattazione di secondo livello, ma dall'altra istituisce un fondo per la premialità virtuosa, finanziato dalle risorse che arriveranno dal taglio delle consulenze che grazie a me scompariranno. Dunque i soldi ci saranno ma non saranno più erogati a pioggia. Questa è una battaglia per il paese e soprattutto per la parte più debole. Io non dimentico di aver diretto per vent'anni la Fondazione Brodolini. E proprio Brodolini diceva che si deve "stare da una parte sola, dalla parte dei lavoratori". Questa è una battaglia di sinistra e vorrei tanto che i sindacati stessero con me".
    Fonte: La Repubblica.it | vai alla pagina
    Argomenti: pubblica amministrazione, assenteismo, stipendi, class action, dipendenti, consulenze, malattia, visita fiscale, dirigenti, contrattazione integrativa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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