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Dichiarazione di Aldo BRANCHER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Sottosegretario  Presidenza del Consiglio delega al Federalismo (Partito: PdL) 


 

[Fi] Su Bossi. «Ha esagerato, ma basta strumentalizzarlo» - Intervista

  • (22 luglio 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 22 luglio 2008 da 31

    Umberto voleva infiammare la sua gente però sulle riforme punta al confronto in Parlamento

    Roma. Lo conosce meglio di molti deputati e senatori che in Transatlantico o a Palazzo Madama esibiscono il verde del Carroccio. Perché con Umberto Bossi, padre-padrone della Lega e ministro per le Riforme, Aldo Brancher, «azzurro» della prima ora e, come il Cavaliere, imprenditore prestato alla politica, con il Senatùr ha collaborato per anni. Tanto da diventare il vero e proprio «ufficiale di collegamento» tra Forza Italia e la Lega anche quando i rapporti tra Bossi e Berlusconi erano ufficialmente interrotti. Oggi Brancher è sottosegretario con delega alle Riforme, insomma è come sempre al fianco del leader padano. Che, ancora una volta, si ritrova al centro di un affaire istituzionale rovente scatenato dalle sue esternazioni.
    Sottosegretario Brancher, non c’è il rischio che uscite del genere compromettano i già esigui spazi di dialogo tra maggioranza e opposizione?
    «L’uomo lo conosciamo tutti. Ed io meglio di tanti altri. Bisogna ammetterlo, lui non si trattiene, tende a fare fughe in avanti. Talvolta, come in questo caso, troppo in avanti. Nelle ultime ore gli ho parlato a lungo e posso dire che è molto dispiaciuto per le reazioni suscitate dalle sue parole...».
    Dipiaciuto, ma di certo non sorpreso.
    «Lo ripeto, anch’io penso che talvolta esageri. Ma ritengo anche che ci sia tanta strumentalizzazione negli argomenti utilizzati per replicargli».
    In verità non è che abbia usato molte perifrasi, non trova?
    «Sì, ma si tende a dimenticare il contesto. E cioè un’assemblea leghista in Veneto, una platea da accendere, da gratificare. Lui, Bossi, lo sapete come è fatto, quando si ritrova tra la sua gente si lascia andare, si concede alla base del suo movimento. È sempre stato così».
    Anche col rischio di compromettere un percorso condiviso verso il federalismo fiscale?
    «Ma no, non esageriamo. Torniamo con i piedi per terra. Ora il federalismo fiscale è diventato un testo su cui confrontarsi e che in questi giorni inizierà il suo iter parlamentare. Un testo sul quale Bossi ha lavorato a lungo, anche dietro le quinte, per limare e per accogliere proposte e suggerimenti».
    Ma dall’opposizione vi contestano di averlo costruito intorno al modello lombardo che per il Sud sarebbe una vera mazzata.
    «Intanto c’è da dire che il riferimento al modello lombardo è contenuto nel programma di governo con il quale abbiamo vinto le elezioni. E, comunque, ancora una volta si tratta di critiche strumentali. La verità, invece, è che abbiamo accolto molti dei punti elaborati dalla Conferenza Stato-Regioni».
    Buttando a mare il modello lombardo?
    «Diciamo pure che ne siamo profondamente distaccati sostituendolo con un’idea di federalismo differenziato e con una robusta dose di perequazione».
    L’elemento di maggiore novità?
    «Direi quello della forte accentuazione del principio di responsabilità e dell’introduzione dei costi standard per i servizi che le Regioni erogano. Si trattava di migrare da un sistema basato sui trasferimenti, sulla finanza derivata ad uno che preveda il protagonismo (e la responsabilizzazione) dei territori. Non è un processo semplice, ma crediamo che il percorso delineato sia quello giusto».
    Anche per le Regioni, e parlo soprattutto di quelle meridionali, che hanno i conti più pesantemente in rosso?
    «Guardi che l’idea dei livelli essenziali da garantire a tutti i cittadini nella nostra riforma è esplicitata con forza e con chiarezza. Così come è delineato altrettanto nettamente l’intervento, per un certo numero di anni, delle Regioni che dispongono di gettito fiscale più elevato a sostegno di quelle che da questo punto di vista se la passano peggio».
    Proprio sicuro che anche il Senatùr la pensi così?
    «Tranquilli, Bossi si è impegnato e si impegnerà perché il federalismo vada avanti col maggior consenso possibile. Non fermatevi alle parole, sono i fatti, in questo caso i testi di legge, quelli che contano».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: bossi, federalismo fiscale, forza italia, questione meridionale, lega, Regioni, modello lombardo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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