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Dichiarazione di Gaetano Quagliariello

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

«Più utile rafforzare i poteri del premier» - Intervista

  • (23 luglio 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 23 luglio 2008 da 31

    I tempi. «Servirà una fase di transizione»

    Roma. Le prime reazioni provenienti dal campo dell’opposizione sembrano incoraggianti, ma Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario del gruppo Pdl, su quello che sarà il cammino del federalismo fiscale è prudente: «Intanto perché questo provvedimento va innanzitutto compreso. E, soprattutto, inserito in una cornice più ampia e complessiva di riforma della Costituzione e dell’assetto istituzionale del Paese».
    Fini propone l’elezione diretta del capo dello Stato. Può essere una strada praticabile?
    «Credo che il presidente della Camera, aldilà della soluzione indicata, abbia posto l’accento su una preoccupazione reale e cioè che in un quadro istituzionale in cui si rafforza il carattere federale del sistema bisogna creare un contrappeso sul governo centrale. In buona sostanza dobbiamo mettere in moto il meccanismo di cheks and balances proprio di tutti i sistemi a carattere federalista».
    Insomma, le soluzioni possono essere differenti?
    «Potrebbe bastare, ad esempio, un mero rafforzamento del ruolo del premier. Tra l’altro è la soluzione più a portata di mano, quella che meglio si concilia con lo sviluppo naturale delle nostre istituzioni».
    Un rafforzamento dei poteri del premier potrebbe contare in Parlamento su una condivisione maggiore?
    «Di certo dei primi passi in questa direzione ci sono stati e ce n’è traccia nella bozza Violante. Un lavoro, quello svolto nella passata legislatura dalla commissione Affari Costituzionali, che può essere un riferimento importante. Ma, tanto per esser chiari, non il Vangelo».
    Tornando al federalismo fiscale, l’abbandono del ”modello lombardo” rassicura soprattutto il Mezzogiorno?
    «A parlare troppo di modelli si finisce per far confusione. Si tratta di uno schema innovativo, che ha come obiettivo di fondo dare al sistema più trasparenza. I cittadini devono sapere che a dei tributi corrispondono dei servizi. Ed in un sistema basato sul federalismo fiscale il controllo è più facile. Se poi proviamo a metterci nell’ottica delle istituzioni, ci accorgiamo che il sistema conferisce agli enti locali maggiore autonomia a cui corrisponde però una chiara responsabilità economica».
    Se poi scegliamo come punto d’osservazione il Sud, la preoccupazione maggiore diventa l’aggravamento del gap.
    «Certo questo è un problema aperto. Perché il sistema funziona e diventa virtuoso a patto che la combinazione dei fattori in gioco porti ad un abbassamento della pressione fiscale complessiva. Per andare a regime serviranno tempo ed una fase di transizione. E soprattutto non è accettabile che si possa anche solo pensare a mettere in discussione servizi essenziali. Sotto questo aspetto un precedente incoraggiante c’è già e riguarda proprio l’emergenza rifiuti. Le regioni del Nord, nel momento in cui Napoli e la Campania sotto la spinta del governo hanno fatto la loro parte, hanno dimostrato di esser pronte a dare una mano. Credo che questa vicenda rappresenti il viatico migliore per una prospettiva di federalismo perequato».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: enti locali, federalismo fiscale, pdl, questione meridionale, federalismo, pressione fiscale, Riforme costituzionali, modello lombardo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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