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Dichiarazione di Gianrico CAROFIGLIO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Nè Schifani, nè Alfano, ma LODO BERLUSCONI. - Intervista -

  • (25 luglio 2008) - fonte: Forum del Partito Democratico - inserita il 25 luglio 2008 da 2761

    UN MARZIANO A PALAZZO MADAMA : Codice Carofiglio

    (di Denise Pardo - L'Espresso)

    Né lodo Schifani, né Alfano. Basta assecondare l'astuzia del presidente del Consiglio. Il nome da usare è uno solo: lodo Berlusconi, ennesima norma del codice del privilegio e del diritto diseguale... Gianrico Carofiglio, uno e trino, magistrato, autore pugliese di grande successo di legal thriller (a fine anno "Bari è un alter ego", poi un giallo con spunti politico-parlamentari) e ora senatore PD, descrive con la minuzia dello scrittore-giurista la trasversata a Palazzo Madama, nel pieno della bagarre tra legge blocca processi, immunità, intercettazioni. Racconta il clima incandescente della commissione Giustizia, il ruolo del ministro Alfano, e come Berlusconi sia diventato anche il padrone delle parole della politica. E apre un nuovo fronte: quello della battaglia lessicale.

    Da marziano atterrato nel Parlamento, come vive il nuovo pianeta?
    "Osservo. Studio l'etologia della politica. Assisto a una grande rappresentazione della commedia umana".

    La prima bizzarria in cui si è imbattuto?
    "Le mail del presidente emerito Francesco Cossiga. Le manda a tutti i senatori. Ho letto solo la prima che ho ricevuto. Ma certi ragionamenti mi rendono nervoso. Da allora, arrivano e io le cancello".

    Il tema centrale è la giustizia. Nei banchi, tanti avvocati, soprattutto quelli del premier. Molti magistrati, come lei. Il Parlamento è diventato una specie di tribunale ?
    "Dipende dall'anomalia del paese e dalle vicende di Berlusconi. È vero, gli avvocati sono aumentati. Sono tanti. Ma non i magistrati. È una diceria che la destra è riuscita a far passare. In tutto il Parlamento, noi magistrati saremo una decina".

    Il premier ha detto che la priorità è la giustizia. Che a settembre ci penserà lui a mettere a posto la questione. Una bella riforma e un nuovo editto: l'oscuramento dei nomi dei magistrati dai media.
    "Berlusconi è abituato a spararle grosse. Il metodo è perfezionato: ogni giorno una palata di... diciamo zozzeria in faccia all'avversario di turno e poi via con la storia dei comunisti, delle toghe rosse e compagnia cantando. Il pestaggio politico nasce anche da un'ossessione personale. Per lui i magistrati sono la personificazione dell'idea residua, indebolita, spiegazzata che anche i potenti debbano rispettare le regole. Il fatto che non si possa parcheggiare la macchina in doppia fila anche se uno è ricco, per lui è insopportabile. Nella sua scala di valori conta la legge della forza del denaro non la forza della legge ".

    Ma voler cancellare i nomi ...
    "È consequenziale. Sono convinto che la notte sogni di essere arrestato. Deve essere perseguitato da incubi e da altre ossessioni di cui abbiamo sentito parlare parecchio ultimamente. A parte casi di ottusa devozione o cieca fedeltà, nella maggioranza, soprattutto tra gli esponenti di An, ci sono anche persone normali e perbene che sono notevolmente turbate. Berlusconi ha creato un diritto diseguale. Dal 2001 al 2006 e, ora di nuovo, ha dato vita a un vero e proprio codice del privilegio".

    Intanto siamo arrivati al lodo Alfano.
    "Fino a quando la Corte costituzionale non lo bloccherà. Ma chiamiamolo una volta per tutte con l'unico nome che gli spetta. Né Alfano, né Schifani. Basta assecondare l'ennesima astuzia del premier che lo lega ad altri e non a sé. È in tutto e per tutto, il lodo Berlusconi".

    Nella commissione Giustizia del Senato qual è il clima ? Lei ne è il segretario insieme a Piero Longo, storico avvocato di Berlusconi.
    "Insieme? Distinguerei. Meglio dire che Longo e io siamo i segretari. Vuole un assaggio del clima? Un giorno, non ricordo se Alberto Maritati o Felice Casson, ha chiesto ai membri della maggioranza: 'Non vorrete mica far passare l'idea che, avendone la possibilità e la forza, avete intenzione di fare quello che vi pare?'. Longo non si è nemmeno preso la briga di rispondere a voce. Ostentatamente, ha solo fatto sì con la testa come a dire che, certo, l'intento era esattamente quello. Gli va riconosciuto il pregio della sincerità".

    E il rapporto con il ministro della Giustizia Angelino Alfano ?
    "È venuto a recitarci la sua lezione. Ci ha spiegato il suo operato, si è addentrato sulla questione delle intercettazioni: 'Crescono in modo esponenziale' ha detto. E io: 'Scusi ministro, per capire: che significato attribuisce al termine esponenziale?'. Alfano ha perso subito la calma: 'Gli attribuisco il significato dell'uso comune'. 'Ah, ecco' faccio. 'Mi era sfuggito l'uso di massa di una parola che ha un preciso significato tecnico'. L'atmosfera si è surriscaldata. Una baraonda".

    Tutti con i nervi a fior di pelle.
    "Tutti a gridare: 'Ma che stanno facendo? La lezione d'italiano al ministro?'. Era esattamente quello che volevo fare perché 'esponenziale' viene percepito come una crescita enorme. C'era in questo, come in altri casi, un pianificato e improprio uso delle parole per manipolare l'opinione pubblica. Alfano non essendo uno sciocco ha capito di essere stato beccato".

    Com'è il ministro Alfano visto da vicino ?
    "Non mi è parso uno stupido. Ma come ministro, è inesistente. È un puro esecutore degli ordini del principale per risolvere i problemi del principale. Il fatto che si impermalosisca quando viene colto in fallo, vuol dire che è consapevole. Magari prova anche qualche piccolo senso di colpa".

    Senso di colpa ?
    "Ho esagerato, vero ? Sono parole grosse, vista la situazione. Intanto, prendo appunti sulla micidiale tecnica della semantica berlusconiana".

    La capacità di usare parole, creare slogan ?
    "Da almeno 15 anni, Berlusconi è il padrone delle parole della politica. Ha scelto lui i nomi con cui chiamare le cose e gli argomenti. È un altro subdolo modo di comandare. Prendiamo l'esempio del termine giustizialismo che lui usa continuamente come antitesi al garantismo. Ma il giustizialismo era il nome che Perón diede al suo movimento dei 'descamisados' in Argentina negli anni Quaranta. Il contrario di come lo usa il premier, grande artista delle metafore e di come esse vengono percepite nel profondo dell'immaginario".

    Dalle parole alla pratica. Come mai la legge blocca processi è stata messa da parte ?
    "Si sono resi conto che la norma non avrebbe funzionato per bloccare il processo Mills ma li avrebbe esposti a una pesante campagna basata sul fatto che sarebbero saltati processi gravissimi. Non potrò mai più dimenticare Maurizio Gasparri che grida al Senato: 'Non è una legge salva Berlusconi. È una legge salva tutti ed è da incoscienti non approvarla'. Ma se davvero salvava tutti perché non sono andati avanti? E perché Gasparri ora sta zitto e non si straccia le vesti?".

    In compenso Antonio Di Pietro fa il diavolo a quattro sulla giustizia.
    " I dipietristi sono una pattuglia molto organizzata. Non condivido buona parte del metodo, dissento da certi toni, ma hanno una notevole disciplina di gruppo. Come la Lega. Forse, dipende dal carisma dei capi e c'è similitudine tra loro. Prendono voti intercettando la pancia di un certo elettorato. Il che non è un male. Dovremmo imparare a farlo meglio anche noi".

    Di Pietro grida a una nuova Tangentopoli. Ma non si odono gli strali del Pd. Né il Pd solleva la questione morale, dopo Genova, l'Abruzzo, Napoli e la Calabria.
    "Di Pietro saprà cose che io non so. Non c'è dubbio che se il finanziamento illecito dei partiti si è fermato, lo stesso non si può dire della corruzione amministrativa. Ma diamo tempo al Pd. Ancora risentiamo della sconfitta elettorale. Stiamo calibrando l'equilibrio del nuovo partito. Facciamo passare l'estate, poi ne riparliamo. E riprendiamoci il controllo del lessico che non abbiamo più".

    Il Pd è letteralmente senza parole ?
    "Sulla battaglia delle parole è debole. Il centrodestra ha il controllo del linguaggio che poi genera l'agenda della politica. Da noi manca la capacità di creare immagini che evochino sogni, ideali, desideri, e contrastino con forza quelle del berlusconismo e del suo codice del privilegio. Gli storici del diritto studieranno questa patologia della legislazione, unica nella storia delle democrazie liberali. Norme scritte per una sola persona e applicate a una sola persona".


    Fonte: Forum del Partito Democratico | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, partito democratico, Alfano Angelino, Berlusconi Silvio, lodo Schifani, lodo Alfano, Schifani Renato | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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