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Dichiarazione di Lella GOLFO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

Presto l’Authority per le donne in carriera. - INTERVISTA

  • (31 luglio 2008) - fonte: L'Opinione delle Libertà - Elisa Borghi - inserita il 31 luglio 2008 da 31

    In principio erano le quote rosa. E il gentil sesso guadagnò così un po’ di posti di serie B nelle liste elettorali. Fallito l’intento di spalancare le porte del Parlamento alle donne, oggi c’è chi si batte per ottenere la parità tra i sessi almeno nei luoghi di lavoro.
    Lella Golfo, deputata del Pdl e presidente della fondazione Bellisario, ha elaborato una proposta di legge per l’istituzione di un’autorità che vigili sulle nomine dei vertici aziendali. Il nome: “Autorità garante della parità delle donne e degli uomini nell’accesso ai massimi livelli per l’esercizio delle funzioni pubbliche”, dice tutto. Ecco di cosa si tratta e come agirà.
    Onorevole Golfo, come le è venuta l’idea di costituire un’altra Autorithy?
    Prendendo atto della scarsa sensibilità che la politica dimostra nei confronti delle donne, che pur essendo presenti in tutti i settori lavorativi difficilmente riescono a fare carriera e ad arrivare ai vertici delle aziende. Ad ispirarmi è stata la figura di Marisa Bellisario, una donna forte che ha capito l’importanza di andare oltre i confini nazionali per completare la propria formazione. E che lavorando sodo è diventata amministratore delegato di Italtel, un’azienda destinata al fallimento che lei ha risanato in un paio d’anni.
    E cosa c’entra questo con l’autorithy?
    C’entra perché se al suo rientro in Italia Marisa non avesse trovato un ministro sensibile che credeva in lei, probabilmente non avrebbe fatto la stessa carriera. E questo dimostra quanto sia importante istituire un organismo che aiuti le donne ed arginare il maschilismo imperante che blocca loro la strada.
    Sta dicendo che le donne non arrivano nei posti di potere per colpa degli uomini?
    Il problema è tutto lì. Sono ben 837 gli enti il cui vertice viene nominato dal governo, dalle regioni o dai comuni. E solo 31 donne stanno dentro - e non a capo – questi vertici. E’ un’ingiustizia enorme a cui va posto rimedio.
    Dunque l’Autorithy farà questo? Nominerà per decreto donne al posto degli uomini nei vari cda?
    Sempre e solo se c’è parità di merito. Noi non chiediamo privilegi, né vogliamo fare la guerra. Riteniamo semplicemente giusto che chi vuole sfondare ci riesca. Quindi la nuova Authority vaglierà le nomine per vedere se le donne sono state discriminate. E quando a contendersi una certa posizione saranno uomini e donne che hanno meriti equivalenti, dovranno essere scelte le seconde. Se questo non succede il garante potrà intervenire. In Italia ci sono donne eccellenti, preparate e specializzate in tutti i settori, un ottimo materiale umano che non riesce ad arrivare nei posti giusti. Questo è assurdo.
    Ha pensato anche al privato?
    Sto studiando come poter coinvolgere anche il privato e sto vagliando le norme europee. In Norvegia, ad esempio, è stata votata una legge che prevede che se le aziende quotate in borsa non impiegano il 40 per cento di donne i cda possano essere sciolti.
    Capita che tra gli enti cosiddetti inutili vengono annoverate anche le authority. Che cosa le fa pensare che questa funzionerà?
    Il mio parametro sono enti come l’Antitrust e l’Autorità per le comunicazioni, agenzie che funzionano e sono una cosa seria. Dentro metteremo dei magistrati, costruiremo un organismo autorevole ed autoritario che dovrà cancellare una brutta pagina di discriminazione verso le donne.
    Il Parlamento quanto discutera questa proposta di legge?
    A settembre. Prima andrà in commissione Affari istituzionali e spero che lì raccolga il consenso dei colleghi e delle colleghe. Anche se devo dire che finora è stata ben accolta. Tra gli altri, l’onorevole Gabriella Carlucci è più che solidale e crede in questa battaglia. Una battaglia che ci qualifica sia a livello europeo sia come donne del Pdl. Io poi ho già sensibilizzato Berlusconi - gli ho scritto una lettera - ed ho iniziato a raccogliere dei curriculum eccellenti ed a consegnarli al ministro Tremonti e al sottosegretario Letta. Continuerò così perché anche loro si devono rendere conto che le donne esistono.
    Crede che Marisa Bellisario avrebbe lo stesso accettato la posizione di ad di Italtel se anziché arrivarci per merito le fosse stata offerta da un’autorithy? Sicuramente sì, perché era una donna che amava le grandi sfide e di battaglie ne ha vinte tante. In fondo, andò in America proprio per studiare e per prepararsi alla leadership. Forse era pronta anche a dirigere il settore delle telecomunicazioni in Italia, dove però non è stata voluta proprio perché era una donna. E qui si ritorna al maschilismo.

    Fonte: L'Opinione delle Libertà - Elisa Borghi | vai alla pagina
    Argomenti: Donne, pari opportunità, pdl, autorithy | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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