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Dichiarazione di Roberto CALDEROLI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Lega)  -  Ministro  Semplificazione Normativa (Partito: Lega) 


 

“L’ossezia non è l’Iraq, non serve mandare le nostre truppe” - INTERVISTA

  • (14 agosto 2008) - fonte: La Repubblica - Andrea Montanari - inserita il 15 agosto 2008 da 31

    Il ministro leghista frena:”E’ il momento della diplomazia, bastano gli osservatori Onu”

    MILANO – “L’Ossezia non è l’Iraq. Non serve inviare le nostre truppe, bastano gli osservatori dell’Onu”.
    Il ministro leghista per la Semplificazione Roberto Calderoli boccia senza mezzi termini la proposta del suo collega e titolare della Difesa Ignazio La Russa di An, di inviare un contingente di soldati italiani in Georgia. “No alle fughe in avanti. Così rischiamo solo di continuare la confusione.
    Ministro Calderoli, cosa intende dire?
    “In Ossezia c’è un popolo che sta lottando per difendere la sua indipendenza. Non siamo mica nell’Iraq di Saddam Hussein. Cosa significa inviare le nostre truppe? Per fare cosa? Con quali regole d’ingaggio? E per sconfiggere chi? Non scherziamo. Questo è il momento di lasciare lavorare la diplomazia.
    La Lega si opporrebbe dunque all’invio delle nostre truppe.
    “Non voglio nemmeno pensare a cosa succederebbe”.
    Perché un no così netto?
    “ Non capisco che senso abbia una proposta del genere. E’ inopportuna sia nei toni che nel merito. Si rischia di ottenere l’effeto contrario. Mi sembra più l’uscita di chi non vuole affrontare il nodo del problema, ma solo lasciarsi l’agosto dietro le spalle.”
    Cosa intende dire?
    “Lasciamo lavorare l’Europa e il presidente Nicolas Sarkozy. In Ossezia semmai servono di più gli osservatori dell’Onu per capire una volte per tutte cosa sta succedendo veramente”.
    Cioè?
    “Da una parte c’è la Russia del presidente Putin che ha annunciato il cessate il fuoco. Dall’altra, però, ci sono le autorità georgiane che sostengono che, al contrario, ci sono ancora delle operazioni in corso. Prima di tutto bisogna ristabilire la verità. Dobbiamo uscire dal rimpallo delle responsabilità. Di solito prima si individua il problema e solo dopo si cerca di risolverlo”.
    Lei cosa suggerisce?
    “ Le decisioni du temi delicati come questo si possono prendere su dati certi non sulle voci. Inoltre, se si vuole avere un minimo effetto deterrente nei confronti di chi vuole usare la forza, serve una presa di posizione di tutta la comunità internazionale, non di un singolo paese. Solo seguendo questa strada si ottiene l’obiettivo. E soprattutto si fa in modo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.”
    Si riferisce all’Onu?
    “Certamente, ma anche all’Europa. E’ il momento di lasciar lavorare la diplomazia, non le armi. Non dimentichiamo che l’invio degli osservatori delle Nazioni Unite può avere un effetto preventivo”.
    In che senso?
    “Le prese di posizioni di singoli paesi di solito non hanno alcun peso. Anzi, spesso diventano un pretesto per gli altri per non farsi carico del problema”.
    La Lega, in ogni caso, sembra aver già scelto con che parte stare. Non certo con la Russia di Putin.
    “La questione è un’altra. Se la Russia vuole veramente, come dice da tempo, entrare stabilmente nel mondo occidentale deve dimostrare una volta per tutte di rispettare i nostri principi non a giorni alterni ma in modo definitivo”.
    Il premier Silvio Berlusconi dovrebbe ricordarlo al suo “amico” Putin?
    “Mi auguro che il Presidente del Consiglio riesca ad ottenere da Putin delle risposte che dimostrino una volte per tutte che tra loro due esiste un dialogo veramente privilegiato. Intendo dire che si basa sulla sostanza e non solo sulla forma”.
    Il presidente americano Gorge Bush ieri ha rincarato la dose attaccando nuovamente Mosca.
    “Francamente mi è sembrato uno scatto in avanti tardivo. In altre occasioni, quando era in gioco il petrolio, che lui conosce molto bene, lo abbiamo visto scaldarsi molto di più.
    In questo caso mi sembra abbia fatto il minimo indispensabile. Dettato forse più da motivi elettorali come la sua uscita durante l’apertura delle Olimpiadi di Pechino.
    E’ vero che è a fine mandato, ma fa pensare che con l’accordo di entrambe le parti ciascuno si sia già fatto la sua mondializzazione dell’energia. Siamo nel 2008 non nel 1200”.

    Fonte: La Repubblica - Andrea Montanari | vai alla pagina
    Argomenti: missioni internazionali, forze armate, politica estera, onu, europa, Lega Nord, Bush, Russia, ministro Semplificazione, diplomazia, Calderoli Roberto, Ossezia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 23 agosto 2008 da 305
    un altro ministro si è lasciato sfuggire che le guerre si fanno per il petrolio e il controllo delle risorse... le cosidette "missioni di pace" sono quasi sempre guerre di occupazione o per instaurare governi compiacenti mi è piaciuto molto anche il richiamo alla presunta "amicizia personal" di Berlusconi con Putin: è ora di vedere se è vera o solo di facciata è la prima volta che ho letto qualcosa di intelligente o sensato detto da Calderoli
  • Inserito il 15 agosto 2008 da 31
    E bravo Calderoli. Ha bacchettato La Russa che non vede l'ora di mandare militari un po' dovunque (drammatica ma esilarante la proposta dei soldati nei cantieri). E dimostra di avere idee chiare sui "potenti" della terra, rifilando una stoccata anche a Berlusconi ed al suo presunto "amico" Putin. Alla faccia della "semplificazione"!!!

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