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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

"Bastano sei mesi e torniamo in pista" - INTERVISTA

  • (01 settembre 2008) - fonte: La Stampa - Stefano Lepri - inserita il 02 settembre 2008 da 31

    Il ministro sulla questione Alitalia: «Presto vedremo risultato positivi»

    Roma - «I nuovi padroni di Alitalia sono davvero capitani coraggiosi, capaci di dar vita a una compagnia dinamica e agguerrita. Mostreranno che cosa sanno fare gli imprenditori italiani. Le garantisco - dice Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione - che i risultati positivi si vedranno molto presto. Nei prossimi sei mesi, direi».
    Ma a far partire la nuova proprietà privata è un intervento dirigista del governo, forse molto costoso. Lei è un liberista convinto, secondo l’Economist uno dei pochi in questo governo. Non avverte un po’ di mal di pancia?
    «Per niente. Conosco le regole europee e qui di aiuto di Stato non ne vedo proprio. Ci sarebbe se i lavoratori in eccedenza fossero riassorbiti dal pubblico impiego; non sarà così».
    Un costo a carico dei contribuenti ci sarà, e si interviene su un mercato concorrenziale...
    «La Commissione europea non troverà nulla da ridire. Lo vedrà anche il commissario Almunia. Non è aiuto di Stato intervenire su una crisi aziendale. Lo Stato può intervenire in base a considerazioni strategiche, nella crisi di una azienda che per tanti aspetti è un campione nazionale. I campioni nazionali vanno salvaguardati. Quante volte lo ha fatto la Francia?».
    Molte, e la Commissione europea ha spesso chiuso gli occhi. Ma la Francia non è un modello di liberismo; e ai liberisti i campioni nazionali non piacciono.
    «Una compagnia aerea di bandiera è una ricchezza per una nazione, specie per una come l’Italia dove il turismo è tanto importante. Serve alla nostra immagine nel mondo, serve alla nostra industria».
    Fatto sta che il grande quotidiano di centro-destra tedesco, la Frankfurter Allgemeine, vi accusa di aver seguito dei principi da «manuale di economia comunista».
    «E la Germania per i propri campioni nazionali che fa? Ricordo il salvataggio di una grande compagnia di costruzioni, la Holzmann. Non intendo dire che se gli altri fanno porcherie le dobbiamo fare anche noi. Ma se quella per Alitalia non è una operazione di mercato, perché gli imprenditori italiani sgomitano per entrare a farne parte?».
    Forse perché gli oneri se li accolla lo Stato.
    «La proprietà di Alitalia è pubblica. Se c’è una perdita, compete alla proprietà di pagarla. Non ha alcun senso parlare di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite. E poi i beni di Alitalia sono sufficienti a coprire i debiti. Parte un progetto industriale nuovo, con capitale fresco e con effetti di network tutti da scoprire. Io ho grande fiducia e simpatia per Roberto Colaninno; non è certo uno che fa operazioni “mordi e fuggi”».
    Air France pagava le azioni Alitalia. Pochissimo, 146 milioni di euro, ma le pagava.
    «Quella era una svendita. Comunque non è fallita per colpa di Berlusconi, è fallita perché il sindacato ha chiesto l’impossibile. E, come si vedrà, nella soluzione italiana ci sarà un minor numero di lavoratori in esubero».
    Quali costi si sobbarcherà lo Stato per ricollocarli?
    «Si useranno gli strumenti normali che si sono usati per le crisi di grandi aziende, Fiat compresa: mobilità lunga, cassa integrazione».
    Una compagnia aerea solo nazionale non ha più senso. In Europa si va verso 3 grandi raggruppamenti, British-Iberia, Lufthansa, Air France-Klm.
    «Nelle concentrazioni una cosa è entrarci da falliti, un’altra è portarci dentro capitale, management, cultura, come potrà accadere ora».
    Poteva già avvenire con il piano Mengozzi nel 2003: all’Alitalia il 30% di un gruppo unico con Air France. Ma eravate voi al governo, e fu bocciato.
    «Riconosco che c’è una responsabilità collettiva della politica negli ultimi 10 anni. Si può discutere a chi competa di più».

    Fonte: La Stampa - Stefano Lepri | vai alla pagina
    Argomenti: alitalia, sindacati, lavoratori, Commissione UE, licenziamenti, ministro P.A. | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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