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Dichiarazione di Mario VALDUCCI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  - Pres. commissione Trasporti Camera


 

«La rete Telecom? Deve restare italiana» - INTERVISTA

  • (02 settembre 2008) - fonte: Il Messaggero - Umberto Mancini - inserita il 02 settembre 2008 da 31

    Sì allo scorporo, ma lo Stato mantenga una golden share per evitare rischi

    Roma - «La rete di Telecom? Deve restare in mani italiane, ma è giusto scorporarla seguendo l’esempio di Terna. Ci sarebbero benefici sia per l’azienda guidata da Franco Bernabè, che per il Paese». Mario Valducci, presidente della Commissione trasporti, poste e tlc della Camera, ha le idee chiare sul futuro. Per fare il punto, non solo sulla rete, Valducci avvierà dal 10 settembre una indagine conoscitiva su tutto il sistema delle tlc. Che prevede un fitto calendario di incontri. Dal sottosegretario Paolo Romani, a Bernabè, che sarà sentito a fine mese. Passando per sindacati, autorities, associazioni dei consumatori e tutti gli operatori telefonici.
    Presidente Valducci, il futuro del settore dipende sempre più dallo sviluppo di una rete a larga banda: veloce, potente e avanzata.
    «L’obiettivo dell’indagine è trovare una risposta a questo problema. E’ essenziale che il Paese si doti di un’infrastruttura che possa reggere gli sviluppi futuri, che sappia, quindi, rispondere alle immediate esigenze di connettività a larga banda e, dall’altro, che sia adeguata nel medio-lungo periodo alle domande di “larghissima banda”».
    Il suo orientamento in proposito?
    «La priorità è mantenere in mano italiane la rete di Telecom. Che, in quanto strategica va tutelata. Più si svilupperà la rete, sia la banda larga, sia quella di nuova generazione, più crescerà il Pil del Paese».
    Vede dei rischi di ”colonizzazione“ se la rete dovesse essere aperta a tutti o magari ceduta agli ”stranieri“?
    «Sulla rete passano dati riservati e vitali. Credo che la rete non debba essere pubblica, ma che vada studiata una sorta di golden share, a tutela dei cittadini. Il modello Terna mi sembra valido. Privati, operatori di Tlc, Fondi potrebbero essere azionisti, ma con garanzie in mano allo Stato. Per evitare brutte sorprese, cioè che la rete finisca in mano a soggetti poco graditi».
    Ma acquistare la rete da Telecom avrebbe un costo ingentissimo: 15-20 miliardi?
    «Credo ci siano molti investitori interessati. Trovare capitali, anche se ingenti, non penso sia un problema». L’obiettivo, ripeto, è modernizzare questa infrastruttura».
    Ha in mente qualcuno?
    «Sì. Penso agli operatori di tlc, ma non solo. A Telecom farebbe poi comodo poter contare su nuova liquidità derivante dalla cessione, magari di una parte della rete».
    A proposito di Telecom, che futuro immagina?
    «Telecom è un patrimonio del Paese. Sono certo che Bernabè saprà mettere a punto un piano industriale aggressivo nei prossimi mesi per dare slancio all’azienda».
    Altri obiettivi dell’indagine?
    «L’Italia è in ritardo non solo in termini di diffusione (ultima nel G7) ma anche in qualità delle connessioni broadband, essendo caratterizzata da velocità di connessione più basse che altrove: da noi solo il 27% degli utenti dichiara di avere connessioni con capacità di banda superiore a 4 Mbps, mentre negli Usa siamo al 41%. Dobbiamo accelerare il passo».

    Fonte: Il Messaggero - Umberto Mancini | vai alla pagina
    Argomenti: internet, banda larga, telecomunicazioni, Telecom, Pil | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 03 settembre 2008 da 861
    Bella promessa. Sperando che non sia sul genere Alitalia e che Telecom (Italia) non continui a spedire agli italiani astruse, illeggibili e soprattutto carissime bollette, da pagare per più volte, come sta succedendo da troppo tempo.

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