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Dichiarazione di Paolo GIARETTA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Belle parole quelle di Brunetta.Peccato che i fatti dicano che in questi mesi il governo sia andato dalla parte opposta» - INTERVISTA

  • (07 settembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 19 settembre 2008 da 31

    «Belle parole quelle di Brunetta. Peccato che i fatti dicano che in questi mesi il governo sia andato dalla parte opposta a quella indicata dal ministro». Il coordinatore del Pd veneto Paolo Giaretta individua una contraddizione nell'intervista rilasciata ieri al Gazzettino dal responsabile della Funzione pubblica».
    Quale?
    «I tre punti da lui indicati per rendere "virtuoso" il federalismo fiscale sono anche condivisibili: ma allora dovrebbero spiegare come mai il governo con la Finanziaria ha deciso che per i prossimi tre anni la pressione fiscale non diminuirà, anzi crescerà pur se solo dello 0,1\%. Come possono imporre una riduzione agli enti locali se contemporaneamente il governo centrale non fa la stessa cosa?».
    Ma non è dagli enti locali che deve iniziare una "politica virtuosa"?
    «Anche. Ma come possono seguirla se ad esempio ai Comuni è stata tolta l'autonomia impositiva derivante dall'unico cespite a loro disposizione, ovvero l'Ici? E soprattutto sono stati tagliati oltre 3 miliardi di euro, trattando allo stesso modo virtuosi e spendaccioni? Tutti uguali. Ma che federalismo è?».
    Il ministro Calderoli però invita ad aspettare prima di giudicare, perché il progetto definitivo è ancora in alto mare.
    «Allora mi spiega perché il governo per primo fa anticipazioni e promesse? Tutti sanno che l'obiettivo finale del federalismo fiscale è la riduzione della spesa; ma nella fase intermedia si rischia di indurre aumenti della spesa pubblica. E Brunetta deve spiegare come fa a tagliare in enti che hanno già subito tagli».
    Non sarà sufficiente fissare un tetto alla pressione fiscale?
    «Il governo non l'ha fissato su se stesso, come farà a pretenderlo dagli enti locali?».
    Magari fissando i costi standard per i servizi, che devono essere uguali per tutti gli italiani.
    «E proprio qui sta il punto. Se un ente locale non è in grado di fornire un servizio a quel costo, non può pretendere che gli altri gli diano soldi in più: è questa l'essenza del federalismo. L'ente inefficiente dovrà far quadrare i conti con una pressione più elevata, sarà poi il cittadino a giudicare l'efficienza della spesa e la rispondenza con la qualità del servizio offerto. Ma lei li conosce i costi standard?».
    Nemmeno sui costi standard c'è una convergenza tra governo e opposizione?
    «C'è convergenza sul fatto che rappresentano la chiave di volta del federalismo. Ma si devono insediare gruppi di studio che affrontino questo tema complesso. Invece il Governo ha abolito la Commissione sulla finanza pubblica, che aveva iniziato l'esame di tutta la spesa ministero per ministero: se non si sa come si produce la spesa, come facciamo il federalismo? Era composta da tecnici di vari orientamenti politici e presieduta dal professore padovano Gilberto Muraro; aveva messo sotto controllo i quattro ministeri che producono il 60\% della spesa pubblica, e aveva fatto proposte interessantissime. Ma ancora una volta il Governo ha distrutto quel che c'era di positivo, e così si è perso tempo».
    Il governo però dice che l'importante sono i principi generali del federalismo, per i dettagli si discuterà dal prossimo anno.
    «Nel federalismo sono i dettagli che contano. Perché sui principi generali Calderoli ripercorre buona parte del progetto Prodi-Lanzillotta. Se non ci spiegano come intendono garantire l'autonomia fiscale dei Comuni e come premiare i più virtuosi, si fa solo filosofia. Un giorno si parla del ritorno dell'Ici, un altro di una non meglio precisata imposta sui servizi. C'è sul tavolo anche la proposta di 450 sindaci veneti sul 20\% dell'Irpef, e il deputato del Pd Marco Stradiotto ha anche studiato alcune simulazioni che la renderebbero ancor più praticabile: vogliamo parlarne, o si preferisce andare avanti a colpi di conclavi segreti? Noi del Pd veneto vogliamo un confronto chiaro su questi punti: se ci saranno decisioni serie il nostro voto non mancherà, ma finora la direzione del governo è andata in direzione opposta alle intenzioni».
    E qual è la vostra posizione sulle Regioni a Statuto speciale?
    «Riteniamo che non sia più possibile tenere in piedi una situazione di concorrenza sleale all'interno dello Stato. Non è possibile che un imprenditore veneto debba competere non ad armi pari con un imprenditore trentino».
    E i vincoli derivanti dai trattati internazionali?
    «Non sto dicendo che devono essere ignorati o disattesi, anche se dopo 60 anni si può porre a livello europeo la questione di una loro rivisitazione: dico che nel disegno del federalismo si può prevedere un intervento di solidarietà analogo a quello per le regioni più svantaggiate anche in favore delle province confinanti con quelle a Statuto speciale. Se non si possono toccare i privilegi, allora ad esempio per Belluno si preveda un surplus aggiuntivo di trasferimenti come accadrà per la Calabria o l'Abruzzo. Vogliamo parlarne, o no?».

    Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: privilegi, enti locali, tasse, Statuti Speciali per Provincie e Regioni, spesa pubblica, abruzzo, calabria, federalismo fiscale, pd, veneto, ici, federalismo, autonomie locali, Belluno, trattati internazionali, cespiti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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