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Dichiarazione di Valter VELTRONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Parisi ha offeso il popolo del Pd.

  • (07 settembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - red.ne Roma - Andrea Bianchi - inserita il 07 settembre 2008 da 31

    Si alza la tensione a sinistra dopo l’attacco dell’ex ministro che ha definito il governo ombra «un fallimento» bocciando il suo segretario
    «Bordate solo per finire sui giornali». Affondo contro Di Pietro: ha stracciato il patto.

    Roma - Bisogna diffidare dei politici «che inseguono i sondaggi», il Paese è «malato» e «senza guida», presto il Pd presenterà «un pacchetto per le famiglie». Ma Walter Veltroni, alla Festa democratica di Firenze, spende le parole più dure contro il prodiano Arturo Parisi, neanche nominato. «Ha offeso il nostro popolo», ricorda.

    In una cosa Veltroni ha sicuramente fallito: il generoso tentativo di archiviare il rito del comizio finale. Da programma, il segretario avrebbe dovuto farsi intervistare nel pomeriggio da Enrico Mentana e in mattinata cavarsela con un breve intervento all'assemblea dei segretari toscani. Invece ai dirigenti del partito parla per una cinquantina di minuti anticipando i temi dell'intervista pomeridiana. «Il Paese è senza guida», denuncia. «E tra noi c'è chi spara solo per andare sui giornali».

    Pensando al segretario del Pd, viene in mente una frase di Disraeli: «Ci sono poche situazioni meno incoraggianti di quella di un partito sconfitto». Veltroni, nell'ora e mezza a tu per tu con l'osannante platea di Firenze, ce la mette tutta per ribaltare questa situazione. Il Pd, spiega, ha perso le elezioni ma è arrivato comunque al 34 per cento, il 6 per cento in più rispetto al 2006. «Di questo - aggiunge con Parisi nel mirino - bisogna avere orgoglio tutti, soprattutto chi è stato beneficato dalla grandezza del Pd ricoprendo incarichi importanti. Quando ho letto che da questo palco si è detto che Berlusconi è stato bravo in questi cento giorni, penso sia un'offesa a questo popolo del 34 per cento». Insomma, basta con la «sindrome di Tafazzi». Alla destra, ammette Veltroni, «invidio la capacità di impegnarsi dopo la sconfitta». Nel Pd «deve finire il tran tran: ora è venuto il momento di cercare il consenso degli italiani con gruppi dirigenti formati in modo diverso». Massimo D'Alema aveva lasciato inevasa la domanda: perché abbiamo scelto Di Pietro come alleato? «È una scelta che abbiamo condiviso», ricorda Veltroni. Ma lui, formando un suo gruppo, «ha tradito e stracciato un patto preso davanti agli elettori». Benché sia «legittimo» cavalcare la «tigre» della giustizia, «noi siamo diversi». Replica l'Idv: «Non avete una linea chiara e unitaria», dice Massimo Donadi. Veltroni martella anche Rifondazione, che «mentre stavamo al governo aveva rapporti con quelli delle Farc, considerati terroristi anche dall'Onu». Verso l'Udc c'è attenzione, anche se sarebbe «sbagliato» stringere Casini «in un abbraccio».

    Secondo Veltroni, «la politica è immaginare cose che non ci sono e lavorare per realizzarle». E giù le citazioni che ti aspetti: Altiero Spinelli, Barack Obama («Se vincerà lui, Berlusconi il giorno dopo sarà un uomo del secolo scorso»), Martin Luther King. «Guardatevi - dice tra gli applausi - dai politici che inseguono solo i sondaggi, perché slittano verso una società barbara e invivibile». Il discorso scivola sul Cavaliere e il suo governo. Berlusconi deve innanzitutto riconoscere «che non usiamo colpi bassi», che «vogliamo vincere a viso aperto». Il Paese, pare a Veltroni, è «in profonda crisi, malato come non mai». Mentre «il centrodestra si occupa della giustizia pensando ad una sola persona», l'Italia «non cresce» e non si arriva a fine mese. Su scuola e sicurezza è caduta la mannaia dei tagli. Ma il ministro Gelmini, «che parla di merito», va a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria. E le strade sono piene di «inutili» scorte ai politici. Il Pd, avverte, Veltroni, lancerà in autunno un suo «pacchetto famiglia», articolato in quattro punti: «Proponiamo una dote fiscale per le famiglie incapienti di 2.500 euro l'anno per figlio da 0 a 3 anni, un credito di imposta rimborsabile a favore dell'occupazione femminile, il potenziamento delle detrazioni per gli inquilini prevedendo uno sgravio del 19 per cento dell'affitto soprattutto per le giovani coppie e infine l'innalzamento al 23 per cento delle spese detraibili per i mutui».

    Fonte: Il Gazzettino - red.ne Roma - Andrea Bianchi | vai alla pagina
    Argomenti: sicurezza, scuola, pd, mutui, governo ombra, Veltroni Walter, D'Alema Massimo, Obama | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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