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Dichiarazione di Raffaele FITTO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Rapporti con le regioni (Partito: PdL) 


 

«Il Papa guarda avanti Il suo non è un invito a rifare l’unità dei cattolici» - INTERVISTA

  • (08 settembre 2008) - fonte: Il Messaggero - Mario Ajello - inserita il 08 settembre 2008 da 31

    ROMA - Nuovi politici cattolici, dotati di valori profondi. Una generazione di uomini pubblici, nell’economia, nel lavoro e nelle istituzioni, che cristianamente siano migliori e più professionalmente preparati e più moralmente rigorosi nei loro comportamenti. Papa Ratzinger chiede questo, Benedetto XIV auspica una svolta o comunque un impegno di tipo nuovo ai cattolici che stanno nel Pdl, nel Pd e nell’Udc.
    Ministro Raffaele Fitto, a lei che è giovane e che è cattolico che impressione fanno queste parole?
    «Sono un ulteriore tassello, importante, che il Papa aggiunge alla predicazione che va facendo dall’inizio del suo pontificato. E non possono essere isolate dal contesto generale del suo magistero. Bendetto XIV ha sempre indicato in maniera chiara e rigorosa il rispetto dei valori cattolici. A cominciare da quello della famiglia».
    Ora non si spinge ancora più in là?
    «Oggi ragiona ad ampio raggio su economia, politica e lavoro e invita i giovani politici cattolici a un compito molto delicato. Quello di sapersi muovere in questi ambiti sulla base di principi profondi, quali sono quelli del rigore morale e quelli della competenza».
    Ma perchè Ratzinger sente il bisogno di fare questo invito? Magari perchè vorrebbe che i cattolici si muovessero in maniera più unitaria, all’unisono?
    «Nei commenti odierni al discorso del Papa ho letto, qua e là, avanzare questo tipo di valutazioni di tipo politico, sull’unità dei cattolici, che io pur essendo stato nella Dc considero un po’ nostalgiche. Penso, viceversa, che questo refrain vada lasciato stare. E che il Papa non guardi indietro, anzi il suo messaggio è di grandissima attualità e si muove in avanti. E’ un messaggio di prospettiva».
    Lei come lo tradurrebbe?
    «Dice a tutti noi: cercate di essere all’altezza dei valori forti, che sono quelli che vanno contrapposti al nichilismo e alle ideologie della modernità. Invita a contrapporre la fede come risorsa privata e la fedeltà al rigore morale e la competenza come risorse pubbliche. Avere fatto questa distinzione è una cosa importante. E in questa distinzione sta la forza, e la modernità, del suo magistero».
    Divide le sfere?
    «Le divide e le collega. Mantenete privato l’ambito della fede e mettete avanti la testimonianza cristiana nel vostro impegno pubblico. Così ragione il Santo Padre».
    Invita i politici ad essere più bravi.
    «E fa bene. Non possiamo essere superficiali, perchè abbiamo fra le mani il futuro della società. Le grandi scelte si compiono nelle istituzioni e le istituzioni devono essere, nei loro rappresentanti, attrezzate ad affrontare le sfide».
    Lo sono troppo poco?
    «Sempre a Cagliari, Benedetto XIV incontrando i seminaristi ha detto che il grano e la zizzania crescono insieme ma il grano darà il frutto. Lo ha detto ai seminaristi ma io penso che questo di scorso valga anche per i politici. Per i quali deve essere esercizio quotidiano quello di separare il grano dalla zizzania».
    Come è fatto il grano?
    «E’ fatto di prudenza e di saggezza».

    Fonte: Il Messaggero - Mario Ajello | vai alla pagina
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