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Dichiarazione di Marco CAPPATO

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Obiezione di coscienza: l'UE intervenga contro chi pretende di disapplicare la legge invocando principi religiosi.

  • (09 settembre 2008) - fonte: Radicali.it - inserita il 10 settembre 2008 da 31

    Interrogazione alla Commissione europea sulla sentenza del tribunale britannico contro la registrazione di un'unione omosessuale

    Bruxelles, 9 settembre 2008

    Il deputato europeo radicale Marco Cappato, in collaborazione con l'Associazione Certi Diritti, ha depositato ieri un'interrogazione scritta alla Commissione europea a proposito della sentenza di un tribunale del lavoro inglese contro la registrazione di un'unione omosessuale.

    L'ufficiale di stato civile del comune di Islington si era rifiutata di registrare una coppia omosessuale, sostenendo che l'atto era contrario alle sue convinzioni religiose. Per questo era stata sottoposta a procedimento disciplinare.

    Secondo la sentenza del tribunale del lavoro, l'azione disciplinare intentata dal Comune contro la propria funzionaria costituirebbe una discriminazione della lavoratrice sulla base delle sue credenze religiose.

    «Questa sentenza non crea soltanto un pericoloso precedente legale, che mette a rischio i diritti delle coppie omosessuali che decidono, come consentito loro dalla legge, di registrarsi, ma è anche una palese violazione del diritto comunitario.

    L'articolo 9.2 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, sancisce, infatti, che "La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere oggetto di quelle sole restrizioni che, stabilite per legge, costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell’ordine pubblico, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui".

    Spesso, anche in Italia, ci si è appellati ad un presunto diritto alla "obiezione di coscienza" sulla base dei propri orientamenti religiosi per rifiutarsi di svolgere le proprie mansioni e negando l'accesso a un servizio pubblico, come per la prescrizione della pillola del giorno dopo. Bisogna ora dire chiaramente che si tratta in questi casi di vera e propria "imposizione di coscienza", illegale e violenta, che ha come unico risultato quello della completa arbitrarietà nella applicazione della legge, derogando ai diritti dei cittadini e allo stato di diritto.

    Data la complessità del caso, in cui si scontrano due differenti diritti, il tribunale inglese è ancora una volta in difetto: meglio avrebbe fatto, secondo l'articolo 234 CE, a rivolgersi alla Corte europea di giustizia».

    Fonte: Radicali.it | vai alla pagina
    Argomenti: lavoro, radicali, libertà, diritti umani, omosessuali, obiezione di coscienza, Inghilterra | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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