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Dichiarazione di Enzo GHIGO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

«Tra cinque anni lo Stato costerà meno e si ridurrà il divario Nord - Sud». - INTERVISTA

  • (14 settembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - Mario Antolini - inserita il 14 settembre 2008 da 31

    Roma - È un progetto di crescita, una opportunità per l'intero Paese: Enzo Ghigo, senatore di Fi, già Governatore del Piemonte, apprezza senza riserve il testo del federalismo fiscale. E, quanto alle frizioni Nord-Sud, ma anche tra Regioni del Nord, Ghigo ritiene che siano tranquillamente superabili grazie a opportune «forme di collaborazione responsabile».
    Come giudica questo testo?
    «È sicuramente da salutare con grande soddisfazione, perché è un testo sul quale iniziare un percorso di confronto con Regioni, Comuni e Province. Dopo di che, nel termine di due anni, attraverso i decreti delegati si potrà attuare questa riorganizzazione dello Stato, in funzione di una ricerca di efficienza e di coesione nazionale. Noi oggi abbiamo un Paese che è un po' a macchia di leopardo, sia per quanto riguarda la prodozione di servizi sia per quanto riguarda il loro costo: questo avviene per motivi storici, per fatti culturali. Adesso, lo strumento del federalismo permetterà, con la fase transitoria stabilita in cinque anni, di ridurre i costi di esercizio dello Stato, permettendo alle Regioni meno competitive di diventarlo e far crescere complessivamente il Paese. Questa riforma crea un circuito competitivo di razionalizzazione dei costi. E, se permette, mi auguro che i Governatori di sinistra non si facciano guidare della logica della polemica per la polemica, e invece diano il loro contributo reale e, mi passi il termine, non peloso, alla realizzazione di questo progetto».
    Lei parla di coesione nazionale, ma proprio il federalismo fiscale sembra aver acuito certe tensioni tra Nord e Sud...
    «Scusi se l'interrompo: nella prima stesura poteva essere forse comprensibile. Ma nella sua ultima stesura, e per l'intervento di mediazione del ministro Fitto, mi sembra che queste preoccupazioni siano definitivamente fugate. Sul tema delle accise, della fiscalità, del fondo di perequazione, del costo standard delle prestazioni, mi sembra di poter dire che tutto allontana la preoccupazione. Il prodotto che è uscito, e qui tanto di cappello a Calderoli, credo che comprenda le istanze di tutto il territorio. Questo progetto permetterà al Sud di crescere. Il problema è che oggi siamo in una situazione di deriva in cui tutti decrescono: con questo progetto dovrebbe riprendere un percorso virtuoso, che porterà risultati eccellenti se ci sarà la volontà politica di assecondarli e sostenerli, un po' meno buoni altrimenti. Ma comunque si inverte la tendenza verso il basso, che invece è negativa».
    Non c'è qualche problema pratico anche al Nord: per dire, la Liguria ha una popolazione molto anziana, quindi esigenze assai diverse da Veneto o Piemonte...
    «Se è per questo, anche il Piemonte dovrà ridurre di un milione di euro la sua spesa. In generale ci sono gli strumenti della perequazione verticale, con lo Stato che mette i soldi nel fondo perequativo, e di quella orizzontale tra Regioni. Credo che un altro aspetto estremamente importante sia quello di trovare delle forme di compensazione, di collaborazione tra Regioni. Faccio un esempio: la mobilità passiva, cioè quei cittadini che vanno ad usufruire di prestazioni sanitarie in altre Regioni, spesso nasce da un progetto competitivo, e anche un po' aziendale, tra una Regione e l'altra. Cose che in una ottica di federalismo solidale potrebbero trovare delle forme di compensazione diverse. È un processo di crescita. Noi oggi abbiamo un provvedimento che enuncia dei principi: il contenuto dei principi è tutto da realizzare e questo richiederà un senso di responsabilità da parte di tutti».
    Cinque anni sono sufficienti per avviare questo processo?
    «Debbono esserlo per forza: darsi dei tempi più lunghi potrebbe rappresentare, per come siamo fatti noi italiani, un gesto di non particolare determinazione. Una legislatura dura cinque anni: noi naturalmente pensiamo di governare anche di più, ma cominciamo a darci un obiettivo che sia legato alla nostra presenza al governo».

    Fonte: Il Gazzettino - Mario Antolini | vai alla pagina
    Argomenti: federalismo fiscale, forza italia, senatore, Governo Berlusconi IV, Nord e Sud | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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