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Dichiarazione di Leonardo DOMENICI

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Firenze (FI) (Partito: DS)  - Assessore  Comune Firenze (FI) (Partito: DS) 


 

Non aspettiamo per introdurre nel dibattito sul federalismo fiscale i problemi di bilancio.

  • (14 settembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 14 settembre 2008 da 31

    Mogliano Veneto - Non aspettiamo un momento per introdurre nel dibattito sul federalismo fiscale il problema del debito e del pareggio di bilancio del 2011 introdotto in estate dai provvedimenti economici approvati dal governo. Il richiamo è venuto dal presidente dell'Anci e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, nelle conclusioni dell'ottava Conferenza nazionale dei piccoli comuni, a Mogliano Veneto.
    «Se non ne parliamo subito - ha detto - rischiamo di fare una bellissima discussione astratta e poi, nel momento in cui si va a fare i conti, arriva questo convitato di pietra che può farci tornare, come nel gioco dell'oca, alla prima casella». Domenici ha anche reso noto di aver ricevuto dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, una lettera personale in cui è indicata una scaletta di argomenti da affrontare congiuntamente in vista delle possibili ricadute delle riforme sulle amministrazioni locali. Nella lettera il ministro si rammarica per la mancanza di «ulteriori momenti di discussione» con i rappresentanti delle municipalità.

    Negli interventi dei vari amministratori locali che si sono succeduti a Mogliano è emerso, in particolare, il tema delle difficoltà nel fornire risposte dirette ai cittadini soprattutto nei centri minori, in cui la filiera decisionale è molto corta. È stata inoltre respinto energicamente lo scenario delineato dal giornalista Sergio Rizzo, co-autore del libro «La Casta» assieme a Gian Antonio Stella, che si è soffermato sugli emolumenti percepiti da certi amministratori pubblici.

    «Se si andrà di questo passo, al contrario - ha replicato il primo cittadino di un piccolo centro lombardo - andrà a finire che soltanto i pensionati o coloro che godono di risorse proprie potranno permettersi di fare i sindaci.
    Allora sì si potrà parlare di casta».

    Durante l'incontro sono state contestate, poi, nello schema di riforma, le ripartizioni di risorse esclusivamente attraverso il calcolo della popolazione e senza tener minimamente conto dell'estensione territoriale di un comune. Più un'area da presidiare è estesa, è stato ricordato, maggiori sono le spese ad esempio per gli spostamenti del personale degli uffici tecnici impegnati in sopralluoghi, oppure per il presidio della polizia municipale a tutela della sicurezza degli abitanti.
    Un rilievo a parte è stato riservato alle risorse previste per le Comunità Montane, di cui alcuni sindaci presenti in sala sono anche presidenti. «Ne esistono varie - è stato ricordato - più estese di singole province. Anzi, la più grande che c'è, in Toscana, ha un'estensione territoriale pari alla somma di quella di 11 province italiane».
    Secondo altri amministratori, la riforma dovrebbe comunque fornire le condizioni di autonomia idonee a «liberare le energie migliori in territori che non sono più sotto il controllo dello Stato ma che, anzi, sono sottoposti a pesanti condizionamenti di centri di potere».

    Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina
    Argomenti: casta, bilancio comunale, federalismo fiscale, veneto, comunità montane, sicurezza dei cittadini, Firenze, amministrazioni locali, sindaci, autonomie locali, toscana, Governo Berlusconi IV | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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