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Dichiarazione di Marco BELTRANDI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Per liberare Viale Mazzini dalla politica bisogna privatizzare.

  • (17 settembre 2008) - fonte: ItaliaOggi - Marco Beltrandi - inserita il 17 settembre 2008 da 31

    Caro Direttore,

    nei giorni scorsi su La Repubblica ho letto una lettera del professore e neodeputato, Dario Vassallo sulla riforma della Rai, preannunciata da Walter Veltroni la scorsa estate. Chiedo ospitalità a ItaliaOggi per esprimere in materia qualche modesta opinione e proposta. Facendo parte della delegazione radicale nel Gruppo del Partito Democratico ed occupandomi da alcuni anni di televisione, anche da membro della Commissione di Vigilanza sulla Rai, desidero raccogliere gli spunti offerti da Vassallo nel tentativo di contribuire ad aprire un dibattito sulla necessaria riforma radicale della Rai, anche nel Pd.
    Necessaria perché lo stato dell’azienda è sotto gli occhi di tutti: ha difficoltà crescenti nel competere con la tv commerciale, non fa servizio pubblico...
    Liberare la Rai dalla lottizzazione partitica è un intento condiviso e meritevole, ma quali sono i mezzi idonei per raggiungere lo scopo? A mio modo soltanto uno: la privatizzazione della Rai, quella votata dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani nel 1995, risultato dimenticato non a caso da destra e da sinistra. Non va dimenticato, infatti, che anche uno o più privati possono svolgere l’attività di servizio pubblico radiotelevisivo, come già avviene in molte realtà territoriali nel nostro Paese, come per la sanità o per l’istruzione. Pare che nessuno si scandalizzi. Anzi, pur essendoci degli aspetti migliorabili, gli utenti non immaginano più un sistema di servizi pubblici senza l’ausilio dei privati.
    D’altro canto, è difficile ravvisare altri tentativi di separare i partiti dalla gestione della Rai tv.
    Certamente non lo si può fare pensando di fare gestire l’azienda da una sorta di Authority della società civile. Chi e in base a quale titolo dovrebbe o potrebbe rappresentarla? Da chi poi sarebbe nominato o indicato, se non dai partiti?
    Esiste infine un’autorità in Italia per i cui componenti non sia identificabile un’appartenenza a un’area politica, se non direttamente a un Partito?
    Vedo quindi un concreto rischio di sostituire ai vertici della concessionaria unica del servizio pubblico radiotelevisivo con persone formalmente non appartenenti ai partiti, e quindi non responsabili neppure nella forma assai ridotta con cui lo si è nei partiti, ma indicati da loro e a loro appartenenti.
    Se invece lo scopo della riforma fosse quello di garantire l’adeguata professionalità di coloro che vengono indicati nominati ai vertici della Rai, lo si potrebbe già fare ora, a legislazione vigente. Infatti l’art.21 dello Statuto della Rai individua requisiti determinati per far parte del Consiglio di amministrazione: cosa vieta, ad esempio, che in occasione del prossimo rinnovo del Cda Rai vengano resi pubblici i curricula delle persone indicate dai partiti, nel rispetto dello Statuto?

    Cordialità, e grazie!

    Fonte: ItaliaOggi - Marco Beltrandi | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, riforma tv, Rai, servizi pubblici, radicali al Parlamento, televisione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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