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Dichiarazione di Enrico LETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Alitalia.Non ha vinto nessuno.

  • (19 settembre 2008) - fonte: Europa - Enrico Letta - inserita il 19 settembre 2008 da 31

    Hanno perso tutti. Per l’Italia è un altro passo in giù. Non c’è niente da applaudire e niente di che rallegrarsi. Ora c’è da tenere solo i nervi saldi, capire quali sono le responsabilità e gli errori e mettere in campo immediatamente scelte che parlino al futuro.

    Le responsabilità di Berlusconi sono evidenti. Stride il contrasto tra le sue accuse, oggi, ai sindacati per non aver firmato e il suo sostegno, cinque mesi fa, a quegli stessi sindacati perché non firmassero l’ accordo con Air France-Klm.
    Quel possibile accordo emerge oggi come la soluzione ideale rispetto ai pasticci presenti e alle buie prospettive future.
    Un’intesa nella quale si sarebbe risolto il problema dei debiti, senza scaricarli sui contribuenti, si sarebbe affrontato il futuro industriale, si sarebbe mantenuto, per i cittadini italiani, un sistema concorrenziale e quindi vantaggioso, si sarebbe salvaguardata l’occupazione. La Cgil e l’Anpac – dice oggi il presidente del consiglio – non vanno bene e sono «teleguidati» dalla politica. Ieri, invece, «facevano le scelte giuste» per «evitare la svendita » e salvare l’italianità. È l’ennesimo salto mortale della spregiudicatezza e disinvoltura con la quale Berlusconi ci sta abituando a fare i conti. Ma qui i nodi vengono al pettine. Passato indenne attraverso le prove di governo affrontate in questi mesi, grazie a un’abilità comunicativa e a una grande assuefazione dell’opinione pubblica, il presidente del consiglio si trova di fronte all’impossibilità di risolvere anche l’Alitalia con uno spot. E siccome in ballo non c’è la percezione dei cittadini, come per esempio nel caso della sicurezza, l’ondata comunicativa si infrange di fronte a uno scoglio oggettivamente complesso.
    Berlusconi non riuscirà a scaricare su altri questa responsabilità.
    Lui ad aprile spiegò agli italiani che avrebbe personalmente affrontato e risolto la questione, dando un contributo determinante al ritiro dell’offerta di Air France-Klm. Oggi a lui di nuovo l’onere della prova.
    Il tentativo di Berlusconi di addossare tutte le responsabilità alle sei sigle che non hanno firmato fallirà. È però indubbio che il “no” di quelle stesse sigle all’opzione Cai, sommato allo stesso “no” rivolto all’opzione Air France-Klm in primavera, rappresentano una strategia difficilmente conciliabile con la drammaticità della crisi del trasporto aereo italiano.
    L’errore più grande il sindacato lo fece allora, non rendendosi conto di quello che oggi è evidente agli occhi di tutti, cioè che quella con Air France- Klm era una soluzione lungimirante e vantaggiosa.
    Allora, come oggi, sembra aver pesato il tema della frammentazione e del ruolo stesso del sindacato. La drammatica divisione che si è evidenziata ieri pomeriggio è un ulteriore elemento di questa crisi. Sbagliano il governo e la politica a pensare che dividere il sindacato sia di per sé un successo.
    Sbaglia il sindacato quando pensa di poter spostare sempre un passo in là il momento dell’assunzione di responsabilità. Allora, come oggi, l’impressione è che prevalga la voglia di trovarsi nella condizione di poter “non dire no” piuttosto che quella di dover “dire sì”.
    Ma se il sindacato a primavera avesse detto “sì”, invece di chiedere che Air France e il governo Prodi lo mettessero nella condizione di potersi limitare a non dire di no, oggi non saremmo di fronte al baratro. Ora, al governo la prossima mossa.

    Fonte: Europa - Enrico Letta | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, alitalia, sindacati, CGIL-Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Air France-Klm | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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