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Dichiarazione di Eugenia Maria ROCCELLA
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL)
«Bioetica: la Chiesa apre, ora il dialogo» - INTERVISTA
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(23 settembre 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 23 settembre 2008 da 31
Per Eugenia Roccella, sottosegretario alle Politiche sociali e già portavoce del Family Day, l’apertura del cardinale Bagnasco sul tema del testamento biologico «è di estrema ragionevolezza e pienamente condivisibile».
Questo significa che la strada che conduce ad una legge in materia è in discesa?
«Significa che la sentenza della Cassazione sulla vicenda di Eluana ha mutato profondamente le condizioni in cui ci troviamo ad operare. E che, alla luce di queste nuove condizioni, ora è meglio fare una legge».
Partendo dal lavoro già svolto nella passata legislatura?
«Partendo dal principio che il provvedimento deve essere di garanzia. So bene che si è già lavorato molto su questi temi e tuttavia ritengo che sarà necessario elaborare nuovi testi di legge».
In uno spirito bipartisan?
«Quando parlavo di ragionevolezza intendevo dire che parole come quelle di Bagnasco sono condivisibili anche da parte dei laici. E, allo stesso tempo, che nemmeno i più radicali dei testi di legge già elaborati su questo argomento si erano mai spinti tanto avanti quanto la sentenza sul caso di Eluana. Che è arrivata al punto, per intendersi, da far discendere il testamento biologico, ma preferisco parlare di dichiarazione anticipata di trattamento, addirittura dallo stile di vita».
Quali, a suo parere, i cardini irrinunciabili, di una legge destinata a regolamentare una materia così complessa e delicata?
«Sarà un lavoro lungo e difficile, lo ripeto. Di certo non potrà prescindere dal principio che idratazione e alimentazione non possono essere qualificati come trattamento sanitario. E che invece sono e devono restare un sostegno vitale per il quale non è richiesto alcun consenso informato».
Il testamento biologico (o la dichiarazione anticipata) in che modo impegnerà la struttura sanitaria?
«Questo è un altro elemento decisivo. Sono convinta del fatto che non debba avere valore vincolante per il medico. Se così fosse, infatti, ad uscirne distrutta sarebbe proprio l’alleanza terapeutica che naturalmente esiste tra il medico e il suo paziente, che ne rappresenta il fondamento. Il rapporto verrebbe pesamente dequalificato, facendo del sanitario, al più, un mero burocrate. Ciascuna esperienza è unica ed è per questo che la possibilità di deroga non può essere annullata»
Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina » Segnala errori / abusi