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Dichiarazione di Marco BELTRANDI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

“Convocazioni ad oltranza” - INTERVISTA

  • (25 settembre 2008) - fonte: L'Opinione - Alessandro Litta Modignani - inserita il 25 settembre 2008 da 31

    La questione irrisolta della presidenza della Commissione parlamentare di vigilanza continua ad agitare il mondo politico. L’opposizione ne fa una questione di principio (“La presidenza spetta a noi per prassi consolidata”), la maggioranza accetta il principio ma pone una questione di merito (“E’ un ruolo di garanzia, Leoluca Orlando è un nome improponibile”). Come se ne esce? Lo abbiamo chiesto a Marco Beltrandi, deputato radicale, eletto nel 2006 con la Rosa nel Pugno e in questa legislatura nelle liste del Pd.
    Onorevole Beltrandi, come si può superare l’attuale stallo?
    Se ne può uscire nei tempi brevi e certi richiesti dal nostro ordinamento, solo se i Presidenti di Camera e del Senato decideranno di convocare davvero a oltranza, come promesso, la Commissione fino al voto utile.
    Le riunioni in programma nei prossimi giorni serviranno dunque a sbloccare la situazione?
    “Senza l’incentivo dell’oltranza, è difficile che si sciolgano in nodi politici che impediscono lo sblocco, sia nel PdL che nel Pd. Sinora la Commissione non è stata convocata neppure quotidianamente.
    I presidenti Fini e Schifani si sono mostrati all’altezza del ruolo istituzionale, oppure ha prevalso una sorta di solidarietà politica con il centro-destra?
    Non vedo un problema di solidarietà politica, ma solo di dare effettività a quanto promesso e preannunciato il 31 luglio scorso, per interrompere un vulnus costituzionale in corso da mesi. La speranza, per tutti gli italiani, è che le istituzioni vengono prima dei problemi politici contingenti.
    Posto che nessuno contesta che si tratta di un ruolo di garanzia e che spetta alle opposizioni, il nome di Orlando è davvero così ”controindicato“, come sostiene la maggioranza?
    Direi proprio di no. Noi l’abbiamo sostenuto con convinzione tra i primissimi, e continuiamo a sostenerlo. Non mi risulta che oggi il problema sia sul nome del presidente della Vigilanza, bensì sui nomi per il CdA della Rai.
    Per superare l’impasse, qualcuno a un certo punto aveva fatto il suo nome....
    Qualche amico ed estimatore che ringrazio, perché so essere sincero, ma noi Radicali non poniamo mai questioni di nomi. A noi interessa che al più presto sia insediato e funzioni questo organo di garanzia istituzionale.
    Siete arrivati ad occupare la sede della commissione, a Palazzo San Macuto, un gesto che vi è costato anche molte critiche.
    Ai critici dico: ci spieghino loro come altrimenti avremmo potuto richiamare l’attenzione su una questione istituzionale, che riguarda anche la Corte Costituzionale, proponendo soluzioni.
    Ora la questione sembra essere entrata a far parte di una partita più grossa. E’ diventata merce di scambio rispetto ai futuri assetti della Rai, della serie: se voi non ci votate Orlando, noi non rinnoviamo il CdA, che resta quello del governo Prodi. Che ne pensa?
    Che è sempre stato così, sin dall’inizio, mentre non avrebbe mai dovuto esserlo. Qui sta la responsabilità negativa del centro-destra nella vicenda.
    Si fanno i nomi del futuro presidente Rai: si parla di Pietro Calabrese, oppure della conferma di Petruccioli. Nella scorsa legislatura lei aveva presentato un documento contro Petruccioli, approvato con un voto trasversale che aveva mandato ”sotto“ la maggioranza. Preferisce Calabrese, meno legato al Pd?
    Io avevo promosso e fatto approvare un documento che chiedeva le dimissioni di Petruccioli, che si è ben guardato dal rassegnarle. E’ curioso che oggi si faccia ancora il suo nome, visto il bilancio non positivo di questi anni alla Rai, e proprio mentre si parla di escludere finalmente i partiti dalla gestione dell’ente.
    Si parla anche di riforma complessiva della Rai. Quali sono le proposte dei Radicali?
    Quelle di sempre, depositate in proposte di legge:
    privatizzazione vera della Rai, messa all’asta del servizio pubblico radiotelevisivo, con gare distinte a livello nazionale e per ogni regione. Se il Pd le facesse proprie, avrebbe davvero una proposta innovativa che sfiderebbe il PdL e gli consentirebbe di uscire dall’attuale – e temo prevalente - volontà di conservazione.

    Fonte: L'Opinione - Alessandro Litta Modignani | vai alla pagina
    Argomenti: corte costituzionale, Rai, servizi pubblici, radicali al Parlamento, privatizzazione, commissione di vigilanza, Presidenti Camera e Senato, cda Rai | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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