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Dichiarazione di Nichi VENDOLA
Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia (Gruppo: SeL)
«Brutto clima nel Prc. Ridiamo credibilità alla sinistra» - INTERVISTA
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(27 settembre 2008) - fonte: l'Unità - Simone Collini - inserita il 27 settembre 2008 da 31
Nichi Vendola parla di un «clima sgradevole», dentro il Prc. Il governatore della Puglia ieri ha incontrato i coordinatori dell’area “Rifondazione per la sinistra”, «che non è una corrente - ci tiene a sottolineare - è mezzo partito, capace di molte relazioni all’esterno». Riferimento tutt’altro che casuale, anche se alla riunione a porte chiuse di ieri ha dovuto faticare non poco nel muoversi tra compagni di partito che sempre meno sopportano la convivenza con la componente che ha vinto il congresso e quelli che invece invitano a non bruciare troppo in fretta le tappe. Una cosa è comunque certa: «Se la maggioranza proponesse l’unità dei comunisti, sarebbe la definitiva scissione di Rifondazione comunista dalla sua storia. E noi a quel punto chiameremo l’intero partito al confronto e alla mobilitazione».
Ora c’è il varo di “Rifondazione per la sinistra”: l’obiettivo più immediato?
«Rimettere in campo l’idea della ricostruzione della sinistra come di un tema necessario per la società italiana. Oggi assistiamo a una vera e propria afasia della sinistra, in tutte le sue componenti: quella che ha scelto di fuoriuscire dalla storia e dalla cultura del movimento operaio, e che si è riconosciuta nel progetto del Pd, ma anche quella che vive di pulsioni identitarie».
Cioè il Prc, il vostro partito.
«Noi stiamo dentro Rifondazione ma anche dentro la società italiana, e costruiamo una rete di rapporti con tanti soggetti, fuori dal partito. La domanda che ci poniamo non è dove siamo collocati, ma come restituiamo credibilità e persino fascino a un nuovo vocabolario della sinistra».
Che aria si respira dentro Rifondazione?
«C’è un clima abbastanza sgradevole».
Per via della convivenza di linee politiche differenti?
«È sgradevole complessivamente, non si può descrivere come un clima in cui la differenza abbia il sapore di un arricchimento. È un clima anche molto pesante, per molti singoli compagni e compagne».
Sono gli strascichi di un congresso aspro?
«Dobbiamo dichiarare finito il congresso di Chianciano, ma non possiamo dimenticare che è stato segnato da una conta interna e che una commissione di partito ha cancellato molti voti. Oggi nessuna commissione può cancellare la realtà, che è la necessità e l’urgenza di restituire senso all’agire politico della sinistra».
La prima verifica elettorale l’avrete alle europee.
«Bisogna rilanciare il disegno di un processo unitario della sinistra, come un grande movimento e una grande forma di consultazione nei territori».
E se invece la maggioranza proponesse il tandem Prc-Pdci sulla scheda?
«Significherebbe che i veri vincitori del congresso sono quelli che hanno rastrellato il 7% dei voti con la proposta dell’unità dei comunisti».
Recentemente c’è stato l’abbraccio tra Diliberto e Grassi, che non stava in quella minoranza ma si è mosso con Ferrero: che farete se viene imboccata questa strada?
«Chiameremo al confronto e alla mobilitazione l’intero partito, perché questo fatto significherebbe la definitiva scissione di Rifondazione comunista dalla sua storia».
Mussi fa un passo avanti rispetto alla necessità di aprire un cantiere e dice che è necessario un nuovo soggetto della sinistra: lei che ne pensa?
«Che prima di occuparsi del contenitore bisogna occuparsi dei contenuti ed evitare qualunque abbrivio politicista. Bisogna che la sinistra srotoli le proprie idee e ambizioni e cominci un percorso con tanti, poi insieme vedremo cosa fare».
E del momento difficile che vive Liberazione che dice?
«Sono due i problemi di Liberazione. Uno è generale e riguarda le testate di partito. Ma poi c’è l’autonomia di una redazione giornalistica, che è un bene che non può essere messo in discussione. È stata una grande conquista nella storia della sinistra immaginare che essere organo di un partito non significa essere un bollettino. E questo non può essere smobilitato».
Fonte: l'Unità - Simone Collini | vai alla pagina » Segnala errori / abusi