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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Alitalia. Tutti i costi sui contribuenti e il Sud restertagliato fuori Portare le imprese verso Est. - INTERVISTA

  • (27 settembre 2008) - fonte: Avvenire - Marco Girardo - inserita il 29 settembre 2008 da 31

    Se potesse, non lo nasconde, riporterebbe le lancette dell’orologio indietro. Fino a marzo, quando ­fu commesso un delitto di politica industriale nel respingere l’offerta meno onerosa per il Paese di Air France. Ma allo stesso tempo,­per realismo e senso di responsabilità, il ministro dell’Economia del governo ombra, Pierluigi Bersani, accoglie con favore quale ­passo importante, ­l’accordo dei sindacati confederali e la firma ormai vicina dei piloti, in questa interminabile serata (di ieri, ndr), per il decollo della nuova Compagnia aerea italiana.­Sono contento che si sia evitato un disastro e trovato un punto di equilibrio. Ciò detto – insiste – permangono delle criticità che non posso tacere.
    Cominciamo da queste ultime.
    Primo: con lo scorporo della cosiddetta­ bad company prevista dal piano Cai, il salvataggio lo pagheranno anche i contribuenti. Secondo: sono state adottate delle procedure imperfette, dal punto di vista della trasparenza e dell’antitrust, che possono pregiudicare quanto fatto sinora nel Paese. Terzo: i problemi del nostro sistema aeroportuale si aggraveranno.
    Per quale ragione?
    Perchè con la fusione di AirOne e Alitalia, per una riduzione della concorrenza, delle grandi regioni del Sud – penso ad esempio a Puglia, Sicilia e Campania, che non hanno l’alta velocità ferroviaria – si vedranno ridurre anche i collegamenti.
    Ci sarcomunque un partner straniero, che sia "nuova" Lufthansa o la ­"vecchia" Air France, a dare un contributo per potenziare l’offerta.
    Un grande partner internazionale serviva e serve. Ma con un ingresso importante e definitivo nel capitale. Un ingresso a cui conseguissero da subito forti investimenti industriali. Ricordo un passaggio in cui Colaninno disse­: entro solo se c’un partner estero.
    Perchè, tedeschi e francesi non sono pronti a farlo?
    Mi pare che un vettore straniero, in questo momento, possa essere maggiormente interessato a infilarsi in una nicchia e aspettare tempi migliori.
    Cai resterà in ogni caso una compagnia italiana, una compagnia di bandiera. Non può farcela anche da sola, con un apporto estero frazionale?
    E'evidente in tutto il mondo, basta vedere quello che è successo dall’America all’Europa negli ultimi dieci anni, che le bandiere nazionali si vanno a piantare in un terreno più largo del Paese di appartenenza. Per noi quel Paese era Air-France-Klm.
    I francesi se ne andarono anche per il no dei sindacati. Ora i rappresentanti dei lavoratori hanno detto ­sì. La cordata guidata da Roberto Colaninno è ­riuscita a resistere a un aspro e lungo confronto sindacale. Segno che, evidentemente, ci crede davvero.
    Le difficoltà sindacali sono un dato del paesaggio. Ma devo dire che in primavera, dopo le dimissioni di Prato (l’ex ad, ndr), eravamo a un passo dal chiudere. Non si discuteva di contratto, perchè il contratto era quello di un grande vettore internazionale come Air France. Si discuteva solo di esuberi e perimetri. Quanto ai prossimi mesi, finchè tutti gli attori – interni, terzi e controparti – vogliono vedere se cavarci qualcosa, tutto andrà bene. Poi mi aspetto dei problemi anche nella compagine azionaria.
    A questo punto, per Cai, preferirebbe ­l’aiuto ­di Air France o quello di Lufthansa?
    Di un partner che abbia respiro sugli investimenti.
    Anche per le infrastrutture aeroportuali?
    Con i tedeschi, probabilmente, ci si concentrerebbe più su Malpensa. Mentre i francesi, lo dicevano già 5 mesi fa, punterebbero su Fiumicino. Anche se Malpensa, con qualsiasi partner, non dovrebbe faticare a raggiungere il pieno regime. In ogni caso, per il Nord, resta da risolvere il grande problema di avere uno scalo ogni 50 chilometri.
    Verso dove dovrebbe far volare la nuova Alitalia un partner internazionale?
    L’Italia ha una vocazione sull’Est, sulla Vecchia Europa, dove volano anche le nostre imprese. E'verso quelle Regioni, soprattutto, che chiederei un ­passaggio ad un grande vettore straniero.

    Fonte: Avvenire - Marco Girardo | vai alla pagina
    Argomenti: alitalia, malpensa, infrastrutture, governo ombra, Air France-Klm, AirOne, fiumicino, Nord e Sud, Cai | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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