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Dichiarazione di Paolo BONAIUTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Sottosegretario  Presidenza del Consiglio delega Informazione, Comunicazione ed Editoria (Partito: PdL) 


 

«Di Pietro invoca la mazza e noi dovremo fidarci?» - INTERVISTA

  • (30 settembre 2008) - fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 30 settembre 2008 da 31

    «Esterrefatto dalle accuse senza fondamento di Walter Veltroni», Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, dice no ad Orlando ed accusa il Pd di aver chiuso la porta al dialogo.
    Non eleggere Orlando, dice Veltroni, significa non rispettare le regole della democrazia.
    «Lo spiego per l'ennesima volta: il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, in una trasmissione ha detto due o tre volte che per risolvere i problemi ci vuole la mazza. Non è certo un linguaggio democratico o istituzionale e se lo avessimo detto io o un ministro sarebbe successo un putiferio. Per questo tanti, nel Pdl, hanno avuto dubbi nel nominare ad una alta carica istituzionale un esponente di quel partito».
    Il Pd replica ricordandovi di aver accettato, a suo tempo, la candidatura di Francesco Storace.
    «Non commento».
    Ha ragione Gentiloni? Dite no ad Orlando per coprire le vostre divisioni sulla soluzione del caso Rai?
    «Divisi noi? Sarebbe meglio che ognuno guardasse nel suo partito e non buttasse la croce addosso agli altri. Io non ho mai guardato a quel che succede in casa d’altri».
    Dunque, no definitivo ad Orlando?
    «Non è questione di nomi. I dubbi nei confronti dell’Idv hanno una giustificazione oggettiva in quanto accadde in piazza Navona. Stiamo parlando di una commissione di garanzia e vigilanza sul servizio pubblico. E non commento per carità di patria l’intervista di un certo candidato, che paragona l’Italia all’Argentina di Peron».
    Se è per questo, Veltroni chiama in causa Mosca. Non si è accorto di lavorare a fianco del Putin italiano? «No... Davvero questo è troppo. Lasciamo perdere Putin. Ancora non riesco a spiegarmi perché Veltroni abbia detto quelle cose. È il motivo per cui io e molti esponenti del Pdl non gli abbiamo risposto. Non si replica a cose senza senso e fondamento».
    Veltroni è convito che non vogliate affatto il dialogo ed abbiate scelto il decisionismo.
    «Il dialogo è come l’Araba fenice, la sinistra dice sempre di volerlo ma in realtà fa di tutto per sottrarsi. E lancia accuse che non stanno nè in cielo nè in terra. Noi abbiamo cercato il dialogo ma ci è stato risposto picche su tutto: sulla giustizia, sul federalismo fiscale, sull’Alitalia. Solo sul problema dei rifiuti a Napoli c’è stata un’apertura sincera da parte della regione, a partire da Bassolino, dei presidenti delle province e dei sindaci. La collaborazione lì è stata ampia e produttiva, come vuole il paese e fa bene al paese».
    Veramente, su Alitalia Veltroni rivendica il merito di aver riportato Colaninno ed Epifani al tavolo della trattativa.
    «Appunto. Così non si va da nessuna parte».
    Lo dice anche il Pd, accusandovi di aver svuotato il ruolo del parlamento a colpi di decreti e vantando una maggioranza tale da poter fare da soli.
    «Non è così. La verità è sotto gli occhi di tutti. Viene il dubbio che l’opposizione rincorra partiti giustizialisti e che certo non cercano il confronto».
    Non è dialogo dire «la riforma della giustizia ce la facciamo da soli».
    «Per parlare bisogna essere in due. E il dialogo, che era partito, è stato bruscamente interrotto dalla sinistra. Chi ha occhi per vedere sa che le cose stanno così. E se Berlusconi ha il 67 per cento di gradimento vuol dire che il suo metodo concreto piace anche a molti di coloro che non ci hanno votato, visto che il Pdl è al 42 per cento».

    Fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina
    Argomenti: di pietro, pdl, pd, Rai, commissione di vigilanza | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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