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Dichiarazione di Achille VARIATI

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Vicenza (VI) (Partito: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Vicenza (VI) (Lista di elezione: PD) 


 

Al voto, contro lo stop del referendum.

  • (02 ottobre 2008) - fonte: l'Unità - inserita il 02 ottobre 2008 da 31

    È arrivato in treno da Roma direttamente in piazza, nella piazza della protesta, a spron battuto, il sindaco di Vicenza Achille Variati. Proprio «da Roma» da dove è arrivato in mattinata lo stop al referendum sui destini delle aree che il progetto Dal Molin impegna per la costruzione della base militare Usa. E in piazza il sindaco contesta, anzi ribalta questo verdetto che viene «da Roma», cioè dal Consiglio di Stato.

    Dice, arrivando: «Voglio parlare ai miei concittadini direttamente, in piazza, esercitando una volta di più quel diritto democratico e pacifico ad esprimere un punto di vista su materie decisive per il nostro futuro. Un diritto che le decisioni di Roma hanno cercato oggi, una volta di più, di negare».

    In piazza Variati sfida l'ordinanza del Consiglio di stato e invita, domenica prossima, ad andare al voto lo stesso. Il referendum ci sarà, dice. Prendendo la parola nella centrale piazza dei Signori davanti a circa seimila manifestanti scesi in strada per protestare contro la decisione del massimo organo giudicante amministrativo, Variati, dopo aver indossato la fascia tricolore ha assicurato i presenti della sua partecipazione al voto referendario. «Questa fascia me l'avete data voi - ha urlato - e davanti a voi la indosso perché Vicenza non può essere imbavagliata». In ogni caso secondo il sindaco «chi ha bloccato la consultazione non è amico degli americani».

    Stavolta però i dirigenti della Lega Nord non hanno gradito il richiamo del sindaco pd che paragona l'annullamento amministrativo della consultazione popolare a una «violenta sopraffazione di uno stato sordo e lontano». No no, stavolta Variati viene ammonito dalla Lega al governo, impegnata nel federalismo e nelle compatibilità di Palazzo Chigi.

    «È ora che il sindaco di Vicenza Variati ritorni sui suoi passi e ammetta gli errori commessi: il suo atteggiamento ostinato ha solo danneggiato la città - è la sgridata che arriva da il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, la vicentina Manuela Dal Lago -. Ormai - continua -non ci sono più scusanti per nessuno. Come ha sancito il Consiglio di Stato, la consultazione è inutile avendo per oggetto un "auspicio irrealizzabile", ossia fa parte del libro dei sogni di Variati, mentre un amministratore dovrebbe essere molto concreto e oculato». «Doveva ascoltare Berlusconi, ha sbagliato», fanno eco altri del Pdl.

    Ma Variati tira a dritto. Dopo aver attaccato il presidente del Veneto Giancarlo Galan («non rappresenta né il cuore né gli interessi dei veneti») e la Lega Nord («chi ha professato da sempre sentimenti d'autonomia giura a Pontida e tradisce a Vicenza») il sindaco ha ricordato che «53 erano i seggi previsti, 53 saranno i punti di raccolta davanti alle scuole dove si potrà votare dalle 8 alle 21». Sottolineando che in ogni gazebo sarà presente almeno un consigliere comunale Variati ha indicato che il voto «è riservato solo ai cittadini di Vicenza perchè per codardia - ha detto - altri comuni non hanno accettato questa sfida». Nonostante la decisione del Consiglio di Stato nelle tv private vicentine questa sera hanno proseguito la programmazione le pubblicità del Comune sul referendum. Inserzioni che invitano ad andare a votare «dove si vota abitualmente» e «a visitare il sito del Comune».

    L'agenda del movimento No Dal Molin propone per giovedì la visione del film-documentario "Storia di pasticci e risvegli". Sottotitolo: "La città dei No Dal Molin", presso una sala delle Opere Parrocchiali San Carlo.

    Proprio mercoledì il sindaco Variati era ad una manifestazione insieme ad altri sindaci e dirigenti del Pd come Calearo dal titolo «il nostro federalismo» in Emilia. E Massimo Calearo lo difende: «Proprio mentre sono scesi a Roma centinaia di sindaci per chiedere più autonomia - dice Calearo - ai cittadini di Vicenza, della mia città, viene impedito di esprimere la loro opinione su un tema che li riguarda da vicino. Non è una questione di essere a favore o contro la base. È semplicemente, e drammaticamente - conclude 'esponente del Pd - una questione di democrazia».

    Fonte: l'Unità | vai alla pagina
    Argomenti: democrazia, sindaco, veneto, vicenza, base usa, NO DAL MOLIN | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 02 ottobre 2008 da 861
    Questo è un sindaco!

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