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Dichiarazione di Giulio TREMONTI
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Economia e Finanze (Partito: PdL)
Così rispettiamo i patti Ue.
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(03 ottobre 2008) - fonte: Il Sole 24 Ore - Giulio Tremonti - inserita il 06 ottobre 2008 da 31
A partire dall’ultimo trimestre del 2007 l’economia italiana ha mostrato un andamento sostanzialmente stagnante. Nel secondo trimestre di quest’anno si è manifestata una contrazione del Pil. Tutte le componenti della domanda hanno frenato. Questo è dovuto all’operare di vari fattori negativi.
Il rincaro dei beni energetici ed alimentari, che ha inciso sui consumi delle famiglie, l’apprezzamento dell’euro, che ha indebolito la domanda estera e una correzione superiore alle attese nel settore delle costruzioni. In generale, la congiuntura economica rimane comunque caratterizzata da un elevato grado di incertezza. Pur in questo quadro, il Governo conferma il percorso indicato nel Dpef 2009-2013. Le lievi differenze del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche rispetto al Dpef derivano principalmente dai seguenti fattori: il citato indebolimento delle prospettive di crescita dell’economia italiana; una più puntuale ripartizione tra le categorie economiche di entrata e di spesa della manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2011; le modifiche alla manovra, introdotte in sede di conversione dei provvedimenti attuativi; l’aggiornamento del conto delle Pubbliche Amministrazioni per il 2008, in base all’attività di monitoraggio; le variazioni dei tassi di interesse derivanti dalle turbolenze nei mercati finanziari.
Per il 2008 l’indebitamento netto è stato confermato al 2,5% del Pil. Il saldo sconta una ricomposizione del conto, ricomposizione che lascia tuttavia sostanzialmente invariato in termini nominali il livello dell’indebitamento netto. Ciò per effetto di variazioni compensative. In specie, la ricomposizione riflette: dal lato delle entrate, minori entrate per 0,7 miliardi, risultanti da un ridimensionamento delle imposte indirette per circa 3,6 miliardi; maggiori imposte dirette per 2,3 miliardi; maggiori contributi sociali per 0,5 miliardi, per effetto della dinamica positiva dei redditi da lavoro dipendente in alcuni comparti del settore privato; dal lato delle spese, l’aumento degli oneri per interessi è compensato da economie di spesa. Nell’insieme, per gli anni 2009-2013, il quadro di finanza pubblica indicato nella Relazione conferma gli impegni presi con l’Unione Europea. Impegni che prevedono il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2011. L’effetto complessivo dei fattori di variazione indicati in precedenza determina un peggioramento dell’avanzo primario, rispetto a quanto indicato nel Dpef, di 0,1 punti percentuali del Pil per il periodo 2009- 2013, ad esclusione del 2011, quando il peggioramento risulta pari a 0,3 punti. Comunque compatibile con il «close to balance» europeo. L’indebitamento netto in rapporto al Pil cresce di o,1 punti percentuali nel 2009; di 0,2 punti nel2olo e 2o11; di o,1 punti negli ultimi due anni considerati, per effetto del diverso profilo della spesa per interessi. In particolare, l’indebitamento netto per il 2009 viene ricollocato al 2,1% del Pil. La revisione, pari ad un decimo di punto, è riconducibile aun moderato rialzo della spesa, compensata solo in parte dall’andamento delle entrate. Le nuove stime delle entrate scontano una ricomposizione del prelievo fiscale. Il minor gettito previsto per il comparto tributario, trainato dal ridimensionamento delle imposte indirette, risulta in particolare più che compensato dalla maggiore crescita dei contributi sociali. Le stime per le entrate tributarie incorporano una elasticità di base in rapporto al Pil pari a circa 1’1,1 per il 2009 ed allo 0,96 per il toto. Questi valori, elaborati secondo i modelli di previsione del Ministero, riflettono l’evoluzione prevista del quadro macroeconomico e considerano gli effetti differenziali sul gettito di tutte le manovre, incluse quelle passate, e gli eventi una tantum. Per gli anni successivi prosegue la riduzione del disavanzo. L’indebitamento netto si riduce all’1,2% del Pil nel 2010 e Si colloca allo 0,3% nel 2011. L’avanzo primario aumenta progressivamente dal3,9% del Pil del 2010 a14,9% de12013. La spesa per interessi in rapporto al PIL si riduce dal 5,1% del 2010 al 4,8% del 2013. In presenza di un rafforzamento dell’azione di razionalizzazione, l’incidenza della spesa,corrente primaria si ridimensiona gradualmente, dal 40,1% del Pil nel 2008, al 38,6% nel 2013. La dinamica della spesa corrente primaria si manifesta in rallentamento, registrando nel quinquennio 2009-2013untasso di incremento medio annuo dei 2,4% in termini nominali, contro un aumento medio annuo del 4,4 registrato nel biennio 2007-2008.
Nel 2008 il saldo di bilancio in termini strutturali peggiora di 0,2 punti percentuali del Pil rispetto al Dpef, soprattutto per effetto del minore output gap. Dopo tale temporaneo peggioramento, il percorso di risanamento riprende fino a raggiungere l’obiettivo di medio termine del bilancio in pareggio nel 2011, come concordato in sede europea. Nel quadriennio 2008-2011, la correzione complessiva ammonta a oltre due punti percentuali di Pil. Nel 2008, in presenza di una lieve revisione al rialzo del Pil nominale, il debito pubblico in rapporto al Pil è stimato collocarsi al 103,7 per cento. Nel 2009-2013, il rapporto debito/Pil è previsto ridursi gradualmente, attestandosi sotto il 100% nel 2011, come indicato nel Dpef, fino a raggiungere il 91,9% nel 2013.
NOTE
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Ampi stralci dell’intervento del ministro dell’Economia Giulio Tremonti ieri alla Camera
Fonte: Il Sole 24 Ore - Giulio Tremonti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi