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«Berlusconi non ammette che esista l'opposizione»
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(06 ottobre 2008) - fonte: l'Unità - inserita il 06 ottobre 2008 da 31
Un Veltroni a tutto campo fa le pulci al governo di destra, rivelando tutte le magagne di Berlusconi. «Il governo non ammette che possa esistere un'opposizione», si chiede il leader del Pd alla trasmissione radiofonica Faccia a faccia, condotta dal direttore dell'Unità, Concita De Gregorio, che va in onda su Radio 3. Veltroni lamenta un «clima da pensiero unico» e vede nelle dichiarazioni di domenica del premier contro l’opposizione sfascista un segnale per una «opposizione che non deve esserci».
«Berlusconi - osserva Veltroni - ha fastidio per l'esistenza dell'opposizione, dei sindacati, del Parlamento e ha fastidio perché esistono dei giornalisti che dicono cose che a lui non piacciono».
Il segretario del Pd conferma le sue preoccupazioni per «i tanti segnali di un possibile slittamento verso una perdita della democrazia». Per quanto riguarda il lavoro dell'opposizione che prepara la manifestazione del 25 ottobre, il leader del Pd ricorda che dopo la prima finanziaria del governo Prodi nel ‘96 «Berlusconi organizzò una grande manifestazione che aveva come slogan “Contro il regime per la libertà”».
«A Berlusconi tutto è consentito, persino dire che l'opposizione è sfascista, e gli è consentito perché c'è un pensiero unico dove anche il sistema della comunicazione è assolutamente piegato. C'è una sottospecie di dominio che la destra esercita», spiega Veltroni.
«Ho visto che Berlusconi ha detto adesso farò solo decreti: a parte che non conosce la Costituzione sulla quale ha giurato che prevede che i decreti siano possibili solo con determinati requisiti di necessità e urgenza.
Ma vorrei ricordare che George Bush - ha sottolineato il segretario del Pd - ha dovuto fare con il Congresso una mediazione estenuante, perché in quel Paese a sistema presidenziale il Parlamento svolge una funzione di controllo molto importante.
Bush non ha fatto un decreto legge per approvare il piano Paulson, ha fatto un piano e l'ha mandato al Congresso e il Congresso, come è in una democrazia, ha discusso e faticosamente è arrivato ad una conclusione».
Veltroni ha detto di essere stato informato dal capogruppo Antonello Soro che sulla scuola il governo intende mettere la fiducia «per impedire che ci siano emendamenti». Questo è indicativo del fatto «che ormai il presidente del Consiglio considera il Parlamento una specie di Camera di ratifica».
Il problema del conflitto d’interessi resta vivo, il centrosinistra ha sbagliato a non affrontare a suo tempo il nodo della legge: «Ieri la televisione era un dilagare di ministri nonostante l'invito di Berlusconi a non andare in televisione».
«Evidentemente - commenta il leader del Pd - non devono andare nelle trasmissioni dove c'è qualcuno che si contrappone alle loro idee, invece possono andare sulle televisioni di proprietà del presidente del Consiglio in piena libertà». L'esistenza del problema, spiega Veltroni, è evidenziata da alcuni episodi: «Il ministro della Repubblica che si occupa della Pubblica istruzione va mezz'ora senza contraddittorio nella televisione di proprietà del presidente del Consiglio e stamattina il Giornale scatena un attacco contro la Cgil da un lato e fa la campagna per dire che gli episodi di razzismo sono poca cosa». «Secondo me - aggiunge - il centrosinistra ha sbagliato quando non ha fatto la legge sul conflitto di interessi, ma è stato eccessivamente responsabile, e non ha aperto conflitti che andavano aperti in nome della cultura liberale e della autonomia dei poteri».
Fonte: l'Unità | vai alla pagina » Segnala errori / abusi