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Dichiarazione di Leoluca ORLANDO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

"Il Cda della Rai si può eleggere con la Gasparri” - INTERVISTA

  • (07 ottobre 2008) - fonte: La Stampa - Paolo Festuccia - inserita il 07 ottobre 2008 da 31

    «Di Rai non parlo assolutamente, e nemmeno di Berlusconi». Leoluca Orlando, candidato delle opposizioni a Palazzo San Macuto è fermo sulle sue posizioni, anche se spiega che non può fare a meno, di replicare a «questioni di tipo istituzionale». E la commissione di Vigilanza lo è certamente. Come lo sono le polemiche sul suo nome, il digiuno di Marco Pannella, ma anche l’assemblea degli azionisti della tv pubblica sistematicamente aggiornata, e da ieri riaggiornata al prossimo 20 ottobre.
    Onorevole, su di lei c’è un veto che appare irremovibile da parte del Pdl, ha mai pensato di dover fare un passo indietro? Del resto, anche Massimo D’Alema nel 2006 lo fece per la candidatura al Quirinale.
    «Io sono il candidato di tutte le opposizioni. Non ho chiesto di candidarmi, semmai me lo hanno chiesto e lo hanno proposto tutte le forze di opposizione presenti in Parlamento. E’ chiaro, allora, che a questo punto mi sento il testimonial di un principio che, da sempre, sancisce che sia la minoranza a scegliere il candidato presidente della Vigilanza».
    Ma a lei viene «addebitato» di essere troppo di parte, e poi le sue considerazioni rilanciate dai giornali non hanno certo giovato a rasserenare il clima, non crede?
    «In politica si è sempre di parte. Anche Nilde lotti o Pietro Ingrao lo erano, ma nessuno può affermare che non abbiano lavorato egregiamente nel rispetto delle prerogative di garanzia che il ruolo esigeva e richiedeva. E' chiaro che una mia nomina alla Vigilanza, da quel momento, comporterebbe la condivisione dei principi di imparzialità, garantendo così tutte le forze politiche. E aggiungo, soprattutto, nel rispetto della Commissione stessa».
    Beh, questa è una novità, un segnale di distensione che il Pdl potrebbe anche apprezzare...
    «Il mio è un impegno. Chiaro, trasparente che porterebbe anche alle mie dimissioni dall’incarico di portavoce che ricopro, attualmente, nell’Italia dei Valori. Del resto è un’esigenza che scaturisce direttamente dal ruolo stesso che si rappresenta».
    Un cambio di direzione, rispetto ai giorni scorsi, visto il muro contro muro che si registra da mesi. Uno scontro, non sfugge a nessuno, che si ripercuote anche nel rinnovo dei consiglio di amministrazione della Rai scaduto da mesi...
    «Su questo io ho una mia idea, così come credo pure che non si possa continuare all’infinito in questo atteggiamento».
    E cosa propone? Sarebbe disponibile a convocare subito la Vigilanza ed avviare l’iter per la nomina del nuovo cda di viale Mazzini? In fondo è ciò che chiede pure il Pdl.
    «Il cda della Rai è scaduto da mesi. E, quindi, uno dei primi obblighi, per così dire, del Presidente della Vigilanza è proprio quello di avviare, di concerto che l’ufficio di presidenza della vigilanza stessa, le procedure e gli adempimenti istituzionali previsti. E quindi, convocherei l’ufficio per avviare l’iter di rinnovo dei vertici della tv pubblica».
    Ma così facendo si andrebbe al rinnovo con la contestatissima (per Idv e Pd) legge Gasparri, che sia il suo partito con il suo leader Antonio Di Pietro, ma anche il Pd vorrebbero cancellare, o almeno modificare...
    «Anche io non condivido quella legge ma fin quando la legge c’è il ruolo del presidente è quello di garantire il funzionamento delle istituzioni con le leggi vigenti, e nel rispetto delle stesse. Del resto, anche il presidente della Camera o quello del Senato, seppur impegnati a rivedere i Regolamenti dell’Aula, utilizzano le leggi esistenti e si attengono al loro rispetto. In tal senso, non c’è alcuna anomalia».

    Fonte: La Stampa - Paolo Festuccia | vai alla pagina
    Argomenti: Rai, Idv, legge Gasparri, televisione, commissione di vigilanza | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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