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Dichiarazione di Enrico LETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Giuste le parole di Casini Serve un dibattito in Aula» - INTERVISTA

  • (08 ottobre 2008) - fonte: Avvenire - Roberta D'Angelo - inserita il 08 ottobre 2008 da 31

    «Sessione parlamentare per discutere della crisi Tremonti guardi oltre l’interesse di bottega e troverà un atteggiamento di responsabilità nazionale»

    «Si faccia una sessione parla­mentare in cui si affronti la crisi. In questa sessione noi metteremo tutto il nostro senso di re­sponsabilità »: Enrico Letta, ministro del Welfare del governo ombra del Pd, espri­me una fortissima preoccupazione per la crisi economica mondiale e invita tutti ad andare oltre l’orticello di casa, per affron­tare insieme l’emergenza senza prece­denti. «Credo che ci sia bisogno di consi­derare questa vicenda dal punto di vista della responsabilità nazionale. Io la chia­mo così, perché la crisi che si sta abbat­tendo sull’Italia è pesante, profonda».
    Abbiamo ascoltato dal governo messag­gi rassicuranti solo qualche giorno fa.
    La crisi è solo all’inizio, perché la crisi fi­nanziaria sembra di carta agli occhi di chi la guarda, ma gli effetti sull’occupazione saran­no a cascata e lo stesso sugli investimenti. Dob­biamo prepararci a un inverno rigido. Dire que­sta cosa non è fare le cas­sandre. Bisogna prende­re atto di una situazione per certi versi imprevista e bisogna organizzarsi. È ovvio che da parte nostra serve un atteggiamento di responsabilità nazionale, ma bisogna anche che sia il go­verno a porsi in una logica di responsabi­lità nazionale, e su questo aspettiamo di capire e di sentire.
    Mentre aspettate di capire, però, è torna­to un clima di scontro politico.
    È un problema di toni e di proposte. Da parte nostra siamo tutti in attesa di capi­re e anche disponibili, perché non c’è di­visione al nostro interno. Bisogna che ci sia da parte del governo e della maggioranza un messaggio, una proposta, Bisogna che vengano in Parlamento. Faccio mie le pa­role di Casini che l’altro giorno ha prote­stato in aula perché di fronte alla crisi non c’è ancora stata una informativa del go­verno.
    Forse senza un clima di dialogo, la mag­gioranza preferisce muoversi in autono­mia...
    In questi stessi giorni il Congresso ameri­cano ha votato insieme, maggioranza e opposizione, un atto parlamentare di­scusso per giorni. Sta a loro decidere, dun­que. Credo che sia un momento in cui in tutto il resto d’Europa si sta facendo un ragionamento che va oltre i semplici in­teressi di bottega e l’invito che faccio a Tre­monti è di guardare all’interesse del Pae­se nella lunga prospettiva.
    Ma intanto voi non preparate una mani­festazione contro il governo?
    La manifestazione, per come ci sto lavo­rando (lunedì 13 faremo manifestazioni in preparazione, sulla questione salariale) sarà una piazza 'per' e non 'contro'. Noi faremo le nostre proposte. E la sessione parlamentare che propongo può interes­sare il governo. Ci aspettiamo che Tre­monti sappia che ha interesse a una col­laborazione e che da parte nostra troverà un grande senso di responsabilità.
    Non c’è più nessuno che dice che biso­gna mandare a casa il governo?
    Il problema non è il governo, ma è che questa è la prima grande crisi finanziaria del dopoguerra. È al buio e dagli esiti in­certi. C’è bisogno quin­di di un atteggiamento di straordinario senso di responsabilità e il Pd è concorde. Non è in que­stione la caduta di que­sto governo, perché il governo è stabile, la maggioranza è stabile, la legislatura è appena cominciata.
    La sessione parlamen­tare un po’ come il tavolo per le riforme?
    Siamo preoccupati per il Paese perché quello che sta accadendo è colpa di una situazione finanziaria internazionale, e ri­schia di colpire duramente i cittadini, per­ché alla fine rispetto agli altri Paese euro­pei a noi mancano i due strumenti che tutti gli altri possono utilizzare: aumenta­re le tasse o ricorrere all’indebitamento. Noi non possiamo fare né l’uno nell’altro perché sulle tasse siamo oltre ogni limite e sull’indebitamento paghiamo le vacche grasse o la logica da cicale degli anni ot­tanta. Serve una risposta a livello europeo.
    Il vertice di Parigi non è incoraggiante...
    Siamo in una strada molto stretta perché purtroppo l’Europa in questi giorni ha di­mostrato di non essere all’altezza. Con il vertice di sabato ha tentato di dare rispo­ste tradizionali a un problema che è straor­dinario e risposte tradizionali come una foto di gruppo e un comunicato di gran­di auspici non bastano con questa crisi. C’è bisogno del fondo che Sarkozy ha pro­posto e sul quale il governo italiano si è detto d’accordo. Credo che quello sia un atto concreto. «Sessione parlamentare per discutere della crisi Tremonti guardi oltre l’interesse di bottega e troverà un atteggiamento di responsabilità nazionale»

    Fonte: Avvenire - Roberta D'Angelo | vai alla pagina
    Argomenti: tasse, europa, casini, tremonti, crisi, crisi finanziaria, Sarkozy | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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