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Dichiarazione di Giorgio NAPOLITANO

Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica


 

Non alimentare allarmismi sulla crisi

  • (11 ottobre 2008) - fonte: Il Messaggero - Paolo Cacace - inserita il 11 ottobre 2008 da 31

    Il presidente: servono regole etiche nelle banche. E rivolto ai media: istituirei un premio per il titolo più misurato

    ROMA - Non alimentare l’allarmismo e il catastrofismo di fronte ad una crisi che «presenta danni e rischi gravi» anche per l’Italia. Ma piuttosto richiamare ad un forte senso di responsabilità «le istituzioni e le forze politiche di entrambi gli schieramenti» nonché il mondo d’informazione. Giorgio Napolitano parla nella cornice del Salone dei Corazzieri al Quirinale, affollato di giornalisti presenti per la ”giornata dell’informazione 2008”.
    E la preoccupazione prioritaria del Presidente non può che essere rivolta a quel quadro drammatico dei mercati alle prese con la crisi peggiore dal ’29 in poi. Napolitano vuole lanciare un messaggio rassicurante o - meglio - di cautela perché è consapevole che il panico incontrollato è la vera incognita della crisi finanziaria mondiale.
    Ecco perché, avverte, «non bisogna alimentare l’allarmismo che in questo campo può diventare immediatamente fattore di aggravamento della crisi».
    Insomma: serve un forte impegno bipartisan a livello nazionale ed europeo, di maggioranza e opposizione, per cercare di trovare le soluzioni più adeguate. Naturalmente Napolitano non entra nei dettagli. Ma riprenderà il tema in una lunga intervista apparsa ieri sulle colonne dell’”Osservatore romano” in cui fa sua la formula della «economia sociale di mercato» e sottolinea che in questa fase critica della finanza internazionale «servono regole etiche nelle banche». «Si devono stabilire delle regole di comportamento etico - ammonisce il capo dello Stato - all’interno delle istituzioni di governo dell’economia: pensiamo alle banche e al sistema creditizio».
    Naturalmente il richiamo contro l’allarmismo ingiustificato è diretto anche e soprattutto a certa informazione. E non a caso Napolitano - riferendosi ai numerosi premi attribuiti nella cerimonia al Quirinale - osserva tra il serio e il faceto: «Vorrei che fosse istituito un premio per i titoli che caratterizzano vistosamente nelle edicole i nostri giornali: un premio per i titoli più misurati, meno sensazionali, non certo anodini o poco stimolanti alla lettura, ma che rispecchino più correttamente il fatto che viene presentato o il pensiero che viene ospitato, specie in campo politico».
    Napolitano non dice di più. Ma è evidente che certi titoli di giornali, anche riguardanti le posizioni del Quirinale, non li ha digeriti. Comunque, la questione induce il Presidente a ribadire la necessità di un «valido equilibrio» tra i valori del diritto-dovere dell’informazione e quelli del rispetto della riservatezza delle indagini e della privacy e dignità delle persone. Beninteso: tutto ciò non può tradursi in censure, conformismo o limitazioni per l’informazione. «La via maestra è l’autovigilanza», spiega Napolitano proprio «per non giustificare o rendere obiettivamente non resistibili misure coercitive». Tra le responsabilità dell’informazione, cita «i rischi di xenofobia e intolleranza» che possono «sconfinare nel pregiudizio razzista».
    Di fronte a qualche replica minimizzatrice (Maroni) dopo l’allarme razzismo lanciato nel colloquio con papa Ratzinger, Napolitano precisa: «Non bisogna generalizzare, non bisogna indulgere in giudizi sommari, ma vigilare, intervenire e prevenire qualsiasi deriva».
    Quindi Napolitano apprezza la ”Carta di Roma” consegnatagli dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Del Boca. Auspica una rapida conclusione del negoziato per il contratto nazionale dei giornalisti e sui tagli dei contributi all’editoria spiega: «Bisogna contenere la spesa pubblica, ma non comprimere il pluralismo specie per le voci non rappresentate in Parlamento» (leggi Liberazione).
    Infine un commosso omaggio a Ilaria Alpi e a Miran Hrovatin, uccisi 14 anni fa in Somalia vittime come tanti altri colleghi di una «triste ecatombe».

    Fonte: Il Messaggero - Paolo Cacace | vai alla pagina
    Argomenti: informazione, spesa pubblica, banche, privacy, presidente Napolitano, giornali, crisi, giornalisti, crisi finanziaria | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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