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Dichiarazione di Nicola COSENTINO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Sottosegretario  Economia e Finanze (Partito: PdL)  - Consigliere Provincia Caserta (Lista di elezione: FI) 


 

Basta calunnie, mi dipingono come un boss.

  • (11 ottobre 2008) - fonte: Il Mattino - Nicola Cosentino - inserita il 11 ottobre 2008 da 861

    Ora basta. La campagna condotta dalle colonne del settimanale l'Espresso ha un carattere mistificatorio e criminale, il cui unico scopo è quello di distruggere l'avversario. Da un punto di vista non solo politico, ma anche umano.
    Nell'ultimo degli articoli contro la mia persona si parla addirittura di un «poker di pentiti di camorra», le cui confessioni andrebbero a delineare un mio ritratto criminale da far impallidire Totò Riina e Al Capone.
    Chiarito ciò, diciamo subito che estrapolate dal contesto letterario nel quale sono state artatamente inserite, le accuse che mi si rivolgono sono assolutamente incredibili, false, inconsistenti. Al punto di essere ritenute prive di alcun interesse da parte della magistratura giudicante e inquirente.
    L'autore dell'articolo, con malevola professionalità ha sovrapposto dati veri della mia vita e della mia carriera a notizie prive di alcun fondamento, il cui risultato è stato quello di creare attorno alla mia persona e alla mia famiglia un pericoloso e umiliante clima di sospetto.
    Si sostiene che sarei stato eletto «consigliere regionale per Forza Italia con una valanga di voti» e con ciò avrei guadagnato «l'approdo in Parlamento». Ebbene, al Consiglio regionale sono stato eletto nelle file di Forza Italia con circa 12mila preferenze, di cui solo 1800 raccolti nella «mia» Casal di Principe.
    In pratica, lo stesso numero di voti che un po' di anni prima raccolsi alle elezioni provinciali. Numeri che non hanno le caratteristiche della valanga di voti, visto che un certo favor dei miei concittadini nei miei confronti poteva pure essere messo nel conto. Si sostiene anche che sarei il postino o il porta pizzini di un boss di camorra, spiegando, qualche rigo dopo, che «Quando Sandokan vuol far sapere qualcosa ai suoi, si rivolge a Mario Natale». Un imprenditore, che come molte altre persone conosco, ma con il quale non ho mai intrattenuto rapporti particolarmente stretti, essendo anche avversari politici. Dunque, se non sarei il postino, sarai stato l'accompagnatore del «postino». In questi tour, che hanno fatto tappa anche in una pizzeria, avrei addirittura incontrato dei noti boss della camorra con cui - credo - difficilmente si può immaginare di andare al ristorante.
    Figuriamoci se può andarci uno che fa politica, che non può permettersi amicizie pericolose, già macchiato dal peccato originale di essere nato e aver vissuto a Casal di Principe.
    Ma non solo. Si parla anche di un fascicolo segreto della Procura che mi riguarderebbe. Premesso che non ho mai creduto che la Giustizia italiana custodisca fascicoli segreti, mi chiedo di quale segreto possa trattarsi visto che se ne scrive sui giornali. Se segreto c'era qualcosa non ha funzionato, forse la magistratura dovrebbe porre maggiore attenzione rispetto a tali segreti.
    Sotto la lente d'ingrandimento viene posto anche l'acquisto di un terreno agricolo. Evitando però di dire che il fondo era confinante con altri terreni di proprietà della mia famiglia. Una famiglia di agricoltori, come lo era mio padre. E prima di lui, mio nonno. Non ritenendo esaurita la missione, l'autore dell'articolo incentra il suo interesse sull'immobile in uso al Tribunale di Santa Maria C.V. Su questo punto forse meglio di me potrebbero rispondere il presidente del Tribunale e il sindaco di allora, in quanto molto più remunerativa per la mia famiglia sarebbe stata una destinazione diversa dello stabile. In pratica, fummo costretti a subire una «scelta» delle istituzioni che individuarono nel nostro immobile una confacente sistemazione provvisoria del Tribunale.
    E ancora la storia della centrale di Sparanise (con la quale si sfiora il ridicolo quando si attribuiscono allo Stato e al ministro competenze che invece sono per lo più attribuite alla Regione, ieri come oggi amministrata dal centrosinistra e non da Forza Italia) e il business dei carburanti, che non tiene in nessun conto della crescita del costo dei carburanti avvenuta negli ultimi anni.
    Infine, la ciliegina sulla torta, con la chiamata in causa dell'ex prefetto di Caserta, che in cambio di una candidatura avrebbe agevolato una certificazione antimafia. Si tratta di affermazioni false e diffamatorie, che non riferiscono di altre pronunce dei giudici amministrativi a noi favorevoli. Ciò senza tener conto che, per precisa scelta aziendale, la mia famiglia da anni non riceve commesse pubbliche o partecipa ad appalti pubblici.
    La mia storia politica, così come quella della mia famiglia, è a disposizione per qualsiasi approfondimento o inchiesta giornalistica, ritenendola un esempio di come è possibile fare politica onestamente in Campania. Anche in realtà difficili, come la provincia di Caserta, dove proclami e affermazioni roboanti, sono - evidentemente - più efficaci del sacrificio di chi, in silenzio, opera in direzione di un cambiamento che non sia solo di facciata.

    Fonte: Il Mattino - Nicola Cosentino | vai alla pagina
    Argomenti: campania, forza italia, preferenze, regione Campania, accuse | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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