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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

«Non sono nemico della ricerca»

  • (16 ottobre 2008) - fonte: Europa - (f.o.) - inserita il 17 ottobre 2008 da 31

    Caro direttore, Federico Orlando scrive di non credere nei santi, e sarà forse per equanimità che non indovina nemmeno i fanti. Gli riconosco una certa competenza sulla "corte berlusconiana" anche perché, al contrario di me (aspirante, naturalmente, ma con scarso successo), ne faceva parte. È lui o un omonimo l`autore del libro Il sabato andavamo ad Arcore? Veniamo ai ricercatori universitari, che conosco per esperienza diretta.
    Nell'università ho fatto tutta la gavetta, senza saltare mai un gradino. La cattedra l'ho avuta vincendo un concorso. Lo dico con orgoglio e perché questa è una circostanza fortunata, rendendomi libero di dire quel che penso. I ricercatori che chiedono subito di essere "stabilizzati` rinunciano alla loro libertà scientifica mentre i migliori sperano, al contrario, di girare il mondo arricchendosi di cultura e soldi.
    La cultura e la scienza sono cose serie, da trattare con cura e rispetto, risultando inutili non solo le sparate sindacali ma anche le trombonerie retoriche di chi sente offesa un'università nella quale non ha mai vissuto.
    Infine, non sfuggo alla curiosità del lettore, che scrive dall Università di Milano ma che dell`università deve avere smarrito lo spirito: da nove anni, in quanto parlamentare, sono in aspettativa non retribuita così come previsto dalla legge.
    Dovrebbe saperlo chi vive in quell`ambiente senza essere un vegetale. Riscuoto, invece, i diritti d`autore, e mi preoccupano i cattedratici che non scrivono e non pubblicano. Non è solo legittimo, è anche meritevole. Così come guadagnarsi onestamente, e trasparentemente, i soldi che si hanno in tasca. Ci pensino, il lettore e Orlando, senza che i tornelli girino troppo nella loro testa.

    Nessuna omonimia, caro ministro, e nessuna corte. Ad Arcore io ci andavo insieme agli altri direttori del gruppo per ragioni editoriali evidenti e perché il direttore Montanelli preferiva che quei riti non proprio formali si sobbarcasse il condirettore: che non andava per dire i sì, ma per dire i no, due anni di no (1992-93), fino alla nostra espulsione dal Giornale da parte dell`editore, il cui programma politico abbiamo sempre contrastato in nome della democrazia liberale. Circa la polemica sui ricercatori, non io ma lei li ha definiti `capitani di ventura"; e non io ma Ignazio Marino, scienziato che ha dovuto maturare all`estero il suo genio (è in Usa che nell`agosto 2007 ha concluso la sua ultima scoperta contro i rigetti nei trapianti del fegato), ha denunciato l'indifferenza (a dir poco) del nostro paese per la ricerca. Lei è curioso per lo studente che mi ha scritto dalla Statale? È legittimo. A me vorrà riconoscere Legittima la curiosità di sapere perché Lei non abbia risposto al senatore Marino, la cui lettera a Repubblica, più che quella diretta a me dallo studente, mi ha spinto a scrivere. Se posso ricambiare un consiglio sui tornelli che girano nelle teste, direi al ministro di limitare le sue goliardiche definizioni: sono benzina sul fuoco, in questi giorni di fiamme nella scuola e nell`università.

    Fonte: Europa - (f.o.) | vai alla pagina
    Argomenti: università, ricerca scientifica, ministro P.A., ricercatori | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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