Ti trovi in Home  » Politici  » Giorgia MELONI  » «Sono pronta a dialogare con loro» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Giorgia MELONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  della Gioventù (Partito: PdL) 


 

«Sono pronta a dialogare con loro» - INTERVISTA

  • (21 ottobre 2008) - fonte: Il Secolo d'Italia - Annalisa Terranova - inserita il 21 ottobre 2008 da 31

    Meloni invita gli studenti al confronto: «Vorrei vedere le loro proposte, se ne hanno»

    L'Unione degli studenti alza il tiro e annuncia il blocco delle attività didattiche nelle scuole quando il decreto Gelmini sarà discusso al Senato. La manovra della sinistra dinanzi al subbuglio che le scuole stanno vivendo è chiara: monopolizzare la protesta e saldarla con la mobilitazione antigovernativa del Pd e della Cgil. Per fortuna a mettersi di traverso ci sono anche gli altri studenti, quelli che non ci stanno a farsi irreggimentare sotto i vessilli di una politica vecchia e conservatrice. A loro si rivolge Azione studentesca con un manifesto che lancia uno slogan ambizioso: "Potere agli studenti", accompagnato dall`immagine poco rassicurante di una studentessa che mette un piede su una cattedra. Foto sovrastata da un`altra scritta:
    "basta coi prof incompetenti" Una scelta grafica che ha il merito di rimettere gli studenti al centro delle rivendicazioni sulla scuola. Perché quello che non convince nel fermento degli ultimi giorni è il fatto che gli studenti scendono in piazza per garantire la classe docente e non per i loro interessi che, secondo Azione studentesca, coincidono con l`auspicio di una scuola di qualità.
    «Io non ho mai visto - commenta Giorgia Meloni, ministro della Gioventù - un movimento studentesco che si schiera con i professori...».
    Come ministro dei giovani manda a dire a questi studenti di essere meno conservatori?
    Ci tengo a dire che io non ho voglia di fare la talebana contro gli studenti ma che non me la sento neanche di difendere la parte ideologizzata di questa protesta. Mi piacerebbe che al centro di questo movimento ci fossero gli studenti. Ma quali sono i loro veri interessi? Difendere lo status quo o pretendere che le risorse vengano reinvestite per una scuola di qualità?
    Mi citi una parte del decreto Gelmini che favorisce gli studenti.
    Il blocco dei manuali per cinque anni. Io facevo i cortei per abolirli i libri di testo. Qui si è avuto il coraggio di non tutelare più i privilegi delle grandi case editrici. Gli studenti dovrebbero rifletterci sopra. E poi se un ministero vuole la razionalizzazione delle spese perché dire che quei soldi sono tolti alla scuola? Perché non provare a immaginare come reinvestire le risorse? Magari nei laboratori, nelle palestre, nell`aggiornamento dei docenti. Tutto questo fa male o fa bene alla scuola? Io non ho ancora visto un vero dibattito su questi punti e mi piacerebbe che gli studenti ne fossero protagonisti, che fossero artefici di un confronto che li interessa da vicino. Non mi piace vederli in piazza in difesa dei "baroni".
    Lei ha fatto tanti cortei contro vari ministri della Pubblica istruzione. Si può oggi stare in piazza scegliendo una via alternativa tra l`arroccamento conservatore della Cgil e la difesa acritica del governo?
    Certo che si può. Io sono cresciuta nel movimento studentesco e abbiamo organizzato tante manifestazioni, anche quando al governo c`era il centrodestra. Perché non eravamo come l`Unione degli studenti che, quando c`era Fioroni, il ministro "amico" dava ordine nelle scuole di evitare agitazioni e cortei. Guai a fare così. Ma la qualità della protesta si valuta dalla piattaforma programmatica. Un movimento studentesco vince se è credibile. Io studentesco scendete pure in piazza ma fateci sapere quali sono le vostre proposte.
    I cortei dovrebbero ricominciare da capo su tutt`altre basi, allora...
    Intendiamoci: difendere i tre maestri, difendere i professori, difendere le cattedre universitarie anche se sono troppe, tutti questi sono interessi legittimi ma gli studenti con queste rivendicazioni che c`entrano? Se io fossi al loro posto mi domanderei come ottenere una scuola migliore di quella esistente, perché quella attuale non è certo il meglio. E allora non è questione di un singolo ministro ma di un progetto, di una vera e propria ri-costruzione. Gli studenti devono essere protagonisti di questo processo.
    Lei sarebbe disposta ad ascoltarli?
    Certo che li ascolterei, non vedo come potrei chiudere loro le porte proprio io che ho sempre sostenuto che è necessario il dialogo tra gli studenti e il ministro dell`Istruzione. Mi sembra però che in questo caso non ci sia voglia di venirsi a confrontare. In ogni caso nessun rappresentante mi ha chiesto un incontro, forse hanno tentato con la Gelmini.
    In ogni caso lei pensa che la linea del dialogo sia da tenere in considerazione?
    Io penso che un dialogo alla fine ci sarà, è interesse dell`intero governo e non solo mio. Ripeto: sono queste proteste che ho visto fino ad oggi che sembrano più puntare su vecchie contrapposizioni ideologiche piuttosto che mirare concretamente a una scuola più partecipata. Non a caso, la Gelmini ha avuto anche la solidarietà di ex ministri dell`Istruzione come Luigi Berlinguer. Le riforme le auspichiamo tutti. Ma gli studenti tornino ad essere soggetti liberi, non condizionati, soggetti disinteressati. Allora io sarò come sempre sono stata dalla loro parte.

    Fonte: Il Secolo d'Italia - Annalisa Terranova | vai alla pagina
    Argomenti: centrodestra, istruzione, Scuola e Università, dialogo, ministro Politiche giovanili | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (2)

  • Inserito il 22 ottobre 2008 da 3462
    Valter, ma tu hai capito cosa dice la Meloni nell'intervista? A leggerti, sembra proprio di no. Quando parla di "soggetti disinteressati" si riferisce alla politica non alla scuola. Quindi, gli studenti secondo lei (e anche secondo me, ma io non conto niente), dovrebbero occuparsi di scuola non perché schierati ideologicamente, ma perché interessati a far funzionare meglio le cose. E, in questa fase, così non è proprio. Per quanto riguarda poi il "dibattito", si presuppone che ci siano almeno due soggetti, altrimenti si chiama monologo. Che dovrebbe fare il ministro, uscire in piazza e strillare forte: "CHI VUOLE DIALOGARE CON ME?". Non sarebbe più logico che le organizzazioni studentesche chiedessero un incontro per presentare le loro proposte? Certo, se le proposte non ci sono e tutto si riduce solo a una guerra strumentale contro il governo Berlusconi, allora il discorso è diverso... maria
  • Inserito il 21 ottobre 2008 da 31
    Lei dice che non ha ancora visto un vero dibattito su come reinvestire le risorse o sull'aggiornamento dei docenti. E quando ci sarebbe stata la possibilità di avere un dibattito? O forse è lei che deve scendere in campo per cercarlo? Certo è, che se chiede agli studenti di essere soggetti disinteressati, il dialogo sarà molto difficile. Sarebbe come chiedere a un automobilista di lasciare il volante. La "ri-costruzione" della scuola parte, prima di tutto, da chi di scuola ci vive.

Per scrivere il tuo commento devi essere loggato