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Dichiarazione di Gianrico CAROFIGLIO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Questo è un governo neoautoritario» - INTERVISTA

  • (24 ottobre 2008) - fonte: l'Unità - Federica Fantozzi - inserita il 24 ottobre 2008 da 31

    Senatore Gianrico Carofiglio, lei sarà al Circo Massimo?
    «Sì. È un’iniziativa che, al di là dei dettagli tattici, giudico positivamente».
    Quali sono le ragioni della manifestazione? Resta opportuna nonostante la crisi finanziaria?
    «Su questo tema serve un approccio laico. È opportuno praticare forme di aggregazione democratica come una piazza civile ma ferma dove una forza di opposizione trova le sue ragioni per stare insieme. Al di là di motivi speciali per protestare contro qualcosa o qualcuno».
    Significa che non sarà un corteo «contro»?
    «L’obiettivo non sarà criticare la riforma della scuola piuttosto che le leggi vergogna o qualche altro provvedimento. Almeno non solo. Si tratta di ribadire in modo forte la contrarietà collettiva alla deriva che questa destra sta imponendo al Paese. Un disegno neoautoritario che passa approfittando dell’indifferenza».
    Se il governo agisce nell’indifferenza, non è anche responsabilità dell’opposizione e dell’opinione pubblica?
    «Infatti bisogna spezzare l’indifferenza. Ritrovare in modo festoso i valori in cui si riconosce l’identità collettiva della sinistra. Ecco perché apprezzo la giornata di sabato. Il Pd ha un problema di individuare i propri valori e le parole con cui chiamarli e comunicarli».
    Non è un problema piccolo.
    «Certo, non è cosa da poco, e la manifestazione rappresenta un punto di partenza e non la soluzione. Poi serviranno elaborazione e riflessione. Ma la politica è soprattutto capacità di produrre emozioni, non manipolatorie come nel centrodestra, intorno a valori».
    Veltroni in campagna elettorale ha prodotto emozioni. Non sono bastate.
    «Devono viaggiare su un doppio binario. È necessario individuare una costellazione di valori e saperli narrare a chi è smarrito».
    Quali, per esempio?
    «Noi vogliamo una società aperta e loro chiusa. Aperta ad altri mondi e paesi, ai giovani e alle generazioni che verranno, a cultura e idee. Il governo pratica la politica del chiavistello: cacciare o emarginare gli immigrati con misure dagli echi vagamente razzisti, rendere la scuola un luogo di normalizzazione e anziché di trasformazione della società, contrapporre il diritto dei poveracci, durissimo, a quello dei privilegiati».
    Veltroni ha ufficializzato la rottura con Di Pietro, ma IdV sarà in piazza. Avrete problemi di convivenza?
    «Non credo. Non esiste un problema di coabitazione ma di impostazione strategica e valoriale dell’opposizione».
    Dall’interno, come valuta lo stato del Pd? Da Parisi a Rutelli a D’Alema non mancano critiche, e c’è chi ritiene che l’esperimento non sia riuscito.
    «Mi sembra un giudizio forse un po’ affrettato che non condivido. In mezzo c’è stata la tempesta legata al voto ed è impossibile valutare. È sano che esistano punti di vista diversi e confronto anche aspro. Non c’è democrazia dove non si polemizza. Mi preoccupano i partiti dove regna il pensiero unico».
    Dove è il limite tra critica costruttiva e separati in casa?
    «Bisogna evitare che la dialettica diventi fattore di implosione. Questo è affidato alla responsabilità dei dirigenti e alla capacità di ritrovare la bussola dei valori. La politica basata su analisi razionale non basta: a lungo è stato il limite della sinistra. Ricerche mostrano che la razionalità convince gli elettori per il 4%, il resto sono emozioni».
    In sintesi come definirebbe la visione del mondo del Pd?
    «L’idea di una società aperta il cui cardine è l’uguaglianza autentica tra esseri umani».

    Fonte: l'Unità - Federica Fantozzi | vai alla pagina
    Argomenti: privilegi, razzismo, manifestazione, pd, opposizione, Idv, diritti umani, riforma gelmini, leggi vergogna | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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