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Dichiarazione di Livia TURCO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«E adesso non si torni al "ma anche". Dialogo con tutte le opposizioni» - INTERVISTA

  • (28 ottobre 2008) - fonte: Liberazione - Angela Mauro - inserita il 29 ottobre 2008 da 31

    «Dopo la manifestazione di sabato, non si torni al "ma anche". Non ci possiamo più permettere oscillazioni». Per Livia Turco il Pd deve ripartire dalla piazza che è riuscito a radunare il 25 ottobre al Circo Massimo. Una piazza «inedita» di questi tempi, osserva la deputata democratica, membro del comitato di presidenza di "Red", l'associazione pensata da Massimo D'Alema. Una mobilitazione che dice di quanta gente «non accetti i dictat del centrodestra» e che forse dà ragione ai dalemiani, da sempre sponsor del dialogo con le altre forze di opposizione, fuori e dentro il Parlamento, e critici della linea isolazionista di Veltroni.
    «Ora tutte le opposizioni, dentro e fuori le Camere, devono unirsi», lo dice anche Dario Franceschini.
    Meno male, sono d'accordo e considero importante questa affermazione di Franceschini, non scontata. Bisogna riprendere un forte rapporto con la società italiana, rimasta attonita per la nostra sconfitta elettorale, ma non interamente risucchiata dalla propaganda del governo su sicurezza, paura, autorità. C'è un'Italia che sta male, che vuole essere ascoltata, che ha ancora pensieri per valori come la democrazia. Ammetto che fino a due mesi fa mi chiedevo se fossi sprofondata in un altro Paese, non mi riconoscevo in questa Italia, non mi pareva possibile... Adesso dico che dalla piazza di sabato emerge che c'è una parte di Italia che non ci sta alla propaganda di Berlusconi, all'idea dell'ordine...
    Quanto è stata aiutata quella piazza dalle contestazioni degli studenti e dalla scelta del premier di alzare i toni minacciando l'uso della forza contro le occupazioni?
    La manifestazione è stata comunque preparata con iniziative e strumenti nuovi di partecipazione, internet...
    Certo, ma anche D'Alema riconosce che le ultime dichiarazioni di Berlusconi hanno "aiutato"...
    Un clima sociale più vivace aiuta, un maggiore scontro politico rende molto più attuale la manifestazione. Sull'immigrazione, il governo ha proprio esagerato, pensando alle classi separate per gli extracomunitari... Una cosa inammissibile che ha turbato la gente. E poi la questione scuola, i tagli all'istruzione e alla ricerca...
    La fetta di società che "non ci sta" vira innegabilmente a sinistra. Se n'è accorto persino Veltroni, anche prima di sabato. A sentirlo parlare ora contro le classi differenziali per gli immigrati, fai fatica a ricordarti di quando il Pd varava gli "editti" contro i lavavetri, com'è successo a Firenze. Che strada imboccherà ora il partito dei democratici? Rivede davvero molte delle sue scelte passate?
    La manifestazione è stata un evento fondativo: inedita, con una mescolanza di bandiere che dice di un soggetto nuovo che non è nè Ds, nè Margherita. Certo, una manifestazione non basta. Bisogna lavorare alla costruzione di una cultura politica. Dobbiamo essere interlocutori dei movimenti con un profilo di governo, ma questo significa che dobbiamo deciderci, dobbiamo decidere se il diritto di voto agli immigrati, la loro integrazione sia un'idea riformista o estremista. Io penso che sia riformista, che non abbia senso dover scegliere tra sicurezza e legalità, da una parte, e integrazione e solidarietà, dall'altra. Sono idee che non vanno contrapposte. Le persone devono potersi sentire sicure, ma per ottenere questo risultato bisogna favorire l'integrazione. Questo concetto va affermato una volta per tutte, senza tornare al "ma anche", senza oscillazioni che non possiamo più permetterci.
    Un ragionamento che può applicarsi anche alla crisi finanziaria globale. Lo dico citando una frase scelta dall'Unità per l'apertura di oggi (ieri per chi legge): "Con il tipo di capitalismo ereditato dalla Seconda Guerra mondiale non andiamo lontano. Un capitalismo senza quadro etico è nemico del genere umano. Bisogna chiedere scusa a Marx: aveva visto giusto". La citazione è del cardinale Reinhard Marx, fa ridere che sia pure omonimo...
    E' evidente che il mercato abbia bisogno di regole, di soggetti pubblici che controllino, di politiche pubbliche per il sostegno allo sviluppo. Oggi sostenere salari e stipendi è la condizione per rimettere in moto lo sviluppo.
    Come costruire ponti con il resto dell'opposizione, con la sinistra extraparlamentare? E' alquanto frantumata. Possibile dialogare con tutti?
    Confronto e azione comune sui problemi concreti. Faccio l'esempio dell'Ilva di Taranto.
    L'acciaieria più grande d'Europa, nell'occhio del ciclone per la produzione di diossina. Il governatore pugliese Vendola pensa ad una legge regionale per imporre la riduzione delle emissioni dannose, il Pd in Parlamento prepara interrogazioni contro la ministra Prestigiacomo e il governo che sembrano stare dalla parte di Riva, il patron dell'Ilva...
    Esattamente. E' una questione concreta che riguarda l'ambiente e la salute dei cittadini. Con il resto dell'opposizione dobbiamo costruire luoghi comuni di discussione. Sto lavorando, per esempio, ad un'iniziativa di "Red" sui "30 anni di tre grandi riforme", per il 5 dicembre. L'intento è quello di invitare anche esponenti della sinistra extraparlamentare. E' importante avere luoghi in cui si riprenda il filo di una discussione non scontata. Di errori ne abbiamo fatti, ma non dobbiamo disperdere l'aspetto positivo del governo di centrosinistra: ha comunque dimostrato che anche la sinistra può e deve partecipare al governo del paese, è un'idea alla quale non rinuncio, è il modo per contrastare una democrazia decisionista che svuota il Parlamento e riduce il perimetro delle forze politiche riconosciute, coinvolte. Ciò è inaccettabile, è lo svuotamento della democrazia stessa. La sinistra radicale può dare un contributo importante alla qualità della nostra democrazia. Per questo, dico che Ferrero sbaglia a ricostruire una battaglia di opposizione identitaria e rinunciando alla prospettiva di governo. Siamo stati sconfitti ed è ovvio che quella prospettiva deve essere ricostruita su nuove basi, ma rinunciarvi aprioristicamente è sbagliato.

    Fonte: Liberazione - Angela Mauro | vai alla pagina
    Argomenti: internet, sinistra, salari, democrazia, manifestazione, opposizione, D'Alema, Ferrero, Red, crisi finanziaria, dialogo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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