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Dichiarazione di Renato BRUNETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  PA e innovazione (Partito: PdL) 


 

Niente aumenti in tredicesima ma premi alla produttività

  • (03 novembre 2008) - fonte: la Repubblica.it - inserita il 04 novembre 2008 da 2528
    "Non faremo interventi generalizzati sui salari e sulle tredicesime. Rigore e selettività, la politica economica del governo deve seguire questi due criteri. Fa bene Tremonti a ribadire che i saldi della Finanziaria devono rimanere invariati, e così sarà. Ciò non toglie che stiamo studiando gli interventi da fare, la crisi si combatte aiutando tutto ciò che aiuta la produttività e l'innovazione. Penso al sostegno al credito per le imprese, ai contratti di secondo livello, ai premi di produttività".

    Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta snocciola la ricetta del pacchetto anticrisi, assicurando che la linea Tremonti sull'impossibilità di interventi a ampio spettro per sostenere imprese e famiglie sarà osservata fino in fondo: "Impossibile fare diversamente, risorse non ce ne sono. La sinistra chiede interventi generalizzati per regalare sollevi impercettibili e devastare il bilancio pubblico. Come succederebbe con la detassazione delle tredicesime o abbassando l'Irpef".

    Gli interventi selettivi sono la risposta giusta anche con la recessione che diventa una realtà? Come cambierà la politica economica dopo che la Ue oggi rivedrà al ribasso le previsioni di crescita di tutti i paesi dell'Europa? "In questo senso possiamo dire "mal comune mezzo gaudio", nel senso che l'Italia finora ha pagato il fatto di crescere meno degli altri paesi della zona euro. Mi aspetto che l'Ue dia all'Italia una crescita zero o leggermente negativa per la prima metà del 2009. Il differenziale con gli altri Paesi dovrebbe ridursi o sparire".

    Solo che gli altri possono scegliere di far crescere il deficit per sostenere l'economia, noi non abbiamo gli stessi margini. "Debito e deficit pubblico sono da sempre i nostri handicap. Se la crisi portasse ad allentare i criteri di Maastricht noi non potremmo adeguarci perché rimaniamo i sorvegliati speciali del mercato. Se aumentassimo il deficit saremmo puniti: gli spread sui nostri titoli del debito pubblico sono già troppo alti. Per fortuna la manovra di giugno ha messo in sicurezza i conti pubblici con 30 miliardi di tagli e 6 di nuove entrate. E dire che allora ci accusavano di essere stati troppo pessimisti".

    La selettività sembra una scelta obbligata, sarà anche efficace? "Selezionare gli interventi è una politica seguita da tutti i paesi europei, e per noi sarà ancora più utile visto che abbiamo ampie possibilità di generare efficienza, come ho sperimentato io stesso nella pubblica amministrazione. Un esempio concreto: solo con le riduzioni delle assenze per malattia nella scuola possiamo risparmiare 200-300 milioni in minori supplenza. Pensi a quanto si può fare allargando il discorso alla giustizia e in altri campi".

    Però rimane il disagio delle famiglie, riuscirete a convincere gli italiani che poche scelte mirate siano la strategia vincente? "Con la manovra di giugno si è visto l'effetto depressivo della strategia del governo, potremo definirli gli antibiotici per curare l'economia. Doveva essere approvato il disegno di legge sullo sviluppo, che sono le vitamine, per sostenerla. Purtroppo è ancora in Parlamento, ma arriverà entro fine anno. Ci sono misure che affrontano il disagio, come la social card, che sono in dirittura d'arrivo".

    Visto che le risorse sono poche si privilegeranno gli aiuti al sistema delle imprese o quelli sui salari? "Molte delle proposte di Confindustria sono ragionevoli e vanno vagliate con attenzione, ma non ci sarà competizione perché se si defiscalizzano gli aumenti salariali legati alla produttività si aiutano i lavoratori e le imprese".

    Per fare partire i contratti di secondo livello serve la collaborazione dei sindacati, ma il clima delle relazioni non è buono. "Serve la collaborazione dei lavoratori, e quella c'è. Nel pubblico impiego abbiamo, in maniera innovativa, fissato le risorse disponibili e poi abbiamo definito un protocollo in cui si stabilisce il principio secondo cui i risparmi ottenuti tornano ai lavoratori, in tutto in parte, sotto forma di premi".

    Però la Cgil sciopera lo stesso da oggi, sono lavoratori che non hanno capito? "Legittimo scioperare per loro e legittimo per noi andare avanti. Vedremo i numeri, anche se la Cgil deve spiegare contro cosa sciopera: vogliono più risorse per gli statali? Non ce ne sono: è scritto nella Finanziaria. E poi dovrebbe spiegare agli iscritti degli altri settori perché 70 euro lordi e 160 euro di una tantum non sono abbastanza per lavoratori che non rischiamo il posto di lavoro, quando nel settore privato, tipo i metalmeccanici o chimici, si rischiano licenziamenti e cassa integrazione e i contratti non si rinnovano".

    Anche le proteste dei sindacati autonomi di Alitalia sono legittime? "Considero la vicenda Alitalia chiusa: questi sono gli ultimi fuochi di una situazione che fa fatica ad essere metabolizzata, d'altronde i 15-20 anni di lassismo che hanno caratterizzato l'azienda non sono facili da cancellare".

    Fonte: la Repubblica.it | vai alla pagina
    Argomenti: economia, sindacati, tagli, stipendi, UE, imprese, debito pubblico, ministro P.A., CGIL-Confederazione Generale Italiana del Lavoro, lavoratori pubblici, dipendenti pubblici, legge finanziaria, retribuzioni, deficit | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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