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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

"Confido in Obama, però non è il messia" - INTERVISTA

  • (04 novembre 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 04 novembre 2008 da 31

    Per Emma Bonino, leader dei radicali e vicepresidente del Senato, la notte elettorale americana sarà l'ennesimo tour de force dopo l'appena concluso congresso del partito. Che però, confessa, val la pena vivere momento per momento.
    Sperando in quale risultato?
    "Mi auguro che vinca Barack Obama perché darebbe un segnale di cambio anche generazionale e di discontinuita nei rapporti con un establishment politico-economico ancora molto potente a Washington. Ma tengo le dita incrociate perché i sondaggi, basati su dichiarazioni di voto non sempre veritiere, già nel passato hanno riservato brutte sorprese ai candidati che apparivano come avere il vento in poppa".
    Quello di oggi è un referendum pro o contro Obama?
    "Casomai dovremmo parlare allora di un referendum pro o contro gli otto anni di presidenza Bush, di cui oggi è difficile scorgere elementi positivi per l’economia, la politica, l’immagine ed il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. A dire il vero la chiave di lettura di un referendum su Obama, sulla possibilità cioè per un nero di arrivare alla Casa Bianca, non l'ho vista tanto esplicitata, almeno sui media americani. Ma indubbiamente c'è ed è importante".
    Come la spiega questa mania europea per il candidato democratico?
    "L'attesa quasi messianica di un salvatore lascia un po’ perplessi, quasi che la sua elezione comporti un'immediata soluzione a tutti i problemi che affliggono il pianeta. C'è il rischio di un brutto risveglio perché nel sistema americano è prevista una certa continuità nella difesa degli interessi nazionali".
    E del centrodestra, dalla Gelmini a Frattini, che riscopre Obama che ne pensa?
    "La "Obamamania" fa tendenza anche a destra ma segnalo che il suo programma non è esattamente quello del PdL e della Lega. Ma, si sa, andare in soccorso al vincitore è uno sport nazionale. Risparmiateci almeno la somiglianza tra Obama e Berlusconi... Anche perché, o forse ricordo male, l’ultimo leader europeo a incontrare in pompa magna Bush, salutato come grandissimo presidente e grande amico, mi pare sia stato proprio il Cavaliere!".
    La discontinuità su cui punta di più?
    "Mi aspetto cambiamenti, pur se non immediati, per quanto riguarda il processo di pace in Medio-Oriente, che non è poco; nel rispetto dei diritti umani, a cominciare dalla chiusura di Guantanamo; su Kyoto e i cambiamenti climatici; nei rapporti con la Russia".
    Quanto la grande crisi ha aiutato Obama?
    "Quello che il McCain ha fatto come legislatore è un merito che nessuno può sottrargli. Penso alle tante battaglie che ha portato avanti con i Democratici più liberali, a cominciare da Ted Kennedy, smarcandosi dal Partito Repubblicano E' chiaro però che in campagna elettorale devi schierarti con posizioni chiare, spesso estremizzando per renderle più incisive. Credo che abbia fatto di tutto per non farsi assorbire dall'eredità di Bush, ma non gli sia molto riuscito".

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: usa, radicali, election day, Obama | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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