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Dichiarazione di Valter VELTRONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

"Villari se ne vada poi prenderemo noi un'iniziativa"

  • (15 novembre 2008) - fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 16 novembre 2008 da 31

    Dopo l'incidente, la corrente del segretario sospetta una sponda interna al Pdl
    Il leader del Pd furibondo con il senatore eletto alla Vigilanza Rai
    D'Alema:"Walter ha sbagliato". Intanto si studiano possibili alternative alla candidatura di Orlando

    Furibondo. Walter Veltroni non ha gradito che oltre al danno - non essersi dimesso subito - ora Riccardo Villari aggiunga la beffa. E dica di voler fare il regista di una soluzione per la Vigilanza Rai, di cui è stato eletto presidente con il gradimento e i voti del centrodestra. Non pensi di farla franca, Veltroni è pronto al cartellino rosso: "Se ne deve andare da quel posto. Prima si dimette e poi saremo noi, sarà il Pd a prendere una iniziativa politica sulla Vigilanza". Si sfoga, il segretario. E subito dopo partono le dichiarazioni alle agenzie di stampa di Giorgio Tonini, di Anna Finocchiaro che ripetono come un mantra: Villari dimettiti. Ma al tempo stesso, il Pd garantisce di cambiare strategia: "Collaboreremo alla soluzione" sulla Rai. Niente più arroccamento sul dipietrista Leoluca Orlando. Veltroni adesso farà i conti anche con Di Pietro: sta valutando come andare oltre.

    Lunga e difficile giornata nel Pd. Colpi di scena. Sospetti e veleni. Forcing per condurre Villari a più miti consigli: Franco Marini lo chiama, e non lo trova. Luigi Zanda invece sì, e assicura che il senatore ormai agli onori della cronaca per "questa brutta vicenda della Vigilanza", sta bene, si dimetterà, vuole solo andare a parlare prima con i presidenti di Camera e Senato perché si sente investito di un ruolo istituzionale. Lo rintraccia anche un dalemiano doc con il quale Villari si lamenta: "I giornali mi hanno fatto a pezzi, guarda che roba, manco fossi un trasformista, un traditore...".

    È con Massimo D'Alema tuttavia la conversazione più autentica: chiede di non essere trattato come un pivello della politica, liquidabile con un sms da Veltroni. Si sente "un tessitore". Ha compiuto un atto politico, vuole prendere quell'iniziativa che a Veltroni è mancata. Il punto è tutto qui: "Walter ha sbagliato".
    D'Alema lo ascolta. Fa pressing, però: caro Riccardo, niente giochetti con il Pdl. È altrettanto chiaro che Massimo ha lo stesso rospo in gola: non perdona a Veltroni di avere perseverato nell'errore di seguire Italia dei valori fino a schiantarsi: "Si può discutere se da parte nostra, del Pd, c'è stata una condotta accorta o meno... al di là degli errori di condotta...", ragiona in un'intervista a Redtv.

    Tra qualche tempo si saprà sotto quale voce archiviare quanto sta accadendo in queste ore: se si tratta di uno scontro tra maggioranza e opposizione mai tanto aspro sulla partita dell'informazione Rai, oppure se bisogna mettere nel conto anche una "sponda" interna al partito di Veltroni. I veltroniani a metà giornata scommettevano sul fatto che il "caso Villari" sarebbe rientrato "ma intanto si fa pagare a Walter un prezzo". D'immagine e politico. I più nervosi ipotizzavano "una triangolazione: Bocchino (Pdl)-Latorre (Pd dalemiano)-Villari" che avrebbe portato al blitz del centrodestra giovedì in Vigilanza. Sospetti, appunto.

    Beppe Fioroni, il responsabile dell'organizzazione, aveva intanto avviato il conto alla rovescia per il processo a Villari: "Martedì prossimo al Senato la Finocchiaro convocherà il direttivo del gruppo per parlare della vicenda e vedere quali provvedimenti prendere nel caso in cui non si dimettesse dalla Vigilanza, ma sono sicuro che si dimetterà". Intenzione in verità duplice: dare il segnale concreto del precipitare degli eventi, e smascherare le eventuali sponde a Villari nel partito. I fatti però sono precipitati.

    Villari se ne è uscito con la storia della regia politica che vuole assumere. Il Pd è obbligato ad accelerare e a cambiare strategia. La concorderà con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, con cui c'è stata già la nota comune prima del blitz Pdl, per convincere Di Pietro a fare una rosa di nomi candidando ad esempio, Massimo Donadi e Silvana Mura. La partita è doppia: attraverso la commissione parlamentare di Vigilanza passa il piatto forte del rinnovo del Cda Rai. A questo proposito si torna parlare di Pietro Calabrese per la presidenza di Viale Mazzini. I centristi puntano ad avere un loro consigliere, come spiega Roberto Rao. E se Di Pietro perdesse la presidenza della Vigilanza, potrebbe a sua volta proporre un proprio candidato nel cda sottraendolo al Pd.

    A gioire per ora è il centrodestra. Italo Bocchino, amico da anni di Villari, è stato la mente del blitz. Di "Riccardo" parla con entusiasmo, delle sue cravatte giuste e dell'intelligenza politica, di quando vanno in vacanza in barca e della candidatura sfiorata a sindaco di Napoli. "Questa scelta l'abbiamo decisa in quattro, io, Quagliariello, Gasparri e Cicchitto e non ci sono mai stati patti sottobanco...". Nel Pd, nessuno ci crede.

    Fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina
    Argomenti: pdl, pd, partiti, Rai, D'Alema, commissione di vigilanza, Presidenti Camera e Senato, Cda, Villari Riccardo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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